BANCHE ITALIANE: nasce il Fondo di Risoluzione Nazionale

Scritto il alle 19:17 da Danilo DT

E’ una corsa contro il tempo. Per evitare la procedura di bail-in che sarà operativa dal 2016, lo Stato approva il Fondo di Risoluzione Nazionale, con la creazione di 4 bad bank e 4 bridge bank. Ma sarà l’unica e ultima operazione possibile perchè il fondo sarà prosciugato e non potrà essere reintegrato.

Nelle settimane precedenti abbiamo più volte parlato del bail in e di cosa significhi per il risparmiatore. Ma attenzione, non bisogna anche sottovalutare gli effetti per tutto il sistema finanziario.
Le regole per salvare una banca sono cambiate e lo Stato non può più muoversi agilmente come faceva una volta. La normativa europea (BRRD) cambia le regole del gioco.
Ovviamente per rinfrescarvi la memoria posso proporvi di riprendere i post che precedentemente hanno trattato il BAIL IN oppure leggervi direttamente il documento ufficiale di Bankitalia cliccando QUI. 

La normativa porta quindi la necessità di trovare una soluzione per le crisi di quattro istituti bancari non eccessivamente grandi ma comunque dalle dimensioni importanti: Banca Marche, Banca Pop. Etruria, Carife e Carichieti.
Queste banche hanno vissuto anni complessi: molti commissariamenti e molti “finti” cavalieri bianchi pronti a salvare il…nulla, visto che poi nessuno si è fatto avanti.

Che occorre fare? Beh, per salvare queste banche non può intervenire direttamente lo stato, e allora deve essere il “privato” ad agire. E quindi nascerà il Fondo di Risoluzione Nazionale, un fondo “salva banche” che sarà alimentato da banche private. Insomma, i big del settore che salvano le altre banche per tenere in piedi il sistema. Il costo del salvataggio sembrava pari a circa 2 miliardi di Euro, cifra che poi è lievitata a 3 se non 4 miliardi di Euro (sembra si arrivi a 3.6 miliardi).

La soluzione la si doveva trovare ENTRO il 2016 altrimenti dal primo gennaio non ci sarebbe stato scampo e sarebbe entrata la procedura di bail in più volte illustrata su questo blog, con l’interessamento dei soldi anche dei clienti stessi delle banche.
E notate bene, altre soluzioni non sarebbero attuabili in quanto altri tipi di interventi verrebbero bocciati dalla Commissione Europea in quanto considerati “aiuti di stato”.
Quindi o arrivava il nuovo Fondo Salva Banche (Fondo di Risoluzione Nazionale) oppure sarebbe stato un vero problema.
Ma cosa succederà nell’effettivo? Ecco cosa spiega il sito Reuters: 

Per prima cosa le banche verranno messe in risoluzione, essendo ritenute a rischio di dissesto, secondo le regole della nuova legge in vigore da martedì scorso che attua la direttiva Brrd sul risanamento e la risoluzione delle crisi bancarie.
Finiranno quindi subito sotto il pieno e totale controllo della nuova autorità, che ha il potere di vendere asset, cercare compratori, convertire titoli, con la finalità di ristrutturare e rimettere in funzione la banca sotto risoluzione. Il piano di risoluzione per ciascuna delle quattro banche è del tutto riservato, da qui l’incertezza sulla dimensione esatta dell’intervento, e noto solo alle Autorità coinvolte. Solo per grandi linee viene comunicato ai vertici delle banche in questione.
L’autorità di risoluzione ha pieni poteri per attuare il piano che prevede, spiegano le fonti, la creazione per ciascuna delle quattro banche, di un veicolo separato in cui mettere le attività deteriorate, facendo quindi quattro bad banks.
Parallelamente resteranno le quattro parti buone delle banche in questione, attraverso quattro bridge banks, previste dalle nuove regole e totalmente gestite dall’autorità, che cercherà di venderle o fonderle una volta risanate per recuperare i soldi spesi per salvarle.

Ecco quindi spiegato l’arcano: le quattro banche verranno separate in 8 banche, 4 “bad bank” e 4 “bridge bank” che poi verranno probabilmente inglobate da altre realtà, essendo al netto della parte “marcia”. Ma attenzione: c’è chi ci rimetterà dei soldi. Sono gli azionisti (e ci può stare) ma anche i possessori delle obbligazioni SUBORDINATE.

Solo un’ultima nota. Essendo una cifra “limitata”, non sarà possibile per un po’ di anni poter attingere nuovamente a questo nuovo fondo, in quanto è dato per certo che il Fondo di Risoluzione Nazionale verrà prosciugato e addirittura dovranno essere anticipate il massimo possibile delle cifre con cui viene e verrà alimentato. Quindi se in futuro ci sarà urgenza con nuovo rischio bail in…non ci saranno più possibilità di alternative all’iter del bail in con tutto quanto ne consegue.

Riproduzione riservata

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Danilo DT

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1 commento Commenta
Scritto il 22 Novembre 2015 at 23:38

Intanto se volete farvi due risate di come sia successa questa voragine… E c’è chi parla di «sana e prudente gestione del credito». Ma per favore…. Spesso si guarda alla pagliuzza quando poi, nelle banche, ci sono travi che…non vi dico dove finiscono…
http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2015-11-21/quattro-piccole-banche-locali-filo-rosso-la-gestione-disinvolta-credito-190654.shtml?uuid=ACMQy0eB

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