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La ricetta esplosiva delle banche del Nord Europa
Unione Europea condizione necessaria per stabilizzazione del sistema bancario. Però le banche europee del Nord non ci stanno. Malgrado una situazione pazzesca in merito ad esposizione al rischio finanziario: titoli illiquidi, derivati, leva finanziaria.
Che l’Unione Europea sia ormai solo un’istituzione di comodo per qualcuno è un dato di fatto. Non voglio tornare sul discorso solito dove chiedo che vengano rinegoziati i patti (a partire dal Fiscal Compact, non scordiamocelo mai). Voglio per un attimo focalizzarmi su quella che diventerà probabilmente la grande problematica dei prossimi mesi: l’Unione Bancaria.
Ormai sembra chiaro che il modello “Cipro”, che doveva essere un episodio isolato, rischia di essere invece un “caso scuola” da prendere come modello per eventuali crisi bancarie all’interno dell’UE.
Una vera Unione Bancaria aiuterebbe alla grande la stabilizzazione del sistema. Daniel Gros, economista tedesco, attualmente direttore del Centre for European Policy Studies (CEPS), dice:
(…) la rinazionalizzazione del sistema bancario può rappresentare una forza stabilizzatrice. Non è una proposta teorica. I risparmiatori italiani per esempio possiedono un volume significativo di asset stranieri (fra cui bond tedeschi). E gli investitori stranieri detengono una quota ragguardevole di buoni del tesoro italiano. (…) Con una rinazionalizzazione totale, gli investitori italiani venderebbero i loro asset stranieri per acquistare titoli italiani e questo proteggerebbe l’Italia dagli shock finanziari esterni e diminuirebbe il peso dei tassi di interesse. (…). Inoltre, se tutti gli italiani sostenessero il debito pubblico, qualsiasi aumento del premio di rischio sarebbe meno gravoso. Anche se il premio di rischio raddoppiasse a 500 punti base, i costi del debito dello Stato aumenterebbero, ma almeno i soldi andrebbero a investitori italiani (l’aumento di reddito potrebbe essere tassato). (…) Lo scenario opposto è l’integrazione. Un’unione bancaria rilancerebbe e stabilizzerebbe il prestito transfrontaliero (…) Purtroppo è improbabile che un’unione bancaria si concretizzi in tempi brevi. Gran parte dei governi si oppone a un «meccanismo unico di risoluzione»: significherebbe non poter più controllare le proprie banche. (…) Con questo scenario, l’integrazione potrebbe prendere la forma di una «colonizzazione» sotto la quale le banche dei Paesi forti approfitterebbero dei costi più bassi del capitale per rilevare le banche dei Paesi più deboli. Persino nell’eventualità che la colonizzazione non incontrasse resistenze, non porterebbe a un sistema bancario molto efficiente. (Source)
Quindi sulla carta l’Unione Bancaria porterebbe stabilità al sistema, ma nello stesso tempo si andrebbero a ledere degli interessi di certe lobby di potere… E poi certe nazioni e certe banche non riuscirebbero più a controllare direttamente o indirettamente le banche dei paesi più deboli (colonizzazione). Beh, chiaro manifesto di come Germania & Co andrebbero a controllare indirettamente la nostra economia.
Pensateci. Se il colonialismo bancario prendesse piede, e quindi la Germania assumesse il controllo diretto (principale azionista) o indiretto (imporre certi comportamenti) delle nostre banche, significherebbe perdere la libertà economica e diventare delle succursali del sistema bancario teutonico.
Ma la cosa curiosa poi, è che le banche tedesche sono da sempre quelle con più leva finanziaria (assieme a quelle francesi) e che quindi rappresentano il rischio sistemico più elevato.
Il che rende il tutto CURIOSAMENTE incoerente.
