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Fine recessione? 10 domande chiave
Signori, la recessione à finita. Così recita il bollettino Eurotower diffuso ieri. E non solo la recessione è finita, ma a breve arriverà anche una ripresa inattesa, anche se l’obolo da pagare sarà un aumento del tasso di disoccupazione non indifferente. Previsione del tasso disoccupazione area Euro: circa 11%.
Sul fatto che a livello mondiale si stia iniziando ad aver la convinzione che la recessione sia arrivata ad un punto di svolta, beh, non ho molto da aggiungere, rispetto a quanto detto sino ad ora. E’ una questione di vedute. Il rimbalzo dei mercati e dell’economia era quantomai atteso e probabile. Parlando in modo molto semplice, possiamo dire che la situazione economica era arrivata a dei livelli drammatici, causa crisi, subprime, banche a rischio default, con una frenata paurosa di PIL e produttività. I magazzini sono stati svuotati e si è temuto veramente per il crash economico globale. Poi, per fortuna, il mondo non è finito (e questo se ricordate, lo abbiamo sempre sostenuto, il mondo non finirà…. ) e pian piano è tornata la fiducia. Se dovessimo paragonare questa ripresa economica all’analisi tecnica, io la considererei alla stregua di un cosiddetto “rimbalzo tecnico”.
La domanda che dobbiamo porci è la seguente: ma questo “rimbalzo tecnico”
1) è veramente un’inversione di tendenza, come tutti vogliono farci credere (così facendo, come già detto in passato, si alimenta un Sentiment positivo che crea fiducia e spinge ad aumentare i consumi con chiari e benefici effetti sull’economia stessa),
2) oppure è solo una fase transitoria che potrebbe portare ad un nuovo forte e violento rallentamento economico con conseguente frenata delle borse?
Il giorno che avremo questa risposta in modo definitivo, sarà sicuramente tardi. Tardi perché i mercati avranno già scontato tutto lo scontabile, saranno già saliti o crollati, avranno già avuto tutta la loro evoluzione. Ora, a noi non ci resta che parlare su quello che sarà o che potrebbe essere, usando sempre il condizionale.
Il questionario della recessione
Il mio punto di vista ormai, lo sapete a memoria. E se non lo conoscete ancora, proprio per non tediare gli amici ed i lettori che giornalmente frequentano il blog, vi consiglio di andare a vedere l’area Macroeconomia. Lì troverete di tutto di più, il tutto sempre condito dagli ottimi e validissimi commenti dei lettori, parte dei quali, tengo sottolinearlo (anche se finora la cosa non è proprio uscita fuori in modo molto chiaro) sono veri professionisti nell’ambito della finanza ( e non solo con sede di lavoro in Italia) che sicuramente ci forniscono una view che si rivela sempre interessante e valida.
In linea di massima questo scenario di positività non mi convince, anche perché trovo incoerente alcuni fattori che spesso vengono affiancati, proprio come in questo caso:
1) Come è possibile sposare crescita economica con forte disoccupazione?
2) Come è possibile associare ripresa con tassi e modello monetario vicinissimo a quello Giapponese che ha portato una lunga e penosa fase di piattezza economica?
3) Come si può paragonare questa fase economica con una qualsiasi crisi vista in passato, visto che questa crisi è assolutamente unica ed anomala nella struttura e nelle problematiche?
4) Come si possono sottovalutare gli effetti di una politica monetaria mirata al salvataggio incondizionato e necessario di un settore nevralgico, quello bancario, con conseguente immissione nel sistema di una massa immane di carta (straccia?) moneta, senza però pensare che ci sia il rischio di un “rovescio della medaglia”
5) Come si può sperare che l’inflazione continuerà ad essere bassa nel momento in cui l’economia, realmente, ripartirà in modo tonico, generando nuovamente circolazione di massa monetaria (non dimentichiamo che il rally borsistico di questi mesi è legato anche all’ingente liquidità che si trova a disposizione di risparmiatori e gestori) che, la storia insegna, porterà per forza inflazione, costringendo le banche centrali ad intervenire sui tassi (al rialzo) con evidenti effetti sulla crescita economica?
6) Come si fa a non essere ancora preoccupati per la situazione delle banche, soprattutto europee, dove un chiaro e serio deleveraging non è ancora stato effettuato?
7) Come si riesce a sottovalutare l’impatto sulle imprese del forte credit crunch in corso, in particolar modo per le aziende di taglio medio–piccolo?
8 ) Come si può non considerare l’impatto del feroce peggioramento della qualità del credito al consumo (in primis carte di credito)?
9) Come possiamo sottovalutare il cambiamento di mentalità della “cicala” americana , il consumatore Mr. Smith, che dopo aver speso i soldi che nemmeno possedeva, ora tende a mettere in cascina un po’ di fieno, temendo tempi ancora più bui (e i governi stanno facendo il possibile per cercare di impedirglielo a livello psicologico, cercando di convincerlo che il peggio è passato)?
10) Come possiamo sperare che l’economia USA ed Europea possa ripartire grazie alla forza della crescita asiatica, dove c’è il forte rischio di una nuova bolla finanziaria, proprio in Cina?
Dieci domande. Senza farlo apposta sono dieci domanda a cui oggi, purtroppo, non so dare risposta certa. E quando avremo la risposta esatta per ognuna di questa risposta, saremo probabilmente nel 2012.
Cari lettori, le mie ferie si avvicinano, e sicuramente ne approfitterò per prendermi una pausa di riflessione.
Queste sono le mie convinzioni e le mio qeustioni irrisolte.. Che siano giuste o sbagliate, sarà solo il tempo a dirmelo. Però, per lo meno, sono le MIE convinzioni, oggettive e spietatamente personali. Ho sempre cercato di mantenere indipendenza ed oggettività, e spero di esserci sempre riuscito. E se questo requisito verrà a mancare, allora anche il blog avrà finito la sua missione. Probabilmente mi sto sbagliando, probabilmente posso venire criticato anche da qualche lettore, ma non mi importa.
Al mondo c’è già troppa gente che non si prende la responsabilità delle proprie opinioni, c’è troppa gente che vive continuando a fare la “pecora”, passando la vita a seguire il gregge solo perché “tutti fanno così”. L’unico gregge che io intendo seguire è quello delle tendenze dei mercati, ma per il resto preferisco mantenere una coerenza che, per lo meno, mi garantisce una cosa. La mia personale dignità di uomo e operatore finanziario.
STAY TUNED!
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