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Eurozona in crisi. Dopo quelle di Cipro anche le banche della Slovenia rischiano di saltare

Scritto il alle 09:15 da Danilo DT

Non si sono ancora trovare le soluzioni per la crisi di Nicosia che occorre focalizzare l’attenzione anche su un altro paese dell’Area Euro. Si tratta della Slovenia. E il conflitto sociale diventa sempre più la corretta chiave di lettura della crisi.

Salta il piano salva Cipro. Come temuto il parlamento non accetta il piano proposto dalla Troika e con 36 voti contrari e 19 astensioni boccia l’introduzione di un prelievo forzoso sui depositi bancari.

E ora? E ora è tutto da vedere. Il debito PIL del paese decolla al 140%, il sistema bancario, carico di sofferenze greche, non avrà quindi i fondi necessari per un salvataggio che tanto ha fatto discutere, sia per questioni di etica, che di convenienza.
Probabilmente nuovi negoziati in vista, a 360 gradi. Tutti ne saranno interessati. La politica cipriota ma anche la fantomatica Troika, grande ideatrice del furto legalizzato deciso per espropriare i clienti delle banche cipriote della somma pari a 5.8 miliardi di Euro.

A peggiorare la situazione ci ha pensato infatti il continuo flirt fra Cipro e Russia. Il ministro cipriota delle Finanze, stando a quanto si apprende da fonti governative del Paese, è volato a Mosca con il ministro per l’Energia al fine di discutere della crisi del Paese con le autorità russe. Uno screzio non da poco, dopo le voci dei giorni scorsi, che indicavano il colosso energetico Gazprom come un possibile sostituto dell’Ue come soccorritore di Cipro. Eppure, come riportano fonti della Commissione Ue, Sarris starebbe cercando proprio un’estensione del pacchetto di aiuti che Mosca ha concesso a Nicosia.

La situazione è deteriorata completamente quando Sarris ha rassegnato le dimissioni, verso sera. Il motivo? Come spiegano fonti governative cipriote, uno screzio telefonico fra Sarris e Anastasiades, in cui il presidente avrebbe accusato il suo ministro di non aver fatto abbastanza per proteggere gli interessi del Paese. In altre parole, di aver concesso che la troika chiedesse di inserire nel memorandum d’intesa del bailout anche il prelievo forzoso dai conti correnti delle banche operanti a Cipro. (Source)

Ma ancora non si sono trovate soluzioni per Cipro, ecco che affiora una nuova problematica. Ancora una volta è uno stato dell’Unione Europea. Ancora una volta il problema è di matrice bancaria. Ma stavolta non parliamo dell’area del Mediterraneo, bensi dei Balcani. Di quello stato che era sicuramente il più ricco della Jugoslavia, ma che poi… è affondata nella crisi bancaria.

Lubiana sta per affondare e con lei tutta la Slovenia. Le sofferenze bancarie sono pari al 20% del PIL, il Governo (corrotto e in crisi profonda)  ha già attuato un piano di emergenza a sostegno del sistema finanziario. Ma potrebbe non bastare.
Non voglio fare terrorismo psicologico, ma mi sembra di vedere un domino, dove i vari tasselli che fino a qualche settimana fa erano tutti in piedi incollati con lo sputo, oggi iniziano a barcollare. E progressivamente rischiano di crollare uno dopo l’altro. La fine di un sistema? Forse. Ma questo sistema è innanzitutto la fine di un progetto, o per lo meno un evoluzione non preventivata di quel progetto che si chiama Euro ed Europa Unita che è stato sempre un colabrodo, ma che ultimamente…è ancora peggio.

The economic situation in Slovenia is being closely followed in Brussels. The economy shrank 2.3 percent last year, according to figures from the State Statistical Office. The Alpine republic has been a candidate for an EU bailout for quite some time. Bratusek has claimed that Slovenia will not need a bailout, but the outlook remains bleak. The country’s debt ratio has tripled since 2008, and there is no sign of a recovery.
The ongoing crisis in the euro zone is hitting the Balkan states especially hard. Slovenia exports a large amount to southern European countries such as Greece, as do Serbia, Bosnia and Croatia. The crisis in southern Europe is having a dramatic affect on these countries’ exports.
In addition, the Balkan countries are affected by the fragile state of Greek banks. “So far the impact of the Greek crisis on the region had not been so great,” Vladimir Gligorov of the Vienna Institute for International Economic Studies told the Austrian Kurier. “But if the Greek banks crash, then it’s another story.” All the countries in which the major Greek banks had a stake could expect “systemic problems”. The entire banking sector in the region would be shaken, Gligorov declared. (Source) 

Alcune fonti oltre oceano mi hanno fatto sapere (rimbalzate da Londra) che ci sono trattative per un intervento della solita Troika per salvare la Slovenia. Verrà probabilmente anche fatta una bad bank, ma sarà necessario un sostegno finanziario.

