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La guerra del PIL: e la CINA è il pericolo a breve termine
Il braccio di ferro sui dazi doganali tra CINA e USA continua ininterrottamente. Per molti (sottoscritto compreso) Donald Trump avrebbe trovato un’intesa prima delle elezioni di mid-term. Ipotesi che ahimè diventa sempre più difficile visto che i toni continuano ad essere aspri.
Poi lo sappiamo tutti, Trump pensa di essere alla guida di un’azienda e non di una nazione e il suo ego fa si che il suo modo di porsi non sia mai molto propositivo. Se parliamo di dimensioni (tranquilli, mi riferisco al PIL) al momento gli USA restano i grandi dominatori mondiali. Ma occhio perché la Cina, come molti altri paesi emergenti, stanno crescendo economicamente e demograficamente. Il PIL cinese, previsto tra il 6,6 e il 6% per quest’anno e il prossimo dal Fondo monetario internazionale, è però in rallentamento; e quello americano è invece in accelerazione più del previsto, al momento attorno al 4% e, si prevede, verso il 3% nel 2019.
Ma proprio parlando di Cina, porto alla vostra conoscenza un grafico curioso., L’andamento della crescita del PIL di Pechino negli ultimi anni.
PIL CINA: una crescita che è decrescita
Come potete vedere, il PIL cinese resta sempre molto virtuoso. Si parlava di un +6.8% per quest’anno, numeri neanche immaginabili in un paese come l’Italia o anche in altri stati ad economia sviluppata ed ormai “decotta”. Ma se notate, la tendenza non è positiva. Ma la Cina ha un bisogno siderale di un PIL molto forte, anche per alimentare quella bolla finanziaria (debito privato) che può reggere solo con una crescita economica virtuosa. Morale: con questo post so di non dirvi nulla di nuovo. Della Cina ho parlato già molte volte (CLICK HERE).
Ma vi do un consiglio. Nelle prossime ore verranno resi noti questi dati macroeconomici cinesi molto importanti. Qui sotto troverete anche cosa si aspetta il mercato. Numeri particolarmente peggiorativi potrebbero essere molto pericolosi in questa fase dove gli operatori sono già nevrotici e la volatilità sta tornando protagonista.
E poi ovviamente occhio alle evoluzioni sulla diatriba “dazi”. Per chi non lo sapesse, Trump ha fatto firmare a Messico e Canada, all’interno del NAFTA, un accordo dove gli stati membri si impegnano a NON firmare accordi commerciali senza il consenso di TUTTI gli stati membri. Quindi, in altri termini, non possono fare nulla con la Cina senza la benedizione degli USA. Un modo EVIDENTE per cercare di mettere all’angolo Pechino. Guardate questo mio tweet. Shanghai oggi ha un price earning ridicolo, il tutto con uno Yuan che è sceso molto. Probabilmente una occasione d’acquisto per il lungo termine. Ma non è facile dirlo.
++ SHANGHAI Comp vs CNY ++
Un PE pari >12 e #CNY che vs USD ha perso il giusto… Forse il listino più cheap in questo momento. #Trump permettendo pic.twitter.com/PU02HDnMjr— (((Danilo DT))) (@intermarketblog) October 18, 2018
Ovviamente la domanda sorge spontanea. Se mai si raggiungerà un accordo anche con l’Europa, gli USA chiederanno di firmare la medesima clausola anche a Bruxelles? In tal caso bye bye WTO… E ci sarebbe da ridere…
STAY TUNED!
Per fare la guerra basta uno che la voglia; per fare la pace almeno due.