Ma se arriva l’Unione Bancaria, sarà davvero un accordo dove gli istituti europei (tutti) avranno le stesse regole oppure…ci sarà ancora un certo privilegio o protezionismo per alcune primedonne? In altri termini, le banche del Nord Europa, le più esposte a derivati e leva finanziaria , e quindi sistemicamente più pericolose, saranno ancora privilegiate nei confronti di quelle banche commerciali, soprattutto del Sud Europa, che oggi hanno grossi problemi di sofferenze e quindi più legate al “mondo commerciale”?
Non vi racconto balle. Guardate questa slide che ho creato. Troverete l’elenco delle banche europee con maggiore leva finanziaria. Per aiutarvi troverete anche la nazione di fianco la nome. E poi ditemi che ne pensate. (troverete anche banche di piccole dimensioni. Le banche che non sono con l’Euro sono in corsivo)
Nazione | Nome | Leva finanziaria | Capitalizzazione di mercato |
FR | CREDIT AGRICOLE | 45,053532 | 22.776.950.784,00 |
POR | ESPIRITO SANTO | 41,544014 | 1.061.470.592,00 |
GRE | NATL BANK GREECE | 39,151821 | 10.378.083.328,00 |
GER | SCHWEIZ NATB-REG | 37,126972 | 105.000.000,00 |
GRE | EUROBANK ERGASIA | 34,015472 | 2.794.787.584,00 |
IT | BANCA MONTE DEI | 33,418819 | 2.595.638.272,00 |
GER | DEUTSCHE BANK-RG | 32,454361 | 35.493.879.808,00 |
POR | BANCO COM PORT-R | 32,390224 | 2.205.231.872,00 |
FR | NATIXIS | 30,142977 | 12.652.304.384,00 |
DAN | VESTJYSK BANK | 29,609921 | 1.083.369.216,00 |
GER | DEUTSCHE POSTBAN | 29,450983 | 8.073.720.320,00 |
UK | BARCLAYS PLC | 29,224007 | 41.094.860.800,00 |
FR | SOC GENERALE | 27,714052 | 32.562.659.328,00 |
POR | BANIF – BANCO IN | 27,637789 | 814.316.160,00 |
IT | BANCA POP ETRURI | 27,00329 | 147.038.176,00 |
ES | LIBERBANK SA | 26,113718 | 876.807.040,00 |
ES | BANKIA SA | 24,125154 | 12.300.507.136,00 |
FR | BNP PARIBAS | 23,919899 | 66.080.968.704,00 |
GER | COMMERZBANK | 23,894705 | 11.908.782.080,00 |
SVE | SVENSKA HAN-A | 23,482658 | 189.771.923.456,00 |
POR | BANCO BPI SA-REG | 23,161852 | 1.598.499.968,00 |
DAN | DANSKE BANK A/S | 23,111301 | 127.691.292.672,00 |
SUI | UBS AG-REG | 23,055294 | 64.306.466.816,00 |
SVE | SEB AB-A | 22,954142 | 170.138.517.504,00 |
FR | CIC | 22,447464 | 5.647.082.496,00 |
BEL | BANQ NATL BELGIQ | 22,329418 | 1.177.196.032,00 |
SVE | NORDEA BANK AB | 22,084747 | 280.256.643.072,00 |
FIN | ALANDSBANKEN-A | 21,68272 | 130.994.520,00 |
SUI | CREDIT SUISS-REG | 21,463884 | 42.564.878.336,00 |
BEL | KBC GROEP | 20,787199 | 16.636.997.632,00 |
UK | LLOYDS BANKING | 20,654459 | 53.792.129.024,00 |
SUI | EFG INTERNAT AG | 20,13546 | 1.870.042.496,00 |
GRE | PIRAEUS BANK | 20,071913 | 7.304.498.176,00 |
