La “finta” rotazione settoriale in atto

Scritto il alle 13:48 da Danilo DT

La ripresa economica non sarà di certo uniforme anche a causa delle numerosi variabili che dobbiamo affrontare quotidianamente.
E, come in tutte le crisi, ci saranno vincitori e vinti.
Nei post passati abbiamo avuto modo di parlare di quella che è una rotazione settoriale, già avviata e dovuta fondamentalmente ad una ripresa di tipo ciclico e reflattivo.
Ricorderete sicuramente questo grafico, dove mettevamo a confronto i titoli growth con quelli value. I primi sono le azioni di società che più di tutte hanno guadagnato dall’accelerazione del percorso di innovazione (anche causa Covid19). I secondi sono i titoli che più tradizionalmente sono legati alla “vecchia economia” e che trattano a multipli ancora accettabili.

La questione è sempre la stessa. Come si chiuderà questo gap? Con un crollo del growth ed un rally del value? Con un avvicinamento del value al growth oppure con una correzione del growth ed un rally del value?

L’ipotesi che mi risulta più credibile secondo me è la seconda. Quindi non una semplice rotazione settoriale, bensì un recupero delle posizioni value, anche in virtù dell’immane liquidità presente sul mercato.

L’ho già detto molte volte: quello che salva è sempre la QUALITA’. Se quindi si sta cercando di capire se sia opportuno ridurre l’esposizione ai titoli growth, che da anni stanno registrando buone performance, per passare ai titoli value, che hanno generalmente esibito un andamento positivo nel nuovo ciclo, occorre fare secondo me un ragionamento più equilibrato e meno estremo, privilegiando le tematiche e le società che definirei “transition winners”.

Ponetevi la domanda (che poi spiega questo mio ragionamento): ha senso inquadrare lo scenario economico in atto con una logica di cicli tradizionali? Sicuramente NO. Ed è per questo che in ambito di “rotazione settoriale” deve essere fatto un ragionamento di tipo qualitativo. E cosa si intende per “qualità”? In questo contesto il focus deve puntare sulla capacità di mantenere un elevato rendimento del capitale investito (e conseguente mantenimento del valore di borsa), indipendentemente dal ciclo, grazie a vantaggi competitivi ed alla solidità societaria in ambito di bilancio e prospettive. Società che sanno adattarsi, innovarsi, evolvere, anticipare e anche dare delle direzioni al mercato. Quindi anche grandi big player che ormai fanno parte del nostro quotidiano e ne saranno sempre più protagoniste.

E allo stesso tempo, bisogna distinguere tra le varie tipologie di “value”. Sarò ripetitivo ma anche in questo contesto la valutazione qualitativa fa la differenza, oltre che la capacità delle società di evolvere e di non restare vittime di un mercato che tenderà sempre di più a scartare chi non saprà adeguarsi al cambiamento.

STAY TUNED!

Danilo DT

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