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EST EUROPA: CRISI DI SISTEMA DELLE BANCHE?
Chi ha letto ieri il post sul bivio, contestato da alcuni lettori che forse non hanno molto presente come funziona l’analisi tecnica o forse non credono nello strumento (il che è assolutamente da rispettare come punto di vista), avrà visto che lo scenario che ho denominato “Alfa” è quello che potenzialmente potrebbe far ripartire per un periodo di tempo i mercati finanziari. Este Europa e la crisi dei mercati.
Devo però ammettere una cosa, non troppo positiva. I mercati in questo momento mancano completamente di forza. Sembra che non ci siamo più energie. Sembra quasi che si resti in piedi per il rotto della cuffia. Ma non temete, manca pocoe tra qualche tempo avremo le idee più chiare sulle tendenze dei mercati finanziari.
Alfa o Beta? Lo capiremo presto.
Intanto però, escono dati catastrofici. E’ uscito qualche ora fa un mio commento sul Giappone. Numero preoccupanti. Ma purtroppo c’è ben di peggio. E si tratta di dati che ci sono molto molto vicini, e che fotografano in modo purtroppo evidente una crisi che probabilmente nemmeno il peggior corvaccio potrebbe immaginarsi.
Collasso del sistema nell’Est Europa?
Premessa: non voglio essere tacciato dai lettori come un portatore storico di jella o come un visionario ribassista speculatore che vuole lucrare sulla psiche delle persone, anche perché non riesco proprio a capire dove sta il lucro.
Il mio obiettivo e cercare di fare un’analisi indipendente della situazione, nella speranza di fornire un servizio indipendente.
Veniamo ai fatti.
Qualcuno di voi conosce Josef Proll? Probabilmente lo conoscete in pochi. E’ il ministro delle finanze austriaco. Questo signore ha chiesto all’Unione Europea un pacchetto di 150 miliardi di Euro al fine di salvare le bancnhe del blocco dell’ex Urss. Il motivo? Semplice. Le banche austriache hanno prestato a quell’area una cifra pari a 230 miliardi di Euro, ovvero pari al 70 % (ripeto, 70%) del PIL austriaco.
Richiesta prontamente rimandata al mittente.
Se crolla l’Est Europa…
Con questo cosa voglio dire? Le banche dell’Est Europa sono praticamente di proprietà di istituti di credito dell’area Euro. Basta vedere ad esempio il caso di Unicredit (che infatti in borsa fa le bizze). Ed il settore bancario di quell’area è semplicemente disastrato.
Qualche altro esempio?
Oltre la metà dei mutui concessi in Polonia sono stati emessi non in Zloty bensì in CHF. Questo perché il tasso del CHF era enormemente basso se raffrontato al tasso dello Zloty. Però è stato sottovalutato il rischio svalutazione. Infatti nel frattempo lo zloty sempre contro il CHF ha perso il 40%. Ma la Polonia è s ono un esempio. Se nacdiamo a vedere cosa è successo in Ungheria, Ucraina, Lettonia, Estonia ecc, ci sono un sacco di situazioni analoghe.
Quindi capite bene che se salta l’Est Europa a pagarne le conseguenze (tanto per cambiare) saremo noi.
Cosa può fare il FMI
Se poi effettivamente dovesse rischiare di saltare il sistema bancario dell’Est Europa, è lecito aspettarsi un intervento del Fondo Monetario Internazionale. Tecnicamente sarebbe logico. Ma c’è un piccolo dettaglio, non proprio trascurabile. IL FMI è quasi a secco di denaro. Ha speso cifre enormi per sostenere l’Islanda, il Pakistan, più altri paesi emergenti. Chi lancerà la ciambella di salvataggio a questi paesi?
Esposizione delle banche Europee Core all’Est Europa
E da qui si capisce il perchè della richiesta dell’Austria. Ma anche l’Italia non scherza. Protagonista proprio lei, Unicredit.
Ringrazio Triglav per la tabella sopra esposta.
Come disse la vecchia che, camminando sugli specchi, guardò in basso: “La vedo grigia…”.
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