La GRECIA condannata e NON salvata: i 5 punti di NON ritorno

Scritto il alle 09:47 da Danilo DT

referendum-grecia-noeuro

Tutto è andato come previsto. Tsipras è riuscito a portare a casa il voto che sperava ma con un costo a livello politico non indifferente, visto che si è trovato “a favore” parte dell’opposizione, ma “contro” alcuni dei suoi delfini, primo fra tutti il tanto contestato ex Ministro delle Finanze.

Visto il risultato ottenuto, non si esclude un rimpasto, se non elezioni in autunno o un governo di unità nazionale. Staremo a vedere.
Intanto mi fa sorridere il titolo che alcuni siti/testate hanno dato al voto, giudicandolo come un “atto di salvataggio” per Atene.
Salvataggio un corno.

Seguendo in diretta il dibattito, lo stesso Tsipras ieri sera, pur ribadendo la necessità di votare si per evitare default e Grexit, ha ammesso che questo piano non avrebbe avuto ripercussioni particolarmente favorevoli sull’economia greca.
Credo che in questi giorni vi ho chiaramente espresso il mio punto di vista e quindi non sto a ripetermi (Cliccate qui per un elenco dei post) .
Voglio solo aggiungere alcuni concetti. Innanzitutto il voto Greco è solo un ulteriore passo verso il bailout che però necessita di ancora molte tappe. (Primo punto)
Eccovi le prossime puntate della saga Greca .

timeline-deadline-grecia

Quindi basta che si inceppi il meccanismo in uno degli altri passaggi e il giocattolo si rompe.

Seconda cosa: è una questione di tempi. Le banche Greche sono senza soldi e quindi già fin da oggi (Meeting BCE) ci si aspetta da Mario Draghi un segnale di apertura che porti a nuove fondi distribuiti tramite il solito ELA. Ma non solo banche. Dalla timeline sopra proposta vedete che ci sono altre scadenze in arrivo per Atene. Occorre fare presto, ma sono certo che in questa direzione si troveranno delle soluzioni. I creditori hanno “salvato” la Grecia e quindi sarebbe ridicolo farla saltare in un secondo tempo, anche se il FMI, come detto, inizia ad avere forti perplessità. La Lagarde chiede (giustamente) a gran voce un “haircut” del debito. Per ora i tedeschi fanno orecchie da mercati, molti altri iniziano a convincersi (alla buon’ora!) che un haircut è necessario e qui…secondo me potrebbe essere solo una questione di tempo. Cosa farà cambiare idea ai tedeschi? Forse proprio l’iter e le dinamiche nei prossimi anni che subirà la Grecia. Staremo a vedere e non escludo anche che si inventino un “prestito ponte” dopo l’approvazione ottenuta ieri sera in Parlamento.

Terza cosa: non facciamo l’errore di dire che con questo voto la Grecia non rischia ancora il GREXIT. Magari non subito ma la questione resta aperta. Il motivo? Semplice: il piano sarà SICURAMENTE inefficace se non per (appunto) ripagare le scadenze e mettere in situazione di migliore liquidità un paese che ha già il suo destino segnato. Come potete pretendere una ripartenza economica di un paese che vive di turismo, non ha attività produttive importanti, ha subìto un -25% del PIL negli ultimi anni, ha una disoccupazione pazzesca, ma i consumi al lumicino, ha un tasso di evasione fiscale quasi incalcolabile (senza dimenticare che in questi ultimi mesi, visto il rischio Grexit, moltissimo proprio NON hanno più pagato un centesimo di tasse in vista della “catastrofe”), ha un servizio di controllo erariale che è quasi una barzelletta, ha i super ricchi che godono di tutele fiscali indicibili, i quali poi però hanno portato tutti i loro capitali all’estero, ha un sistema previdenziale e un welfare semplicemente insostenibile…
Un elenco che potrebbe continuare e che già la dice lunga sullo stato “terminale” della Grecia, con il piccolo “acceleratore” di crisi che è il debito. Previsto nel 2017 al 200% il rapporto debito PIL.

Direi che è palese il fatto che, per curare un malato come la Grecia, occorrerebbe curare anche in modo molto invasivo queste “malattie”: Secondo voi il cosiddetto #AGreekment curerà le piaghe dei greci oppure le ferite dei creditori istituzionali? Ovvio che la risposta è i creditori, però sarebbe quantomeno “naturale” trovare un equilibrio per far si che anche Atene possa cercare di riprendere fiato. Ma questo piano, credetemi, non farà che affondare ulteriormente la Grecia.

