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LA FED fa la BCE: e tutto diventa relativo
L’ultimo meeting della FED come è noto, ha confermato quello che già sapevamo. Ma in perfetto stile Lagarde, il buon Powell non fornisce elementi che possano permetterci di disegnare un quadro previsionale sui tassi. Motivo?
Lo stesso che la Lagarde ha citato nel suo speech dell’altro giorno. DATA DEPENDENT. Ovvero la FED, come la BCE, non si permette di fare previsioni perchè tutto dipenderà dal tasso inflazione, dall’andamento dell’occupazione, da come andranno una serie di numeri che potrebbero dare la direzione alle banche centrali.
In sintesi:
1) la Fed non ha tagliato i tassi;
2) ha ridotto i dots;
3) è rimasta data-depedent.
Dove arriva la delusione più cocente secondo me? Che Powell non ci ha dato un pelo di chiarezza. Non si pretendeva una FED iper proattiva che si metteva al timone dell’economia e dava delle chiari direzioni, però veramente ora Jerome si è comportato da Christine. Il Dot Plot qui sopra vi spiega che alla fine la dimensione totale dei tagli è stata confermata (-240pb) anche se distribuiti in modo diverso sui 3 anni.
Inflazione? Tutto invariato ma si sa, si è data dependent e allora che senso ha parlarne? Quindi è chiaro che chi cercava spunti, ha solo ottenuto un pugno di mosche. Certo, la FED ha le idee chiare su dove vuole andare. Ma il come, quando e in quanto tempo non dipende da lei. Bella cosa. Anche io so che andrò un giorno in pensione, ma come quando e con quale pensione non lo posso sapere.
Quindi, possiamo dire in conclusione che la FED ha comprato tempo. Di nuovo comprato tempo. Ma è riuscita anche a comprare la fiducia di mercati ed operatori? L’unica cosa che ha comprato, secondo me, è al certezza che i tassi resteranno sostenuti per più tempo.
Higher for longer. Guardate voi stessi il Dot Plot dove passa nel 2025 e 2026. E ovviamente, per il 2024 si sconta un taglio e forse nemmeno quello. Ma al momento il mercato ci crede. Tanto sappiamo tutti che poi siamo data dependent e quindi… tutto può essere, no?
STAY TUNED!
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