Ma state pur certi che ormai il messaggio che è stato dato a TUTTI noi è molto molto chiaro. fatevi due conti e lo capirete da soli. Ormai è chiaro. Chi paga alla fine? Il privato. Così è successo in Grecia, così è successo (o si voleva far succedere) a Cipro e così probabilmente succederà in Slovenia. Le conseguenze?

Beh, non è bello dire “ve l’avevo detto” ma chi segue il blog da più tempo ricorderà cosa dissi tanto tempo fa. Gennaio 2011.

L’ho scritto nel titolo del post: è solo una questione di tempo. La coperta corta non si può allungare, si può “spostare” in certi momenti più in alto, in altri momenti più in basso. Ma i problemi non solo non sono risolti, ma il tempo non fa altro che peggiorare le cose ed inevitabilmente tutti i danni di questa grande crisi saranno inesorabilmente accollati alla povera gente. Ebbene si, alla collettività. E’ sempre stato così e sarà così anche questa volta, ma non perché vogliamo essere cattivi, ma perché è l’unico modo per poter “cancellare” decenni di eccessi e ripartire “quasi da zero” ricostruendo tutto. (Source) 

In proiezione penso a come potrebbe venire risolta una situazione di forte crisi in Italia. Meglio non pensarci… Intanto stiamo allegri e leggiamo che dice DB.

It’s a flat nonsense to argue that the levy on the bank deposits in Cyprus is a unique case that won’t apply to other EMU countries, says Deutsche Bank.

“The incident has probably ensured that if a bank or banking system in Europe is again under strain then depositors are, as a minimum, likely to be on the table as a bargaining tool and these depositors would be rational to think hard about the safety of their money and potentially seek alternatives, DB clarifies.

As such, DB believes that in systemic terms the Cyprus situation will likely go through slow burner of an issue more than an immediate macro shock.

That will leave Europe with short term collateral damage even if Cyprus manages somehow to get another deal better watered down with small depositors bearing less or even none of the levy, DB concludes. 

Ben inteso, continuo ad essere convinto che in Italia, come spiegato QUI, non si farà altrettanto.

STAY TUNED!

DT

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31 commenti Commenta
sherpa
Scritto il 20 Marzo 2013 at 09:45

Intanto dalla Germania arriva un invito.

Estratto da:

http://vocidallagermania.blogspot.it/

“Italiani, frugatevi le tasche!

La notizia secondo cui il patrimonio degli italiani sarebbe superiore a quello dei tedeschi arriva sulla stampa popolare. Su Focus.de, Uli Dönch chiede agli italiani di saldare il conto senza scomodare il contribuente tedesco. La crisi Euro raccontata all’uomo della strada, il trionfo del trash. Da Focus.de.
I miliardi spesi per il piccolo stato Euro non ci uccideranno. Peggio, c’è una grande economia che aspetta il nostro denaro: gli italiani stanno facendo di tutto per rovinarsi da soli. Ma il paese è in grado di far fronte ai suoi problemi da solo……”

Faranno pressioni in tal senso, c’è da giurarci.

maurobs
Scritto il 20 Marzo 2013 at 10:28

Dream hai letto che in spagna hanno messo in costituzione che è possibile prelevare soldi dai conti dei cittadini?pazzesco prima o poi arriverà anche qui in costituzione….dopo che possono controllarci tutto e che ci vietano l’uso del contante….pazzesco….ma ha senso ancora battersi per queste cose o non sarebbe meglio potendo approdare a lidi più democratici e rispettosi dei beni altrui?

Scritto il 20 Marzo 2013 at 10:39

😯

idleproc
Scritto il 20 Marzo 2013 at 10:48

maurobs@finanzaonline,

Fammi un fischio se ne trovi uno in “occidente” che sia fuori dal meccanismo che hanno costruito o che non sia in una condizione neocoloniale con le instabilità e i rischi conseguenti.

bergasim
Scritto il 20 Marzo 2013 at 10:49

maurobs@finanzaonline,

Dove l’hai letto? è una fonte governativa?

Pregasi postare grazie

maurobs
Scritto il 20 Marzo 2013 at 10:53

bergasim,

esatto

maurobs
Scritto il 20 Marzo 2013 at 10:53

scusate ero convinto di aver allegato link ….

Vincent Vega
Scritto il 20 Marzo 2013 at 10:56

Mugatu said: la proprietà privata non va più di moda quest’anno, siete out 😈

idleproc
Scritto il 20 Marzo 2013 at 11:30

Cina…
Alcune valutazioni su di una possibile crisi finanziaria in Cina che comprometterebbero la visione di una Cina traino dello sviluppo globale.
http://www.nakedcapitalism.com/2013/03/the-dangers-of-a-chinese-financial-crisis.html

alfio200
Scritto il 20 Marzo 2013 at 11:37

Un ottimo articolo, Dream.

