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FINE DEL SOGNO: tornano a salire le sofferenze bancarie
Il report mensile dell’ABI illustra un passo indietro dell’economia italiana. Infatti tornano a salire i crediti deteriorati, diminuiscono le concessioni dei crediti anche se i tassi sono ai minimi storici. La crisi, ora è chiaro per tutti, non è certo finita. Altro che #LaVoltaBuona…
E fu così che l’Italia si risvegliò da quello che era un sogno per molti, o quantomeno lo era per chi si ostinava a voler sognare quando la realtà era sotto gli occhi di tutti. Non è nemmeno il caso che mi metta a citare i discorsi fatti da Padoan e Renzi sulla fantomatica crescita economica italiana. Una crescita che era guidata dalla ripartenza dei mutui e dei finanziamenti, grazie anche alla mano della BCE che con il suo generoso QE ha generato liquidità a josa.
Ma ovviamente qualcosa non tornava ed adesso, ahimè, i nodi vengono al pettine.
Tassi sui mutui a nuovi minimi, prestiti stagnanti e sofferenze in crescita.
Ok, basterebbe questa frase per chiudere il post e salutare tutti. Tassi sui mutui ai nuovi minimi: per carità, un buon segnale per chi deve e vuole indebitarsi peccato che le banche danno i soldi con il contagocce a causa dell’alto tasso di insolvenza. E se poi alla fine concedono un prestito, è pur sempre denaro che all’istituto di credito garantisce ritorni risibili con un rischio rimborso che non è trascurabile.
Prestiti stagnanti: è un po’ la conseguenza di quanto detto prima. Le banche concedono poco e a dire il vero, le aziende chiedono nemmeno troppo, visto che l’incertezza regna ed investire nella propria azienda non offre sufficienti garanzie.
Sofferenze in crescita: ma il trend non si era invertito? Invece no, tornano a crescere. Cosa significa? Che forse la crisi è tutt’altro che finita e che le banche si ritroveranno con nuovi NPL. Ma che bello. Ed ovviamente tutto questo genera ulteriori remore nella concessione del credito a chi non dà la massima garanzia di solvibilità (quindi si tratta di quei clienti che NON hanno bisogno di prestiti, tanto per intenderci).
Non voglio dilungarmi troppo e non mi va di annoiarvi. Però se volete approfondire la questione, CLICCATE QUI per visionare direttamente il report dell’ABI.
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