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FED: il FOMC ad un bivio (relativo)

Scritto il alle 10:48 da Danilo DT

Chi è un po’ più navigato (non volevo dire vecchio) ricorderò che la grande crisi finanziaria è nata con Bear Sterns. Vi ricordate? Era il 17 marzo 2008. Sono passati esattamente 15 anni. 17 marzo 2023 e salta Credit Suisse.

La storia insegna e non per forza deve ripetersi, ma ricordo che proprio nel 2008, la borsa dopo il default di Bear Stern (acquisita da JP Morgan) continuò a salire fino a maggio per poi collassare dietro alle vicende Lehman Brothers.

Ovvio, la storia questa volta non si ripeterà perchà la FED ( e le altre banche centrali) hanno imparato la lezione e già oggi hanno preso posizione , evitando una crisi di liquidità di sistema e garantendo la solidità del sistema.
Situazione per certi versi contradditoria per il momento storico in cui stiamo vivendo. MI spiego meglio. Parliamo di politica monetaria e della Federal Reserve che si trova ad un bivio.

Nel corso dell’ultimo anno la Banca Centrale ha innalzato il tasso di riferimento di 450 punti base (pb). Questi rialzi sono stati la causa principale del default di molte istituzioni finanziarie nell’ultimo periodo, ma allo stesso tempo era l’unica arma che la banca centrale USA aveva per combattere il galoppante tasso inflazione.

Ma come gestire quindi un tasso inflazione non ancora “curato” con una politica monetaria espansiva anche se solo per il breve termine (parte corta della curva dei tassi)? La Fed potrebbe giustificare una sospensione del ciclo di rialzi dei tassi, adducendo come motivazione di temere per la stabilità finanziaria, ma l’inflazione resta un problema. Gli ultimi dati mostrano che a febbraio il carovita ha segnato il 6% su base annua, trainato perlopiù da componenti quali abitazioni, servizi di trasporto e rincaro dei generi alimentari. Su base mensile, l’indice dei prezzi al consumo strutturale (IPC) è salito allo 0,5%, superando le aspettative che lo lasciavano invariato allo 0,4%. (Source JPM)

La possibilità che l’inflazione continui a rivelarsi ostinata crea difficoltà alla Fed che dovrà valutare attentamente l’esigenza di assicurare stabilità ai mercati finanziari a fronte di persistenti pressioni inflazionistiche. Intanto oggi il mercato sta scontando in modo evidente, un rialzo dei tassi per il prossimo meeting FOMC pari a 25bp per poi addirittura fermarsi.

Quindi atteggiamento che diventa meno aggressivo. Ma per sostenere il sistema finanziario. E se l’inflazione non si placa? Abbiamo un problema. Cosa può venire in soccorso della FED? Il ciclo economico, ovvero un rallentamento dell’inflazione grazie ad un raffreddamento economico. Recessione? Non necessario, un forte rallentamento si. Ma questo comporta a prescindere un dato di fatto. Che forse ci vorrà del tempo, molto più tempo, prima di uscire dal guado e veramente ripartire.

Domani abbiamo il FOMC: vediamo che succede ma è scontato un discorso molto “passivo” e messaggi di rassicurazione sul sistema. Quindi FED sempre passiva, cercando di sostenere il sistema facendo sempre attenzione all’inflazione, anche se oggi il problema vero è la sostenibilità del sistema finanziario.

STAY TUNED!

Danilo DT

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1 commento Commenta
natan72
Scritto il 21 Marzo 2023 at 14:35

Credo che un rallentamento/recessione ci sarà a prescindere.
Con questi chiar di luna, con le tesorerie già messe a dura prova dai rialzi dei tassi, le banche faranno la cosa più semplice: chiudere i rubinetti del credito.
Meno credito = meno rischi, ma anche meno crescita economica.
Poi che sia un rallentamento o una recessione (e, nel caso, quanto profonda possa essere) lo scopriremo solo vivendo.
Intanto le banche centrali potrebbero raggiungere l’obiettivo senza bisogno di mettere ancora mano ai tassi.
Come dici tu, Danilo….stay tuned!!! 😉

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