Bond: Irlanda salvata, per il momento

Scritto il alle 11:41 da Danilo DT

PIIGS, effetto contagio e rischio volatilità

Al G20 ci sono stati tanti discorsi fumosi ed inutili. Solo sul tema Irlanda c’è stata una certa coesione tra i vari membri soprattutto europei. Guidati dalla Merkel, che spinge per una soluzione Europea, gli stati europei sono pronti a sostenere l’Eire. Anche perché non potrebbero fare diversamente.
Ufficialmente Dublino non ha ancora fatto richieste “ufficiali” ma il momento si avvicina. Cifra stimata: 80 miliardi di Euro. Con una distribuzione della cifra nell’arco temporale 2011-2013, che servirà a tamponare le falle ma, come sempre, non andranno a risolvere il problema. Il debito pubblico irlandese dovrebbe aggirarsi sui 97 miliardi di Euro, con distribuzione di scadenze sia nel range temporale degli aiuti ma anche dopo.

Distribuzione debito pubblico Irlanda

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Ma il problema oggi non è solo il debito pubblico (che comunque alle varie scadenze dovrà trovare acquirenti pronti a fidardi di Dublino) ma il clamoroso deficit e la situazione delle banche.

Ma a cosa può portare questo atteggiamento e questo modo di gestire il problema? Semplicemente si “sposta” in avanti la questione. E si evita nel breve il peggio. Infatti, non dimentichiamo mai che il problema Irlanda ha ripercussioni immediate per quello che riguarda il “rischio contagio” o effetto domino. Infatti da questa slide tratta da Bloomberg su dati della Banca dei Regolamenti internazionali (BIS), vedrete l’esposizione delle banche al debito irlandese.

Esposizione banche al debito Irlanda

Ecco quindi perché la Merkel fa pressione. Occorre evitare assolutamente l’effetto contagio, evitare che si scateni sui mercati volatilità con conseguente perdita di valore sia del debito irlandese ma anche del debito delle altre nazioni periferiche. I famosi PIIGS. E più aumenta la tensione e lo stress sul mercato e più il danno sarà grande in quanto, a quel punto, arriverebbe la speculazione che, con derivati e quant’altro, andrebbe ad affossare titoli e indici. Con effetti devastanti sui bilanci di banche ed aziende. E gli Stati oggi non hanno assolutamente la forza per difendersi ad una bufera di queste dimensioni.


Quindi, per il bene comune, l’Irlanda sarà salvata. Ma sarà solo l’ennesimo antidolorifico che non risolve la patologia, ma dà un po’ di sollievo. E poi domani…è un altro giorno. Incrociamo le dita…e aspettiamo il giorno del default pilotato di stati come Irlanda, appunto, e Grecia, tanto per fare due nomi. Default controllato che ci verrà venduto come ristrutturazione del debito e che comproterà ai possessori dei bonds un inevitabile abbattimento di una quota consistente in conto capitale.

 

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13 commenti Commenta
nervifrank
Scritto il 15 Novembre 2010 at 12:01

Quindi si espira oggi per soffocare poi… 🙁

nervifrank
Scritto il 15 Novembre 2010 at 12:06

Respira non espira, lapsus freudiano.

hironibiki
Scritto il 15 Novembre 2010 at 12:28

Mi sembra assurdo però rimandare il problema.. Vedrete che arriveremo a stampare euro un pò come gli Usa i dollari: a nastro e senza più valore (non che ne abbia ora); in attesa del Big Crash.
Sono persuaso di questo perchè non ci sono prospettive per il futuro allo stato odierno con queste politiche.

amensa
Scritto il 15 Novembre 2010 at 12:44

avevo già visto questo grafico, e letta una interpretazione un po’ strana.
quando scrive “percentuale del PIL” il precedente interpretatore riferiva al PIL dello stato creditore.
o bisogna interpretare come pil dell’irlanda ?

hironibiki
Scritto il 15 Novembre 2010 at 12:55

Stavo leggendo sul Corriere..
“La Grecia ha il deficit più alto di tutta l’Ue
L’Italia ha chiuso al 5,3%

Nel 2009 è stato pari al 15,4%. Seguono Irlanda con 14,4%, Gran Bretagna con 11,4% e Spagna con l’11,1%.

