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ATLANTE: una storia italiana di sicuro insuccesso (per i risparmiatori)
A chi fosse sfuggito, ricordo che siamo entrate nel vivo dell’aumento di capitale di quella banca che, senza l’intervento “salvatutto” del fondo Atlante, sarebbe tranquillamente destinata al bail-in.
Parlo dell’ennesima istituzione finanziaria dove una quantità immane di conflitti di interessi, oltre che una direzione quantomeno discutibile, hanno portato col tempo ad un logoramento dei numeri societari, senza poi dimenticare una serie di truffe vere e proprie, generate ad arte approfittando della mancanza di quotazione in borsa.
Ovviamente vi sto parlando della Banca Popolare di Vicenza, una banca nel mirino del mercato e delle istituzioni non sono nazionali, oggi protagonista con questo fantomatico aumento di capitale da 0.1 euro per azione, dopo aver avuto per lungo tempo un valore teorico pari a circa 64 €.
Se siete uno sfortunato possessore delle vecchie azioni, e volete informarvi sulle caratteristiche di questa operazione, non avete che da prendervi il prospetto informativo e leggerlo con attenzione. Forse per Natale del prossimo anno sarete pronti a valutare l’operazione. Si, perché, proprio per venire incontro ai piccoli risparmiatori, è stato generato un prospetto informativo di 950 (e ripeto, 950) pagine! Credetemi, alcune delle quali incomprensibili anche agli addetti del settore, immaginatevi ai risparmiatori!
Certo, troverete tantissime informazioni, e molti approfondimenti sui rischi derivanti dall’investimento (ma ormai la frittata è fatta!) ma… è l’ennesima burla. Un prospetto che può essere “sventagliato” davanti alla Consob come esaustivo ma ILLEGGIBILE.
Intanto un rapido aggiornamento. Parlando con alcuni amici, mi è stato confidato che la possibilità della quotazione della Popolare Vicenza in borsa è, secondo loro, pari a ZERO, in quanto ci si aspetta un vero flop dell’aumento di capitale.
E quindi che succede?
Lo dicevo prima. Interviene Atlante che comprerà tutto l’inoptato (ora avete capito la vera funzione del fondo Atlante?) visto che è subentrato ad Unicredit nella garanzia sull’inoptato (ma chissà come mai è avvenuto tutto ciò… chissà chissà…) e diventerà il nuovo azionista di riferimento della Banca Popolare di Vicenza.
E poi che avverrà?
Atlante sarà “svuotato” da questo aumento (e poi ci sarà anche Veneto Banca) e con quello che rimane si dovranno affrontare quella valanga di sofferenze in pancia alle banche italiane pari a 200 miliardi, utilizzando la LEVA finanziaria, che poi arrivano a quasi 400 miliardi se andiamo a prendere in considerazione anche i NPL ovvero i crediti deteriorati.
Inutile che ve lo dico: Atlante NON è sufficientemente capiente e credere che l’utilizzo della leva finanziaria sia la soluzione al problema vi sbagliate di grosso.
Quindi, cercando di aggirare le norme comunitarie, aspettiamoci un aumento del capitale a disposizione di Atlante. Oppure questo fondo resterà solo una classica storia italiana, come dicono all’estero, tutto pizza, sole e mandolino.
Mi viene alla mente, a questo proposito, un’altra storia italiana, dal 1472… Mi sa che c’azzecca e non poco…
Ma torniamo sull’unico grande azionista di Popolare Vicenza, ovvero Atlante, un contenitore che sottoscriverà una montagna di azioni (assumendosi comunque dei rischi) ad un prezzo ridicolo. La beffa è che alla fine spenderà poco, scaricando sui vecchi risparmiatori le colpe della malagestione precedente. Successivamente quindi il fondo Atlante dovrà essere rimpinguato con denaro pubblico. Non so perchè ma mi sembra proprio che alla fine, questa rischi di essere l’ennesima incaprettata per la povera gente, mentre andrà ad ingrassare chi ha montato l’operazione (banche d’affari) più i soliti noti (sistema finanziario).