FIN | AKTIA BANK OYJ | 20,050152 | 532.282.336,00 |
ESP | BANCO SABADELL | 18,663912 | 7.388.919.808,00 |
NOR | DNB ASA | 18,485764 | 171.023.876.096,00 |
SVE | SWEDBANK AB-A | 17,952036 | 188.818.554.880,00 |
SUI | BERNER KANTO-REG | 17,597504 | 2.078.360.064,00 |
SUI | BANKINTER | 17,313555 | 3.951.676.160,00 |
IT | BANCA POP SONDRI | 17,301201 | 1.299.152.000,00 |
UK | ROYAL BK SCOTLAN | 17,140284 | 36.398.837.760,00 |
IRL | BANK IRELAND | 17,090298 | 8.015.246.336,00 |
AUS | ERSTE GROUP BANK | 17,007315 | 10.959.900.672,00 |
AUS | ERSTE GROUP BANK | 17,007315 | 295.530.463.232,00 |
ESP | BANCO SANTANDER | 16,876041 | 72.635.891.712,00 |
SUI | BANK COOP AG-BR | 16,566921 | 809.156.224,00 |
CIP | BANK OF CYPRUS | 16,403091 | 373.389.248,00 |
IT | CREDITO VALTELLI | 16,340822 | 609.899.328,00 |
GRE | HELLENIC BANK PU | 16,213837 | 68.165.816,00 |
SUI | WALLISER KANT-BR | 15,916496 | 1.138.499.968,00 |
NOR | POHJOLA BANK-A | 15,698708 | 4.584.676.864,00 |
SUI | BANQ CANT GEN-BR | 15,619147 | 837.720.000,00 |
IT | CREDITO EMILIANO | 15,611675 | 1.864.719.744,00 |
IT | BANCA POP EMILIA | 15,60683 | 2.280.807.424,00 |
SUI | LUZERNER KAN-REG | 15,412933 | 3.043.000.064,00 |
SUI | ZUGER KANTONA-BR | 15,272436 | 1.375.133.824,00 |
UK | HSBC HLDGS PLC | 15,203508 | 130.370.723.840,00 |
SUI | BASELLAND KANTBK | 15,101547 | 2.126.600.064,00 |
MAL | HSBC BANK MALTA | 15,029157 | 773.376.064,00 |
GRE | ALPHA BANK A.E. | 15,005233 | 7.056.197.632,00 |
IT | BANCO POPOLARE S | 15,002561 | 2.481.569.024,00 |
ESP | BANCO POPULAR | 14,886575 | 7.408.343.040,00 |
DAN | JYSKE BANK-REG | 14,865168 | 22.139.568.128,00 |
IT | UNICREDIT SPA | 14,571407 | 31.252.058.112,00 |
SUI | ST GALLER KA-REG | 14,460547 | 1.992.499.712,00 |
ESP | CAIXABANK S.A | 14,413928 | 18.377.517.056,00 |
UK | STANDARD CHARTER | 14,273549 | 35.998.466.048,00 |
IT | BANCA POP MILANO | 13,650714 | 1.473.353.856,00 |
ESP | BBVA | 13,575677 | 48.891.314.176,00 |
IT | INTESA SANPAOLO | 13,353902 | 28.612.743.168,00 |
IT | BANCA PROFILO | 13,217534 | 168.392.064,00 |
IT | UBI BANCA SCPA | 13,192948 | 4.409.550.336,00 |
IT | BANCA CARIGE | 12,764989 | 1.185.880.576,00 |
IT | MEDIOBANCA | 10,616667 | 5.390.668.800,00 |
Per completare il quadro, posso ancora dirvi che Deutsche Bank detiene 38 miliardi di euro di titoli illiquidi, ovvero il 94% del patrimonio netto tangibile di tutto l’istituto. Bnp Paribas invece ne detiene per un terzo di tutto il capitale (27 miliardi).
Credo sia superfluo dirvi cosa potrebbe succedere se, un giorno, Db dovesse comunicare al mercato che quel portafoglio titoli fosse invece composto da carta straccia inesigibile, anche solo parzialmente (30% è più che sufficiente).