Quarta cosa: le privatizzazioni. Avrete letto di quel fondo di garanzia e di tutti quegli asset che dovranno poi essere privatizzati. Secondo voi è un progetto realizzabile? Ma neanche per sogno! Prendete mano alla statistica: dal 2011, malgrado le pressioni già fortissime della comunità internazionale, di privatizzazioni la Grecia ne ha fatte in media per un controvalore inferiore a 1 miliardo di Euro per anno. Qui si parla di farne per 50 di miliardi!

Quinta cosa: Tsipras e Syriza. Sempre ieri sera il buon Alexis ha ammesso che ha sbagliato, che ha fatto degli errori di valutazione (riferiti al timing sul referendum?) ma ha anche detto che ha sempre fatto tutto per il bene della Grecia. Ma ora si trova in evidente difficoltà politica.
Come dicevo in apertura non escludo nuove elezioni e forti tensioni, sia in Parlamento che sulle piazze. Per la comunità internazionale, anche in presenza della Troika ad Atene, non sarà certo facile avere a che fare con interlocutori sempre “border line”. Il che rappresenterà anche un’ottima scusa per NON fare quello che i piani ed i programmi hanno previsto.

Quindi, siamo solo all’ennesima puntata della saga. L’unica cosa è che ormai sappiamo che la tragicommedia si tramuterà in tragedia greca, visto che in qualsiasi caso, sarà un disastro per la Grecia
.

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Danilo DT

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12 commenti Commenta
idleproc
Scritto il 16 Luglio 2015 at 09:53

“Quindi basta che si inceppi il meccanismo in uno degli altri passaggi e il giocattolo si rompe.”

Concordo largamente, sul fatto che si “rompa” lo darei al 90%.
Non sottovaluterei il lato “sociale” spontaneo e/o indotto.
Quello “parlamentare” ha un valore nullo, può esserne solo un tragicomico riflesso.
(come da noi)

aorlansky60
Scritto il 16 Luglio 2015 at 11:51

@ DT

Quindi, siamo solo all’ennesima puntata della saga. L’unica cosa è che ormai sappiamo che la tragicommedia si tramuterà in tragedia greca, visto che in qualsiasi caso, sarà un disastro per la Grecia

Prima ancora di vedere la fine della tragedia in tutta la sua gravità, c’è da dire che ciò che accadrà in Grecia nei prossimi mesi -a livello sociale in conseguenza di questo nuovo pacchetto di tortur… emh misure- sarà un buon termometro in grado di andare ad influenzare altre parti dell’unione, vedi soprattutto Spagna in odore di elezioni in autunno 2015, e poi naturalmente la Francia ad inizio 2017.

Oltre questo, sono decisamente in accordo col quadro della situazione che hai delineato sulla Grecia, un paese che hanno scelto di disintegrare; ieri mi sono divertito a fare qualche conto puramente matematico partendo dai fondamentali uff.li, da cui emerge che :

nel 2009 la Grecia aveva un pil pari a € 252 mld e un debito pari a € 285 mld (rapp 113%)

nel 2014 la Grecia aveva un pil pari a € 190 mld e un debito pari a € 336 mld (rapp 177%)

nel 2018 la Grecia avrà un pil pari a € ???? e un debito pari a € ???? (rapp 200% secondo previsioni FMI)

notare che il rapp % è salito soprattutto per la polverizzazione del pil avvenuta in 5anni (-25%) in conseguenza della disoccupazione aumentata al livello più alto europeo (27% a fine 2014 di cui 50% quella giovanile)

davvero niente male come soluzione adottata(sic) se i risultati finali sono questi. Visto il risultato ottenuto in Grecia, quei cervelloni dovrebbero evitare di applicare la “cura” da qualche altra parte della zona euro, ma se per loro la priorità è quella di DISINTEGRARE UN INTERO PAESE CON RELATIVI ABITANTI, allora si può affermare a ragione che la loro cura si è rivelata UN GRANDE SUCCESSO!