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non parlo della sottoscritta 🙂 , ma ho raccolto diversi commenti al riguardo.
credo invece che Atlante sarà un flop anche per chi lo ha sottoscritto, perchè gli aumenti di capitale serviranno solo a far sopravvivere qualche mese, quelle realtà, perchè la fuga dai cc a cui mi sembra accennavi anche tu, crea mancanza di liquidità con le dovute conseguenze. L’azzeramento delle azioni significa che … la PopVic non vale nulla, ed allora gli accantonamenti per le sofferenze ? Penso che a brevissimo servirà un altro aumento di capitale …. Il fatto di non andare in borsa, poi credo sia voluto per non sottoporre al giudizio del mercato il titolo …..
E poi passi per la’umento di capitale, ma Atlante non ha le risorse per acquistare anche gli npl dalle stesse banche PopVic Veneto Banca & soci
non voglio fare il pessimista ad oltranza ma la situazione rasenta il paradosso. Atlante diventa azionista di maggioranza acquistando azioni al valore di 0,1 di una banca che non ha più mezzi propri eccetto NPL che ormai, diciamolo apertamente, fanno prezzo al valore dettato da Apollo per Banca Carige. Tutto per evitare un nuovo bail-in e un ulteriore deterioramento dell’immagine del sistema bancario italiano; ciò detto mi domando cosa ci guadagnano Intesa e Unicredit sia in termini di immagine che di reale valore. E’ il solito pastrocchio all’italiana ed è assolutamente corretto dire che poi, alla fine della farsa, il fiammifero resterà a carico degli investitori. Qui occorre chiamare Caronte che tristemente e lentamente aiuti a traghettare la banca verso il bail.in. Ultima domanda: ma la magistratura quando interviene? Davigo, Davigo a urlare sono tutti buoni (come il sottoscritto) ma a prendere decisioni …….???????
UUUUUh! Da fonti vicine alla materia. Si valuta una proroga dell’offerta.
Zero in marketing, meno di zero in comunicazione, irrilevante allo stato atomico la credibilità.
Ot. Strano che Hilsenrath non abbia twittato ancora niente.
Sarà rimasto presa a tradare Twitter e Apple…. 🙂
ECCO FATTO…
#PopVicenza proroga la scadenza dell'offerta da 1,5 miliardi per l'aumento e la quotazione alle 13:00 del 29 aprile 2016. Il tempo è denaro?— Carlotta Scozzari (@scarlots) April 27, 2016
Debbo riconoscere ad ogni modo che la ideazione di Atlante è stata quantomeno fantasiosa per alcuni motivi:
– di fatto intervenendo in soccorso dei vari aumenti di capitale bancari (BPV è solo il primo), rende lecito l’accollamento delle perdite agli azionisti, dato che acquista al valore minimo della forchetta scelta per il collocamento: si tratta nientemeno che di un bail-in “legalizzato” a scapito dei soli azionisti;
– è un aiuto di stato ben mascherato, data la partecipazione della Cassa Depositi e Prestiti, che ricorso è partecipata per la maggioranza dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e per la minoranza da una serie di fondazioni bancarie: quindi di fatto sarà sempre lo stato (leggi la politica) a scegliere in futuro come aumentare la disposizione del fondo o come incanalare gli investitori (volontariamente o meno). Ricordo che la CDP significa anche risparmio postale.
Da questi due elementi è abbastanza facile prevedere cosa avverrà in futuro e dove verranno inglobati tali acquisti del fondo Atlante…
In sintesi si tratta sempre della solita socializzazione delle perdite.
faccio presente che in città (vi) molti hanno da alcuni mesi chiuso e trasferito i conti bancari presso altri istituti “nazionali” considerati più sicuri.