Ma non basta. Se poi parliamo di derivati, di cui ho parlato recentemente, le cose non vanno certo meglio. DB ne detiene per il 38,6% dell’attivo. E UDITE UDITE, il 99% degli stessi ha natura speculativa (Source) :
Discorsi simili per Credit Agricole e Bnp Paribas.
Sommate questi ingredienti:
a) TITOLI ILLIQUIDI
b) DERIVATI
c) LEVA FINANZIARIA
Ne otterrete un bel mix esplosivo, una mina sistemica che deve preoccupare.
Permettetemi un’ultima considerazione: ma queste banche “da incubo”…vorrebbero comandarci?
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Hai centrato il punto…aggiungi poi che i derivati, che siano speculativi o no, possono essere contati solo per il 15% nella determinazione del core tier 1…risultato: nessuna banca europea supera gli stress test, e il metodo Cipro non si può usare se una banca non supera gli stress test, il metodo Cipro riguarda istituti sull’orlo della bancarotta, cioè in crisi di liquidità…lo spiego’ lo stesso draghi in una lettera alla commissione europea mi sembra, ma…cmq era chiaro anke senza la sua precisazione…ricapitolando: se si fanno gli stress test, si deve fare un enorme qe dopo…eheh che ridere a ripensare a tutti quelli ke criticavano gli stati uniti e bernanke….sarebbe come criticare uno ke si fa la chemio quando chi critica non si è fatto nemmeno le analisi per capire se è in salute…
Ci vuole un genio della finanza per capire che con gli eurobond al 3%, considerando quelli spazzatura dei pigs, si risolverebbero quasi tutti i problemi dell’area euro e si darebbe davvero il via alla ripresa economica? Vox populi vox Dei.
Non passa giorno che conversando con la gente comune qualcuno non rimanga sbalordito dalle mi affermazioni a proposito dell’estrema fragilità del sistema finanziario tedesco, sbalordito e deluso, un pò come il bimbo che all’improvviso scopre che Babbo Natale in realtà non esiste, che era solo una splendida ed indimenticabile favola, si come l’idea che le banche tedesche siano solide, che il loro sistema Paese sia un roccia sulla quale rifondare la nuova Europa finanziaria.
Non riscrivo tutto ciò solo per raccontarvi che l’avevo detto ma perchè ognuno di Voi, faccia leggere ad amici e parenti quello che in realtà sta accadendo perchè sono stanco di sentire un popolo intero che continua ad autoflagellarsi indicando la vicina Germania come modello unico ed immacolato da seguire, partendo dal mercato del lavoro per arrivare sino al suo sistema bancario, passando per tante altre questioni.
Sia ben chiaro, abbiamo molto da imparare da tutti non solo dai tedeschi, perchè la crisi attuale è figlia di una degenerazione antropologica del popolo italiano ma non solo, ma io lotto quotidianamente per coloro che, uomini e donne, in silenzio con abnegazione fanno andare avanti questo Paese, perchè credono nella cooperazione e nel bene comune, nell’onestà e nella responsabilità.
E’ ora di finirla che i nostri responsabili politici nascondano le responsabilità della Germania, noi abbiamo le nostre, ma non possiamo affondare definitivamente perchè la Germania ha deciso di provare a dominare per la terza volta l’Europa.
Era il 2008 quando incominciai a studiare attentamente l’esposizione delle varie banche internazionali al fenomeno subprime, aiutandomi con i dati della BRI Banca dei Regolamenti Internazionali, l’unica che lanciò un serio allarme sulla tempesta perfetta. Senza inizialmente farci più di tanto caso scoprii che le soprattutto le banche tedesche ma non solo anche quelle inglesi e francesi, oltre che ad essere sensibilmente esposte nei confronti della bolla subprime e della fantasia strutturale derivata collegata erano esposte in maniera determinante alle bolle immobiliari che di li a poco sarebbero scoppiate in mezza Europa, Spagna ed Irlanda in primis, per non parlare di quel paesino greco nel quale oltre il 60 % degli artigiani giravano in Porsche Cayenne.