Vediamo chi sarà il prossimo…

perchè oltre la Grecia (che ha raggiunto il punto di NON ritorno) ci sono alcuni paesi assai traballanti in area euro, e non mi riferisco solo all’italia nonostante quest’ultima sia sempre messa sotto i riflettori da parte di chi ha interesse a farlo per mascherare i propri indiscutibili problemi (qu’est-ce que tu en dit, toi, François???…)

lampo
Scritto il 16 Luglio 2015 at 11:56

Da una notizia che leggo pare che siano d’accordo sulla concessione del prestito ponte di 7 miliardi di € (verrà annunciato domani)

Scritto il 16 Luglio 2015 at 12:01

lampo,

Letta ora. Era necessario

lampo
Scritto il 16 Luglio 2015 at 12:07

Danilo DT,

Rimane sempre il problema Schauble… stamattina avevo letto una news che rimandava ad una fonte Reuters che analizzava proprio ciò, cioè che la Merkel (come prospettavo anch’io giorni fa) vorrebbe disfarsi di Schauble, ma per problemi di consensi non ci riesce.

Lukas
Scritto il 16 Luglio 2015 at 12:51

aorlansky60,

Caro amico, premessa l’equazione del PIL : Y = C + I + G

è del tutto logico che tagliando la spesa pubblica ( G )…….finanziata a debito……il PIL ( Y ) diminuisca.

Il problema è sostituire nel tempo la parte mancante di G…..del tutto insostenibile…….con l’incremento di I ( investimenti ).

Fino a quando non si farà questa necessaria e dolorosa operazione……..la situazione non migliorerà….anzi più perdono tempo…è più grande sarà il botto.

E quanto sopra non vale solo per la Grecia….ma anche per SPAGNA, ITALIA, etc etc….

aorlansky60
Scritto il 16 Luglio 2015 at 14:13

@ Lampo

la Merkel (come prospettavo anch’io giorni fa) vorrebbe disfarsi di Schauble, ma per problemi di consensi non ci riesce.

e il motivo è chiaro : la (dura) presa di posizione di Schauble in occasione delle recenti trattative -in cui ha proposto un opzione non contemplata dalle normative UE, ma lui lo sapeva bene, eh eh eh…- coincide con la maggiorparte dell’attuale opinione pubbl tedesca contraria ad ulteriori aiuti alla Grecia.

La Merkel, particolarmente sensibile verso questo frangente, è avvertita.

lampo
Scritto il 16 Luglio 2015 at 14:58

aorlansky60,

Ciò rientra nella “poca diffusione” della cultura economica tra la popolazione, dovuto principalmente al loro sistema scolastico (non che il nostro sia tanto meglio… ma almeno chi insegna economica, quasi sempre ha fatto qualche esame all’università di tale disciplina… in Germania purtroppo no, possono insegnare tale materia anche se sono laureati in altre discipline!)
Quindi sarà molto difficile rimuovere Schauble… quindi continueremo con questo saliscendi di dichiarazioni e di fiducia nei mercati e nell’eurozona.
Spero che si decidano a fare un regolamento europeo che disciplini in maniera ferrea (con tanto di multe) le dichiarazioni dei ministri… alla stampa (ma sarà pura utopia purtroppo).

lampo
Scritto il 16 Luglio 2015 at 15:03

Draghi & ELA & Schauble:

Have you let Greece down?

Mario Drahghi says he finds such criticism quite “unwarranted”.

He embarks on a long explanation of how the ECB has propped up the Greek banking sector for months, as savers withdrew their savings this year.

We now have a total exposure of €130bn to Greece, that makes us the biggest depositor.

We had to adjust the collateral haircuts when the quality of the assets held by Greek banks deteriorated.

But we didn’t cut the ELA off altogether, as some people pushed for. That would have been against our mandate. We have always acted on the assumption that Greece was, and would remain, a member of the eurozone.

lukeof
Scritto il 16 Luglio 2015 at 16:35

Comunque aveva ragione Surfer
Gli Stati Uniti (o perlomeno i loro governanti tramite FMI) sono stati gli unici ad aiutare la Grecia sul nodo del taglio del debito.
E anche Draghi (che non ama Schauble di certo) si è allineato alla Lagarde.

idleproc
Scritto il 16 Luglio 2015 at 17:37

lukeof@finanza,

Avevi dubbi?
E’ forse il concetto di “aiutare” che apre punti di vista differenziati.
La Lagarde non credo che faccia molto testo.

Scritto il 16 Luglio 2015 at 20:23

Il buon Surfer nn lo conoscete. Vi dico solo una cosa. Lui è molto “dentro” e il suo stile criptico è voluto…

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