MERCATI AZIONARI: e finalmente arrivò la rotazione
Nelle ultime settimane, abbiamo assistito a un rialzo significativo e diffuso dei mercati azionari statunitensi, il più consistente da metà aprile. Questo movimento al rialzo ha coinvolto tutti i principali indici:
1. Dow Jones Industrial Average
2. S&P 500
3. Nasdaq Composite
Tutti e tre questi indici hanno toccato nuovi massimi intraday, segnalando un rinnovato ottimismo tra gli investitori. Tuttavia, la performance più sorprendente è stata quella dell’indice Russell 2000, che rappresenta le società a bassa capitalizzazione.
Focus sul Russell 2000
Il Russell 2000 ha registrato un impressionante guadagno del 6,00%, marcando la sua migliore settimana dall’inizio di novembre. Questo risultato eccezionale merita un’analisi più approfondita:
- Significato del Russell 2000: Questo indice è composto da 2000 società a piccola capitalizzazione, spesso considerate più sensibili alle condizioni economiche domestiche rispetto alle grandi multinazionali.
- Implicazioni della performance: Un forte rialzo del Russell 2000 può essere interpretato come un segnale di fiducia nell’economia statunitense e nelle prospettive di crescita delle imprese più piccole e locali.
- Confronto con gli altri indici: La sovraperformance del Russell 2000 rispetto agli indici a grande capitalizzazione suggerisce un possibile spostamento dell’interesse degli investitori verso aziende con maggiore potenziale di crescita ma anche maggiore rischio.
Value vs Growth: un cambio di tendenza?
Un altro aspetto degno di nota è stata la netta sovraperformance dei titoli value rispetto ai titoli growth. Questo fenomeno potrebbe indicare un cambiamento nelle preferenze degli investitori.
Definizione di value e growth: I titoli value sono quelli considerati sottovalutati rispetto ai loro fondamentali, mentre i titoli growth sono quelli di aziende con forti prospettive di crescita futura. Possibili ragioni della sovraperformance value:
1. Valutazioni più attraenti dopo un lungo periodo di sottoperformance
2. Aspettative di un’economia in ripresa che potrebbe favorire settori ciclici
3. Timori di sopravvalutazione nel settore tecnologico, tradizionalmente dominato da titoli growth
Detto questo, è evidente dal grafico che il Growth ha ancora un gap imbarazzante da scontare col Value e quindi di strada da fare ce n’è ancora parecchia.
Implicazioni per la diversificazione: Questo trend potrebbe spingere gli investitori a riconsiderare l’allocazione dei loro portafogli, aumentando l’esposizione ai titoli value. E io dico finalmente, visto che da mesi speriamo in un mercato più equilibrato. Il che comporta un evidente passaggio nel mondo della rotazione settoriale.
E questo grafico ci fa vedere una cosa interessante. Guardate il confronto tra i titoli a larga capitalizzazione e le small cap. Doppio minimo e ripartenza. Un segnale che non dovrebbe essere trascurato dagli investitori vista la palese sottovalutazione delle piccole capitalizzazioni rispetto ai big di mercato.
Analisi intermarket
Per comprendere appieno le dinamiche in atto, è essenziale considerare le correlazioni tra diversi mercati:
1. Mercato obbligazionario:
I rendimenti dei Treasury sono diminuiti sulla scia dei dati sull’inflazione.
Questo calo dei rendimenti tende a favorire i titoli azionari, in particolare quelli con dividendi elevati.
2. Mercato valutario:
Il dollaro si è indebolito in risposta alle aspettative di tassi più bassi.
Un dollaro più debole potrebbe favorire le multinazionali statunitensi, aumentando la competitività delle loro esportazioni.
3. Mercato delle materie prime:
I prezzi delle materie prime hanno mostrato una tendenza al rialzo.
Questo potrebbe essere interpretato come un segnale di aspettative di crescita economica, ma potrebbe anche alimentare timori di pressioni inflazionistiche future.
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