Cassandra, Cassandra portami via con te sono stanco di predirre sventure o svelare verità nascoste, che spesso e volentieri portano ad immensi drammi umani e sociali!
Ricordo il mese di Giugno 2011, quando la tempesta perfetta si scatenò sul nostro Paese, una tempesta provocata inizialmente da una massa impressionante di nostri titoli di Stato riversati sul mercato da Deutsche Bank, molto attiva inoltre nel collocare all’ingrosso, credit default swap sul rischio Italia, ovvero assicurazioni per proteggersi dal nostro fallimento.
Rileggetevi attentamente questo post …
DATEMI UNA LEVA E…VI DISTRUGGERO’ IL MONDO
Lo considero uno dei post fondamentali scritti negli ultimi anni da Icebergfinanza, scritto in epoca non sospetta, quando ancora nessuno sapeva nulla o quasi di quello che stava accadendo ad un Paese che aveva nazionalizzato non certo per caso, il più alto numero di banche dopo il colabrodo Inghilterra…
(…) In un momento di tentazione del denaro facile, la Germania è diventata una sorta di specchio per Islanda, Irlanda, Grecia e il resto, specialmente per gli Stati Uniti. Altri paesi hanno usato i soldi arrivati dall’estero per alimentare le varie forme di follia consumistica e speculativa, specialmente con gli immobili.
Ma poi i tedeschi, attraverso i loro banchieri, hanno usato il proprio denaro per permettere agli stranieri di comportarsi in maniera folle.
Questo è ciò che rende il caso tedesco particolare. Se fossero stati l’unico grande paese sviluppato occidentale con un morale finanziaria decente, avrebbero rappresentato un’ immagine di rettitudine.
Ma hanno fatto qualcosa di molto particolare: durante il boom del debito i banchieri tedeschi sono andati oltre i loro standard, ma solo fuori dalla Germania.
Hanno prestato i soldi per i mutuatari subprime americani, per gli speculatori del boom immobiliare in Irlanda, per il magnate bancario islandese che ha fatto cose che nessun tedesco avrebbe mai fatto. Le perdite tedesche sono all’ultimo conteggio di 21 miliardi di dollari con le banche islandesi, 100 miliardi di dollari con le banche irlandesi, 60 miliardi di dollari per vari subprime statunitensi e ancora non si bene per i titoli greci. (…) Nel loro paese, tuttavia, questi banchieri apparentemente folli all’estero si sono comportati con moderazione. Il popolo tedesco non ha permesso loro di comportarsi diversamente.
(…) Quello che le loro banche hanno fatto con i soldi dei tedeschi tra il 2003 e il 2008 non sarebbe mai stato possibile farlo in Germania, perché non c’era nessuno ad abboccare e prendere a prestito tutti questi soldi come facevano in California o in Grecia. Hanno perso ingenti somme dal 2003 in tutto ciò che hanno fatto fuori dalla Germania.(…) non erano bravi a farlo come quelli di New York, che avevano inventato tutti questi strumenti finanziari complicatissimi e facevano questo gioco da almeno trent’anni “. E’ stato come mettersi improvvisamente a giocare a poker grosse somme con dei giocatori professionisti. Il risultato era prevedibile alla fine.
Da quel momento in poi la Germania ha cercato di fare qualunque cosa per nascondere la fragilità del suo sistema finanziario, come quello francese e inglese, imponendo il sacrificio della Grecia che poteva essere definitivamente salvata con qualche miliardo in più all’inizio, mossa strategica accompagnata dall’istituzione delle più demenziali creature finanziarie della storia europea, fondi salvastati vari, sigle varie alle quali il nostro Paese ha contribuito versando sino ad oggi ben oltre 50 miliardi di euro senza ricevere in cambio un solo centesimo di aiuto alle proprie banche, liquidità che è invece andata alle banche greche, spagnole, portoghesi, irlandesi che a loro volta restituivano i capitali alle banche tedesche, francesi ed inglesi.
