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I motivi della debolezza del Dollaro USA

Scritto il alle 12:00 da Danilo DT

Spesso mi piace scovare correlazioni nuove che spiegano quanto sta accadendo. Pur sapendo dell’importante correlazione esistente tra il Dollar Index, il cross EUR USD e il differenziale di rendimento, ho cercato di capire quanto potesse influire l’aspettativa di crescita economica con l’andamento del Dollaro USA.
Ma come fare… Certo, con il Dollar Index non ci sono problemi, l’indice è già pronto. Il problema sta nelle aspettative. Come renderle reali dal punto di vista grafico per poi paragonarle al Dollar Index? In realtà basta solo ragionare un attimo e la soluzione ce l’avevamo già a disposizione. Quale indice migliore del nostro amico CESI Index può aiutarci in questa “mission impossible”?

Effettivamente non possiamo trovare di meglio: il CESI Index (qui ovviamente nella versione CESI USD Index) illustra lo scostamento tra i dati macro usciti e le aspettative del mercato. Banalizzando il tutto, se le aspettative sono migliori di quanto poi accade, allora il CESI Index perde terreno.


Come potete vedere dal grafico, il confronto tra Dollar Index e CESI Index si presenta come soluzione molto interessante ed efficace. Infatti, il Dollar Index segue fedelmente l’andamento del CESI Index. In effetti è nella logica attendersi un Dollar Index più forte con aspettative più forti, e ancor di più se poi se i dati macro sono migliori delle attese. Peccato che poi intervengano anche fattori “esogeni” quali ad esempio la possibilità di vedere il dollaro USA come “safe haven” il che “macchia” questo tipo di analisi.
E poi le borse. Come è possibile che le aspettative siano negative, e quindi il Dollar Index sia debole e… le borse invece salgono?
Misteri della “mano invisibile”, misteri della politica monetaria, misteri che purtroppo non sono così misteriosi e che presto verranno svelati, riportando tutti nella triste realtà.

STAY TUNED!

DT

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6 commenti Commenta
gilgamesh
Scritto il 9 Giugno 2011 at 12:49

A me sembra ballerina come correlazione, no? Quant’è l’R-quadro?

_andy_
Scritto il 9 Giugno 2011 at 12:51

Stò iniziando a visionare il tuo lavoro, che non conoscevo.
Ti faccio i miei complimenti. Interessanti anche i video. Sei / siete molto preparati.

Scritto il 9 Giugno 2011 at 13:00

gilgamesh@finanza,

Non te lo so dire, ma so solo dirti che non è una correlazione assoluta (in quato ci sono dinamiche come il carry trade che oggi comandano) ma statisticamente è rilevabile un certo collegamento tra dollaro e crescita economica.
Ripeto, ieri sera nel video TRENDS l’ho ribadito. Oggi domina il differenziale di tasso, oggi più che mai.

Scritto il 9 Giugno 2011 at 14:29

_andy_@finanzaonline,

Ciao Andy, benvenuto!
🙂

Scritto il 9 Giugno 2011 at 14:32

Ocio ai lavoratori USA e al deficit…

Dato PEGGIORE delle attese… CESI Index che sprofonda…

gremlin
Scritto il 10 Giugno 2011 at 09:13

Ieri abbiamo saputo
uno dei motivi di debolezza del USD erano le posizioni aperte in carry trade che davano per certo l’aumento del tasso euro a 1.5 a luglio
dopo le risposte date ai giornalisti i big speculator hanno capito che per le prossime due settimane, in attesa del Fomc, era meglio cambiare aria: venduto euro e svizzero, ritornati sulle commodity currency
i titoloni dei giornali e cinegiornali sono basati sulle veline istituzionali, nessun giornalista è andato a vedere l’andamento dei cross valutari e del bund ovvero di come la pensa il mercato globale
segue mio post

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