….La Grecia ha quindi il deficit più alto di tutta l’Ue, seguita dall’Irlanda con 14,4%, dalla Gran Bretagna con 11,4% e dalla Spagna con 11,1%. ”

Domandina: perchè la Gran Bretagna non entra anche lei nei PIIGS? In fin dei conti non è messa bene.. Potrebbe diventare PIIGGS!!

Scritto il 15 Novembre 2010 at 13:01

hironibiki@finanza,

Magari ci sono pesi politici differenti. O se preferisci… perchè l’UK ha la tripla A?

caposci
Scritto il 15 Novembre 2010 at 14:19

perchè come direbbe un romano A STR ONZI così non è volgare staccato, però ci intendiamo 😆

alfio200
Scritto il 15 Novembre 2010 at 15:21

@ DT e altri esperti

In pratica, sui titoli di Stato dei PIIGS abbiamo due teorie:

1. E’ in atto una speculazione per permettere ai grandi investitori di arraffare titoli di Stato PIIGS a basso costo e alto interesse (tanto l’Europa provvederà comunqe a salvarli), mentre i piccoli investitori (nella stragrande maggioranza) ne stanno alla larga impauriti.

2. Si arriverà al patatrac. I PIIGS usciranno dall’euro per tornare alle loro valute o confluire in un B-euro e si avrà una ristrutturazione dei loro debiti con fregatura per i (pochi) piccoli investitori che li avranno acquistati.

Voi per cosa optate?

alfio200
Scritto il 15 Novembre 2010 at 15:33

E ancora…

perchè i CCT 2015 costano 96 e rotti pur rendendo un po’ di più rispetto ai CCT-EU che costano 99 e rotti? 4 punti sono una bella differenza a parità di scadenza e (più o meno) di rendimento.

alfio200
Scritto il 15 Novembre 2010 at 15:33

Pardon…3 punti sono (comunque) una bella differenza…

amensa
Scritto il 15 Novembre 2010 at 15:34

3° ipotesi
succederà qualcosa che farà impallidire tutti questi “piccoli” problemi, ed alla fine ci diranno “scurdammuce u’ passato…”

hironibiki
Scritto il 15 Novembre 2010 at 17:47

Per questo penso sia meglio un bel crach che azzeri tutto e via!!!
Sperando che dalle ceneri non esca clonata la pecora Dolly…

Lukas
Scritto il 15 Novembre 2010 at 17:50

Crisi: Fed sotto attacco, manifesto repubblicano

Nel mirino il piano acquisti per 600 mld di dlr di titoli Stato

(ANSA) – NEW YORK, 15 NOV – Ben Benrnake, il presidente della Fed, deve abbandonare il piano di acquisti per ulteriori 600 miliardi di dollari di titoli di stato. A chiederlo e’ un gruppo di repubblicani, lanciando una campagna contro la decisione della banca centrale. In una lettera aperta, che sara’ pubblicata in settimana sul Wall Street Journal e sul New York Times, i repubblicani affermano: ‘Il previsto acquisto di asset pone dei rischi per la valuta americana e sul fronte dell’inflazione’. ‘Non riteniamo – aggiungono i promotori – che serva a raggiungere l’obiettivo della Fed, ovvero promuovere l’occupazione’. Il manifesto e’ stato firmato da: Michael Boskin, economista dell’Universita’ di Stanford ed ex presidente del Council of Economic Advisers di Geroge W. Bush; Kevin Hassett dell’American Enterprise Institute, Douglas Holtz-Eakin, ex direttore del Congressional Budget Office e advisor di John McCain, David Malpass, ex Bear Stearns ed economista al Tesoro Usa durante la presidenza Reagan e William Kristol, direttore di Weekly Standard e componente del board del think tank e21. ‘Battere moneta non e’ un sostituto per politiche fiscali pro-crescita. I firmatari della lettera rappresentano un crescente coro di voci che ritengono che la crescita deve essere stimolata attraverso meno tasse e riforme regolamentari e non – spiega il repubblicano Mike Pence – mascherando i problemi fondamentali creando artificialmente inflazione’. La Fed si trova sotto un fuoco incrociato di critiche contro la decisione di acquistare ulteriori Treasury per 600 mld di dlr entro giugno 2011, e rischia di trovarsi sempre piu’ immersa in un braccio di ferro politico.

15 Nov 16:59

Da che pulpito arriva la predica !!!!!

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