Chiunque creda che quei soldi, che la liquidità dei fondi salvastati sia andata ad aiutare i rispettivi popoli è semplicemente un fesso!
Mi fermo qui perchè basta utilizzare Google, associare la parola Icebergfinanza con banche tedesche, Commerzbank, Deutsche Bank, Germania, idioti di Dusseldorf e via dicendo e troverete un’intera enciclopedia che vi racconta la reale situazione del sistema finanziario tedesco.
Ieri una delle nostre preziose vedette in diretta twitter mi ha segnalato questo articolo “Germania nasconde grave crisi bancaria” che per la prima volta a parte un blogger qualunque di nome Cassandra affronta la questione, anche se in realtà è un articolo estremamente soft e non considera l’immensa discarica derivata radioattiva detenuta da Deutsche Bank e l’immondizia subprime nascosta negli armadi delle banche regionali legate al potere politico tedesco…
NEW YORK (WSI) – La Germania sta tenendo nascosta una grave crisi bancaria interna e per questo vorrebbe che la supervisione dei bilanci degli istituti di credito dell’area euro fosse condotta dalle autorità monetarie di ciascun paese. Per continuare nell’operazione di camuffamento. A sostenerlo è il professore Christian Marazzi, professore e direttore di ricerca socio economica presso la Scuola Universitaria della Svizzera Italiana. (…) I tedeschi sono terrorizzati di vedere svelati i bilanci delle loro banche, perché sono messi male. Si pensi che la Commerzbank è esposta per un quarto su attivi legati allo shipping, e questo in un periodo in cui il commercio mondiale è in netta diminuzione e tutto il settore della logistica sta attraversando una vera e propria crisi da sovrapproduzione. Per questo i tedeschi vorrebbero una supervisione dei bilanci condotta dalle autorità monetarie di ciascun paese, appunto per gestire a modo loro questa crisi bancaria finora sempre mascherata. Quindi meglio sarebbe garantire la massima trasparenza e evitare di essere accusati di metodi fraudolenti.
Ovviamente le banche fallite per molti analisti all’amatriciana che circolano sulla stampa mainstream e nel web, sono quelle italiane perchè… Draghi che vuole massima trasparenza prima di passare all’unione bancaria, concede favori agli istituti di credito italiani assegnando un rating A ai titoli usati come collaterale dalle banche. Solo la piccola agenzia DBRS ha un rating A sui bond italiani e non certo per quelli Strip. Si può parlare di metodo fraudolento?
Solo gli ignoranti hanno il coraggio di paragonare un titolo di stato con immondizia strutturata e derivata subprime o con l’immensa mole di attivi derivati detenuti dalle banche tedesche, solo un povero ignorante, può paragonare un derivato o un titolo strutturato ad un titolo emesso da uno stato sovrano.
Ovviamente le oche giulive vi diranno che l’Italia sta per fallire, ieri, oggi e domani, ma questa è un’altra storia, inutile ritornarci, ormai gli ignoranti abbondano.
Gli stessi ignoranti che quotidianamente suggeriscono di lanciare un’occhio alla Spagna che è uscita dalla recessione, esempio di virtuosismo da macelleria sociale, tranciando salari e occupazione, sempre che udite, udite ….
EU Probes Spanish Officials as Concerns on Budget Data Escalate
A proposito prima che qualche anima candida si agiti per l’arrivo del famigerato ciclone tapering consiglio di leggere le previsioni dell’ufficio metereologico della Fed, dove in realtà stanno tenendo d’occhio il ciclone 30 year fixed rate mortgage che sta riacquistando forza…
FRED Graph
(AGI) – Montgomery, 12 nov. – La Federal Reserve deve mantenere “molto accomodante” la sua politica monetaria. Lo sostiene il presidente della Fed di Atlanta, Dennis Lockhart, secondo il quale la tiepida crescita economica e gli effetti dello shutdown suggeriscono di non agire al vertice della Fed del 17-18 dicembre. “La politica monetaria complessiva – dice – dovrebbe restare molto accomodante per qualche tempo”.
