Cina: guerra a inflazione, internet e agli USA

Scritto il alle 12:00 da Danilo DT

 

La Cina resta sempre un paese al centro dei nostri pensieri. Non perché siamo particolarmente filo-cinesi, ma perché siamo consapevoli del fatto che la Cina sarà il futuro. E sottovalutare questo dato di fatto potrebbe essere un grave errore.
Andiamo ai fatti.

La forte crescita economica e soprattutto il forte afflusso di capitali dall’estero (grazie in primis alla politica monetaria USA del quantitative easing) ha generato nell’Ex Celeste Impero il rischio inflazione, rischio che è diventata vera PAURA. L’indice dei prezzi al consumo ha raggiunto i massimi degli ultimi anni.

Grafico Indici prezzi al consumo CINA

Questo dato va a sommarsi a tanti altri problemini che si sono generati anche a causa della (troppo?) rapida crescita economica, compresa la tanto temuta bolla immobiliare che al momento non ha ancora fatto grossi danni.
E il premier cinese (Wen Jiabao) ha chiaramente detto che il suo impegno è indirizzato a tenere sotto controllo la situazione.
Nel frattempo però la Cina frena.
Guardate questo grafico.

Crescita Cina: Export, import e borsa



Sia l’export che l’import sono in frenata. Proprio perché lo stato sta iniziando a “controllare” i consumi. Prese di posizioni fortissime che in un’economia occidentale non sarebbero certo accettate, ma in Cina, oggi, tutto è possibile.

Per esempio, lo sapevate che hanno frenato considerevolmente l’import di petrolio proprio per bloccarne il consumo? E che dire dei beni alimentari? Pechino sa che l’aumento dei prezzi è legato soprattutto all’aumento della liquidità interna, un aumento medio degli stipendi del 30% e alla più semplice concessione del credito bancario e ha deciso di mettere dei tetti massimi ai prezzi, situazione che però ha anche un rovescio della medaglia (leggasi approvvigionamenti eccessivi, mercato nero, carenze di beni). Ed è ancora qui che vuole intervenire il premier. Però sempre tutelando gli interessi della Cina e non certo quelli USA o del mondo. Quindi scordiamoci pure manovre straordinarie di rivalutazione. La Cina farà i suoi interessi. E in merito agli interventi, i cinesi hanno una finanza pubblica che ha ancora tante cartucce da sparare. Mentre noi, vecchia economia, non abbiamo nel nostro zainetto che fumo, avendo deficit pesanti e tassi di interesse ormai a zero.

Tensioni tra USA e Cina

La tensione tra le due super potenze continua ad essere elevata.
Oltre alla solita storia (rinfacciarsi il quantitative easing e la mancata rivalutazione dello yuan) ora c’è un’ultima perla.
E ve la regalo in un link italiano.

L’8 aprile 2010, per diciotto minuti, una quota del 15 per cento dell’imponente traffico internet mondiale, e in particolare statunitense (incluse comunicazioni da e per i siti dell’Esercito, della Marina, del corpo dei Marines, dell’Aeronautica, dell’ufficio del Segretario della Difesa, del Senato e della Nasa), potrebbe essere stato registrato e decriptato dalla Cina. Con conseguenze che potrebbero rivelarsi drammatiche per la privacy e la sicurezza. (…)In quei diciotto lunghi minuti infatti i dati internet ad alta sensibilità statunitensi e di molti altri Paesi sono passati erroneamente attraverso i server cinesi, dopo che China Telecom aveva inviato informazioni di routing sbagliate: una mole di traffico impressionante, compresi i delicati dati delle agenzie governative, ha seguito il percorso errato a causa della modifica del routing su internet, approdando sui server cinesi. Il fenomeno in questione è il cosiddetto “IP hijacking” e si verifica quando il router impone una rotta diversa, indicando come percorso migliore un nodo differente da quello abituale. (…)Secondo Dmitri Alperovitch, vice presidente della società McAfee, il dolo è quasi certo e si tratterebbe di «uno dei più grandi attacchi di hijacking, o forse il più grande in assoluto, che si siano mai visti», nonostante il gigante delle telecomunicazioni cinese neghi qualsiasi hijack del traffico web. «Potrebbe accadere ancora – spiega Alperovitch -, dovunque e in qualsiasi momento». E poi conclude: «Cosa è successo al traffico della rete mentre era in Cina? Nessuno lo saprà mai. (Source: Corriere)

Facciamo molta attenzione. Guerra commerciale, guerra valutaria, e ora guerra mediatica?
Io sono il primo a dire che il futuro parra attraverso alla rete, essendo blogger da tanti anni. Ora, non oso immaginare le conseguenze che potrebbero derivare da una guerra web-mediatica.
Mi fermo qui, perché non voglio azzardate teorie troppo pessimistiche.

