FED: la questione “tassi di interesse” va gestita con cautela
Dot Plot FED: cosa pensano i membri del FOMC e cosa pensa il mercato oggi
Oggi la FED, domani la BCE.
Sulle decisioni di Francoforte rimandiamo le discussioni a più tardi, e concentriamoci un attimo su quanto potrebbe accadere a New York stasera.
Ma è certo che i due appuntamenti saranno fortemente collegati. Infatti è impensabile che Jerome Powell e Draghi si muovano con logiche differenti. No, non sto dicendo che se Powell aumenta il tasso di interesse, stessa cosa la dovrà fare Draghi.
Quello che conterà è l’ATTEGGIAMENTO e la forward guidance.
E visto il delicato momento di mercato, non posso immaginarmi grandi sconquassi. La situazione italiane, i dazi trumpiani, la gestione della Brexit più tutto il resto. E quindi è chiaro.
BCE e FED non possono fare mosse sbagliate. E allora in questo contesto, perché diventare oltremodo “falchi”?
Tasso FED: aumento più che scontato da settimane
Anche se vi suonerà strano, oggi Powell ha persino un compito più agevole di Draghi. Anche se dovrà ALZARE il tasso di riferimento dello 0,25%, dato ormai scontato da settimane, dovremo focalizzarci bene sul “dopo”. Infatti non mi sorprenderei che la FED preveda ancora non due ma TRE rialzi da qui alla fine dell’anno. La paura degli operatori è legata al fatto che si potrebbero mettere le basi, con questi rialzi, a quello che “storicamente” è stato l’antipasto che porta alla recessione. Ipotesi che nei numeri, oggi, non è visibile ma che, viste le condizioni del ciclo economico USA, resta un’ipotesi sempre probabile.
Tasso FED: ipotesi aumenti per le prossime sessioni
Vero, prima o poi arriverà. Ma non è affatto scontato QUANDO.
Inoltre non dimentichiamo gli effetti che potrebbero derivare da una “forward guidance” troppo aggressiva sui paesi emergenti, in quanto un Dollaro USA più redditizio a livello di tassi di interesse, è viceversa una croce per quei paesi fortemente esposti sulla valuta USA a livello debitorio.
Buttate un occhio alle valute locali di questi paesi e capirete. Più è alta l’esposizione verso l’USD e maggiore è l’impatto negativo di un rialzo dei tassi di interesse USA.
E allora, meglio andarci cauti, come sempre massima diplomazia e fare un passo alla volta.
STAY TUNED!
Non credo ci sia molto da aggiungere a quanto scritto, visto quanto ha deciso la FED ieri sera, no?