Kocherlakota (Fed Minneapolis): tapering metterebbe freno alla ripresa Alla luce dei recenti problemi dell’economia americana le speculazioni dei mercati su un possibile “tapering” sono “sconcertanti” perché una riduzione del piano di stimoli da parte della Federal Reserve “sarebbe un freno per la ripresa”. Lo ha detto il governatore della Fed di Minneapolis Narayana Kocherlakota, secondo cui la Banca centrale americana deve continuare a garantire un sostegno massiccio per fare calare una disoccupazione ancora molto alta.
Poi ci sono sempre i giapponesi nell’isola sperduta in mezzo all’oceano dell’inflazione immaginaria, come Fisher che da anni si dimena… Fisher (Fed Dallas): stimolo a economia non può andare avanti per sempre
Anche la mano di dio la pensa diversamente Hatzius: Baseline for Taper is March, 2014
ma come dice il nostro Machiavelli avranno tempo e modo per ricredersi nei primi mesi del prossimo anno, state sintonizzati, per il prossimo anno Machiavelli ha in serbo un matrimonio con Madame Volatilité …
Nel frattempo in Italia, in Italia a si sulle spiagge si legge la legge elettorale, o no, si vendono le spiagge per pagare la legge elettorale o forse la nuova legge elettorale serve per pagare i bagnini delle spiagge…va beh, continuate pure a leggere e sostenere i giornali e i media mainstream, con contributi statali e mi raccomando per l’informazione indipendente, nulla di più che un semplice applauso. Buon divertimento!
http://icebergfinanza.finanza.com/2013/11/13/germania-il-cigno-nero/
L’eurobond presuppone una unione di bilancio, quindi una unione politica…allo stato dell’arte è impossibile, conta poi che con l’omt gran parte dei problemi relativi agli spread è stato risolto…ad ogni modo i soldi che ci vogliono per ripulire i bilanci delle banche non possono essere trovati emettondo bond, sono troppi…ci vuole un terzo del pil dell’eurozona almeno…no no un bel qe è la soluzione…poi servirà a tutti quindi non troverà opposizione…certo sarà una gigantesca figura di m x gli austerici del Nord Europa ma si sa ke le bugie hanno le gambe corte…
idleproc@finanza:
DT e KryDue “post” di rilevanza nazionale.
Quoto!
In merito a questa affermazione:
“Le banche dei Paesi forti approfitterebbero dei costi più bassi del capitale per rilevare le banche dei Paesi più deboli”
Siamo sicuri che dopo gli stress test lo spread rimarrà a questi livelli? E’ fantascientifico pensare che potrebbe avvenire l’opposto, e cioè che sia qualche più o meno solida banca italiana a mangiarsi qualche cadavere tedesco o francese? (Chiedo…)
No, al max sarebbero tutte cannibalizzate dalle banche americane…non è questo il punto da capire: il punto è ke nel preciso momento in cui si fanno gli stress test, bisogna anke sapere cosa si fa dopo, infatti Draghi lo ripete di continuo, e non c’è altro da fare ke un gigantesco qe, no dico, guardate la capitalizzazione delle banche nella tabellina, poi moltiplicatela x 10, è quella la cifra ke ci vuole…quando la gente lo capirà il dollaro andrà sotto la parità con l’euro…gli americani hanno vinto anke stavolta…
Mi sembra che siamo nel campo di ipotesi futuristiche; fatto è che dopo la pubblicazione delle trimestrali si è verificato un sensibile calo delle quotazioni bancarie delle banche italiane che continua anche oggi con l’indice MIB che sta rompendo diversi supporti. Incidono, a mio avviso, l’elevata percentuale delle sofferenze e degli incagli e la continua instabilità della situazione politica.
per avere un unione bancaria occorre un unione politica o comunque euro bonds in grado di azzerare il differenziale di spread tra i vari paesi.