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DT

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12 commenti Commenta
Scritto il 19 Novembre 2010 at 12:34

Intanto da Bloomberg stamattina è uscita questa interessante intervista con alcuni banchieri cinei, secondo i quali la banca centrale cinese alzerà i tassi entro dicembre.

Nov. 19 (Bloomberg) (…) Analysts at nine banks surveyed this week by Bloomberg News predict the People’s Bank of China will add to last month’s rate rise, the first since 2007, by the end of December. Concern that rising consumer prices, which surged the most in two years in October, will undermine the economy spurred Premier Wen Jiabao to hold a cabinet meeting on the issue this week. (…) Excess liquidity is the “root of the problem,” Tao Dong, a Credit Suisse Group AG economist in Hong Kong said this week.
At Societe Generale, Hong Kong-based economist Yao Wei said that China’s “old-fashioned price stabilization policies” will not be enough to reduce the case for monetary tightening. The possibility of “more interest-rate hikes by the year-end remains relatively high,” she said.
The central bank has raised lenders’ reserve requirements to drain cash from the financial system four times this year and last month raised rates for the first time since 2007.

hironibiki
Scritto il 19 Novembre 2010 at 12:50

Le news che ho trovato e che volevo condividere:

La finanziaria —

Dal 2007 a oggi lo Stato ha destinato 400 milioni l’anno al 5 per mille. Per il 2011 in Finanziaria ci sono soltanto 100 milioni. Ma questo è solo l’ultimo schiaffo per il non profit. Da marzo sono state cancellate le agevolazioni sulle tariffe postali e così oggi inviare bollettini e comunicazioni ai sostenitori costa il 340% in più.

Ia politica —

Birra e volgarità: ubriachi in chiesa
I consiglieri Pdl e Lega in un video. Nella cattedrale di Monaco di Baviera con bottiglie di birra in mano, tra parolacce, rutti e una bestemmia.

Bah che schifezza!

ottofranz
Scritto il 19 Novembre 2010 at 13:55

Wow . la fine di Internet? Dove si comprano le Azioni delle Poste Italiane? 😆

A.A.A. vendesi macchina Enigma seminuova

lucianom
Scritto il 19 Novembre 2010 at 13:58

Ieri le borse salivano perchè stavano diminuendo i timori sull’Irlanda, oggi stanno scendendo per paura dell’Irlanda (vedi WSI).E così da sempre ogni giorno devono trovare dei motivi per giustificare l’andamento delle borse(seguo anche Bloomberg TV che rasenta a volte il ridicolo).Ma questi giornalisti non hanno un po’ di fantasia?Sarebbero più credibili se dicessero che è pura speculazione.Viva Intermarket & More. 😉

Scritto il 19 Novembre 2010 at 14:41

lucianom,

Secondo te, se non facessero così, come fanno a fare notizia? Purtroppo i giornali vogliono che si dica perchè capita quello, questo e quell’altro.
La giustificazione “speculazione” non esiste, o meglio, non è sufficiente. ma che volete farci…

lucianom
Scritto il 19 Novembre 2010 at 15:00

Dream Theater,

Capisco tutto, ma cadere nel ridicolo è la peggior cosa che possa capitare ad un giornalista(meglio sbagliare) a meno che la massa creda queste notizie, certamente comunque non aiuta a diffondere la cultura finanziaria di cui molti piccoli investitori hanno bisogno per difendersi dagli squali che sguazzano in queste acque.

ottofranz
Scritto il 19 Novembre 2010 at 15:06

@ Lucianom

Non credo siano interessati a diffondere cultura finanziaria nella massa

Anzi…la massa va benissimo così !

ottofranz
Scritto il 19 Novembre 2010 at 15:08

in ogni caso nel nostro mercatino c’è una nota stonata fra il + 0.63 % totale ed il -2,37 di unicredit , non trovate ?

ottofranz
Scritto il 19 Novembre 2010 at 15:10

scusate … dimenticavo…ed il – 2,99 di Intesa S Paolo

lucianom
Scritto il 19 Novembre 2010 at 15:16

ottofranz,

A malincuore ti devo dare ragione.

hironibiki
Scritto il 19 Novembre 2010 at 16:03

ottofranz,

EHEH E Tremmy che dice “tranquilli l’italia è solida e non collassa, anzi è parte della soluzione”. Vai Tremmy che siamo tutti con te!!!

ottofranz
Scritto il 19 Novembre 2010 at 17:48

http://it.finance.yahoo.com/notizie/Wall-Street-incerta-Nasdaq-0-tendenzamercati-3076721701.html?x=0

effetti sull’economia globale della nuova decisione della banca centrale cinese di aumentare le riserve obbligatorie per le banche

Partenza incerta di WS .

Porco cane, ma perchè dovrebbe essere una brutta notizia? Non sarebbe il caso che cominciassimo anche noi ?

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