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ABENOMICS: fine di un sogno. Per il Giappone torna l’incubo della deflazione
La frenata cinese, come è stato detto, trascinerà per forza di cose anche gli altri paesi emergenti verso una fase di rallentamento.
Ma non solo i paesi emergenti. Oramai la Cina ha assunto una dimensione tale che è influente nei confronti di qualsiasi paese al mondo, tanto più se è limitrofo. Quindi capite benissimo che il vicino e nemmeno troppo amico Giappone subirà delle conseguenze dalla frenata di Pechino: ecco il motivo per cui, malgrado una politica monetaria iper-accomodante, abbiamo preferito, nei portafogli di InvestimentoMigliore, diminuire sensibilmente nelle utlime settimane il peso dell’equity e anche del Giappone.
Non so nemmeno se questa cosa potevo dirla, ma siccome è ormai “storia passata” credo invece di fare una “buona pubblicità” ad un progetto che prossimamente sarà ancora più integrato al network di Borse.it.
Ma torniamo al Giappone.
Forse a molti sarà sfuggito il fatto che Tokyo ha subito proprio questo mese un downgrade da parte della nota agenzia di S&P. La motivazione? Beh, non è che ci coglie di sorpresa, ci mancherebbe. Va a confermare tutte le nostre teorie. In estrema sintesi quindi cosa possiamo dire? Semplicemente che l’ABENOMICS non funziona.
L’agenzia di rating Standard & Poor’s ha tagliato di un livello da AA- ad A+ il giudizio sul credito sovrano del Paese, con outlook stabile.
Alla base del declassamento annunciato questa mattina c’è in primis l’indebolimento dell’economia nipponica degli ultimi anni. Ma Standard & Poor’s sottolinea anche che la strategia del governo Abe, la cosiddetta Abenomics, non sembra in grado di rilanciare la crescita economica nel giro dei prossimi due-tre anni e invertire il corso deflazionario dei prezzi. (Source)
Ma va? Quindi i 90.000.000.000.000 Yen non sono serviti a nulla o quasi? Beh, a qualcosa sono serviti. Infatti hanno gonfiato la borsa nipponica e anche i bilanci della Bank of Japan. Ma l’obiettivo numero uno, ovvero uscire dalla spirale deflazionistica, è stato raggiunto?
Con questo grafico vi dico tutto.
Certamente avrà anche contribuito il rallentamento globale, però è ingiustificabile l’inversione di tendenza che ha intrapreso il tasso di inflazione dal mese di marzo di quest’anno.
Il messaggio è chiarissimo. La tempesta di liquidità che la banca centrale giapponese continua a buttare sul mercato, non è più asimilata e quindi sta diventando totalmente controproducente. Genera debito e squilibri finanziari, oltre che generare bolle.
Ma il bello sarà vedere che combina adesso la Boj. Infatti il prossimo appuntamento con la Banca centrale del Giappone è in programma per il 30 ottobre, dove ovviamente (secondo me, sia ben chiaro) si continuerà a fare quanto deciso fino ad ora, ovvero aumentare la posta in gioco. Ma gli effetti del QE giapponese, come si è detto, potrebbero essere mollto limitati e deludenti, se non controproducenti. Anche per la borsa.
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Ovviamente entrambe le cose visto che la deflazione costringe (perchè così vogliono loro) ad un incremento di Abenomics
Ho una domanda semplice: di quanto hanno tagliato le tasse in Giappone?
Se non erro le hanno pure alzate.
Il problema é sempre lo stesso ed il medesimo ovunque.
Quanto soldi di quelli stampati arrivano alle tasse del signor Rossi di Tokio (tale Aka San)?
E finché stampano e si passano i soldi tra loro e loro altro che consumi, ripresa inflazione… e campa cavallo!
Ah la manfrina la conosco… Le tasse non si può abbassarle. E i servizi essenziali e questo e quello e la pioggia (copyright Mazzarri)…
Allora avanti così.
” Per il Giappone torna l’incubo della deflazione ”
E’ un incubo anche per il cittadino medio ?
…. o il vero incubo è l’ abenomics ?