Rating e Outlook: la guida per l’investitore
Voi tutti sapete molto bene cosa penso delle agenzie di rating, di quanto siano politicizzate e tardive nei giudizi sull’affidabilità degli emittenti. Però, fino a prova contraria, globalmente sono ancora riconosciute, ben seguite e stimate.
Un po’ perchè vi volevo portare a conoscenza di questi dati e un po’ perchè ho trovato questa scheda decisamente carina, ho deciso di pubblicarvi questa slide. Vi consiglio di cliccarci sopra. Vedrete lo “stato del Rating” dei più importanti debiti pubblici globali.
Forse questa scheda non mi salverà dal prossimo default, o forse si, però almeno potrete dire che vi eravate ben aggiornati e che magari, tanto per cambiare, le agenzie di rating sono un grande bufala…
Dimenticavo… Qui si parla di Standard & Poor’s... Cliccate qui sotto e poi ingrandite!
Capite benissimo che il tema è di massima attualità, proprio oggi che siamo a rischio “default” su alcune realtà molto prossime a noi. Un esempio ovviamente è la Grecia. Se proviamo a guardarci indietro però, è più che lecito porsi delle domande.
Il riferimento va fatto ovviamente a casi come Argentina o Uruguay.
Agencies downgraded both Uruguay and Argentina to default following the announcement of re-profiling offers — regardless of their voluntary basis. S&P has already warned it could do the same to Greece.
Indeed any exchange that’s designed to avoid a more serious distressed restructuring, and which materially alters the terms of bond payments, comes under selective default.
Of course, you might not care what the rating agencies think, and that’s probably what European politicians will say, too. The thing is — it could matter for the ratings-based mandates of some mainstream investors, who therefore won’t be trading Greece at all after this point (assuming that name risk didn’t leave them to drop the bonds ages ago). Perhaps more likely, a technical default will encourage distressed investors into the fold. It’ll at least affect Greece’s investor base and the time it takes to return to markets. (Source: FT)
La cosa che mi ha sempre incuriosito è la grande statistica di S&P, secondo la quale una società con rating A molto difficilmente può andare in default in un arco temporale breve. La percentuale è pari allo 0.04%. Tradotto in modo molto efficace, significa che una società con rating A può andare in default una volta ogni…2500 anni.
Ops…che rating aveva Lehman Brothers quando ha fatto default?
Dai, impossibile negare il conflitto di interessi, agenzie pagate dalle stesse società per farsi dare il rating, o ancor di più quando bisogna dare giudizi su prodotti molto oscuri e complessi. Ho avuto modo di vederlo coi miei occhi. Quando un’agenzia di rating deve dare una valutazione, si presenta presso l’azienda e molto spesso (non dico sempre) si affida sui dati di bilancio che l’azienda gli fornisce, senza entrare troppo nel merito.. Anche perchè l’agenzia di rating è sì il giudicatore, ma è anche il cliente… Senza poi dimenticare che molto spesso vengono mandati (volutamente?) soggetti con poca esperienza…
Rating tagliati tardivamente e risparmi traditi. La storia si ripete e … si ripeterà anche stavolta? Molto probabilmente si. Staremo a vedere…
STAY TUNED!
DT
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Dream,
ho attentamente esaminato la situzione finanziaria degli USA, il progressivo aumento del debito, la situazione debitoria degli stati dell’unione, la improbabile ripresa del mondo del lavoro, la sempre più critica situazione del mercato immobiliare e secondo i miei calcoli è già esagerato (volendo essere ottimisti) assegnare un rating BBB+ e un outlook naturalmente negativo (attenzione sto parlando dell’economia reale, non della borsa).
Non è che l’agenzia S&P sta commettendo qualche errore o adotta criteri di valutazione “flessibili” secondo l’opportunità ( in questo momento conviene sparare sull’europa per distrarre l’attenzione dalle problematiche USA) e favorire (forse…) la speculazione….
Magari… forse… può darsi.. che abbia sbagliato il sottoscritto…..
Caro Dream, questa settimana l’indice S&P 500 ha fatto segnare un ulteriore lieve ribasso dello 0,34 % . Mercato sonnacchioso da 2 settimane………che per il momento non fa comunque presagire alcuna seria inversione della tendenza rialzista in corso da oltre 2 anni.
Ciò premesso, passo, come al solito, ad illustrare i nuovi dati del COT settimanale, pubblicati ieri sera dalla CFTC, e relativi alla sommatoria dei futures e delle options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti :
Commercial Traders : – 71.575
Large Traders : + 15.710
Small Traders : + 55.865
Dunque, nessuna sostanziale novità , e stessa configurazione delle ultime settimane …………., i Commercial hanno ulteriormente ridotto le loro posizioni NET SHORT di 5.030 contratti………ma è un intervento molto flebile, evidentemente non temono forti storni dell’azionario USA…………probabile dunque un’altra settimana tranquilla sui mercati……. sicchè del tutto coerentemente non vedo motivi per modificare la mia visione ….e le mie posizioni LONG sugli indici azionari USA .
Ciao, e buon Weekend a tutti gli amici del blog.
http://ansa.it/web/notizie/rubriche/economia/2011/05/21/visualizza_new.html_847055636.html