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Fondo ATLANTE. Un fallimento che mette a rischio Bail-in due banche italiane.
Ecco l’ennesima storia italiana che ci hanno impacchettato come un sicuro successo mentre invece è stata ancora un fallimento. Un buco clamoroso, un gigante coi piedi di argilla. Perché di gigante si tratta.
Già ho accennato qualcosa nel post su UNICREDIT (cliccate qui) di qualche giorno fa. Si parla di quel veicolo che avrebbe dovuto sorreggere il mercato ed il mondo delle banche italiane. Un veicolo che da subito ci era parso assolutamente inadeguato ed insufficiente a livello dimensionale. E difatti… eccoci serviti.
Quando venne creato uscimmo con questo post:
FONDO ATLANTE (e le banche italiane): un gigante dai piedi di argilla
E poi continuammo con questo altro articolo.
FONDO ATLANTE: una storia italiana di sicuro insuccesso (per i risparmiatori)
E non lo dico per fare la ruota come il pavone ma solo per dare continuità ad un discorso nato ad aprile dell’anno scorso.
Ora, con la svalutazione che Unicredit ha portato a bilancio, si scopre (o meglio, si ufficializza) la realtà dei fatti. Ovvero che il fondo Atlante ha qualche problemino…
«Il fondo Atlante vale zero e le banche italiane dovrebbero svalutare la loro quota il prima possibile». Lo affermano in un report la società di analisi spagnola Fidentiis sottolineando, come scrive l’Ansa, che «le banche italiane stanno facendo confusione sul vero valore di mercato dei loro contributi al fondo che ha salvato Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca».(…)
Fondo Atlante: come lo avevano progettato
Direi abbastanza esplicito. Quindi chi ci ha messo dei soldi dentro, se li è polverizzati. E meno male che non ci sono entrati, come voleva lo Stato, i fondi previdenziali che avrebbero subito in tal caso danni inenarrabili… Ma attenzione, il problema non sta solo nel fatto che il Fondo Atlante teoricamente vale zero. Ora c’è una seconda grana, legata proprio al fatto che Atlante dimensionalmente non era adeguato.
La fusione tra Veneto Banca e Popolare di Vicenza è sempre più vicina, ma le ultime notizie sui due istituti hanno portato ad interrogarsi su un possibile aumento di capitale da 3 miliardi di euro. (Source)
Ma come! Un altro? Ebbene si. Ma adesso viene il bello.
(…) A tal proposito vale la pena di ricordare come lo scorso 5 gennaio il primo azionista degli istituti, ossia il Fondo Atlante, abbia stanziato un miliardo di euro per supportare la fusione tra Veneto Banca e Popolare di Vicenza. Alla prima sono andati circa 628 milioni, mentre alla seconda circa 310 milioni. Se a questa cifra si aggiungono anche i 2,5 miliardi di euro investiti per gli aumenti di capitale dello scorso anno, si arriva complessivamente ad una spesa di 3,5 miliardi di euro sostenuta da Atlante. (…)
Quindi Atlante ci ha già investito il giusto, non è bastato e ora dovrebbe metterci altri soldi. Ma quali soldi? Atlante dovrebbe sottoscrivere ma a questo punto…con quali soldi?
(…) «Questo significa che le due banche rischiano il bail-in (nello scenario peggiore) o una ricapitalizzazione precauzionale in stile Mps nella migliore delle ipotesi, assumendo che possano essere definite sistemiche. In entrambi i casi l’equity delle banche (e quindi il Nav di Atlante) vale zero». Unicredit, rileva Fidentiis, ha già svalutato «del 60-80%” della sua quota», che vale 850 milioni. «Questo potrebbe mettere pressione sulle altre banche e specialmente su Intesa Sanpaolo che ha promesso 3 miliardi di dividendi nel 2016 e che, pensiamo, non si aspettava di svalutare Atlante nel quarto trimestre». (…)
Beh, direi che qui c’è materiale sufficiente per abbattere l’entusiasmo anche dei più ottimisti. Rischio Bail in per Popolare Vicenza e Veneto Banca, o se va bene una ricapitalizzazione in stile MPS ma solo SE vengono considerate sistemiche.
In altri termini SE arriva un agreement dalla BCE perché queste banche NON sono sistemiche…E poi una mazzata sul sistema in generale. Unicredit svaluta del 60-80% la sua quota. Le altre banche non lo hanno ancora fatto. Quindi sarà un danno per i conti di tali banche italiane che invece avevano promesso o si aspettavano un guadagno pari almeno al 6% annuo. Ma tutto questo il mercato non lo sta ancora scontando. Direi che la volatilità sul settore bancario italiano (e su Piazza Affari) rischia di non mancare prossimamente.
STAY TUNED!
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E intanto…si sale con le banche! e tutti sti discorsi non servono a niente, perchè bisogna guardare un poco più in là del proprio naso. essere contro fa comodo, prima o poi si avrà ragione, più difficile essere propositivi.
neanche MPS era una banca considerata sistemica, perche’ quindi le due venete non dovrebbero seguire nella peggiore dell’ipotesi la strada di mps e quindi a
la ricapitalizzazione precauzionale? quindi a parer mio parlare di bail in e’ uno scenario poco probabile