Personalmente, resto in disaccordo sul fatto che “sia tutta colpa della Merkel, ovvero della Germania”.

Come dire, se non fossimo entrati nell’euro, la pacchia continuava all’infinito (ammesso che negli ultimi 20 anni si possa parlare di pacchia in Italia).

Noi stiamo semplicemente pagando i nostri eccessi e i nostri sprechi, anzi, senza euro saremmo arrivati alla “resa dei conti” più avanti e magari con un debito pubblico di 3.000 Mld.

Non trovi piuttosto realistico che gli USA, nella loro colonia, abbiano voluto una situazione (l’assurda costituzione italiana che rende di fatto ingovernabile il Paese) e politici-pupazzi con l’intento di favorire il dissesto dell’Italia in chiave anti euro?

Quello che mi stupisce è che in questo forum molti identificano il nemico nel duo Stati Uniti-Gran Bretagna, ma, nel complesso, il forum resta anti-Merkel.

Quanto alla patrimoniale in Italia…diciamo che la “non vittoria” del duo Bersani-Monti (grazie a Dio) la allontana. Purtroppo, avremo ancora una volta un Presidente e quindi una corte costituzionale di sinistra garanti dello status quo, ieri contro i (minimi) tentativi di riforma di Berlusconi e domani, contro i (magari più consistenti) tentativi di riforma di Grillo. Non mi stupirei se dietro il golpe Napolitano-Monti, oltre al salvataggio (e l’insabbiamento) di MPS ci fosse anche questo. La legislatura Berlusconiana sarebbe scaduta e Giugno e per la prima volta da 20 anni a questa parte, avremmo avuto un Presidente non di sinistra.

E poi ripeto quanto già detto, in Italia, esiste un patrimonio pubblico valutato 2 Mld. di euro, che però, sembra intoccabile.

paolo41
Scritto il 20 Marzo 2013 at 11:50

ho l’impressione che stiano tirando troppo la corda!!!!! Non si può più andare avanti con poltiche di austerity quando le vere ragioni dell’attuale situazione sono la mancanza di lavoro e gli squilibri che si sono venuti a creare sia fra paesi a differente potenza industriale e tecnologica sia per gli effetti che lo sviluppo dei paesi asiatici, Cina in testa, tramite il dumping e l’abuso della valuta, hanno causato sulla bilancia commerciale e sulla bilancia dei pagamenti dei paesi periferici e/o a basso contenuto tecnologico.
La corda, prima o dopo si strappa…. riporto qui di seguito un pensiero di Bertrand Russell che ho trovato un paio di giorni fa su un altro blog che mi sembra molto calzante:
“Collettive fear stimulates herd instinct, and tends to produce ferocity toward those who are not regarded as members of the herd…”
Dato che c’è gente che nonostante abbiano già preso grosse scopole nell’ultimo secolo, continuano a ergersi come uber alles ( forse per cultura forse per mentalità), non hanno ancora capito che l’egemonia non paga e che, se la corda si spezza , i primi a rimetterci sono proprio loro…..

Gigi
Scritto il 20 Marzo 2013 at 12:08

alfio200@finanza,

Concordo con te, Alfio200, sulla inopportunità di addossare tutte le responsabilità all’Euro e/o all’Europa. Se il problema comune é un enorme debito pubblico, cosa c’entra l’Europa o l’Euro?
Anzi, se non avessimo avuto l’Euro – come dici tu – sarebbe stato anche peggio!
E’ interessante invece l’altro discorso che fai “…che gli USA, nella loro colonia, abbiano voluto una situazione (l’assurda costituzione italiana che rende di fatto ingovernabile il Paese) e politici-pupazzi con l’intento di favorire il dissesto dell’Italia in chiave anti euro?…”. Beh, é fuor di dubbio che siamo sempre stati una colonia USA (ma questo ci ha fatto a volte anche piacere), ma come si concilia una Costituzione che risale al 1946 con il dissesto in chiave anti-Euro che verrà invece 50 anni dopo?
E poi, il dissesto non é solo italiano, é irlandese, greco, portoghese, spagnolo, cipriota e ora anche sloveno. Per non parlare di chi il dissesto lo sta solo nascondendo (Inghilterra).
Il problema é che non riusciremo mai a ripagare 2 mila miliardi di debito pubblico, neppure vendendo il patrimonio immobiliare pubblico (ci vuole tempo e – dati i tempi – sarebbe una svendita) o quello mobiliare (ci priveremmo di aziende di grande valore che distribuiscono corposi dividendi). Quindi, Euro o non Euro, non resta che svalutare alla grande (con tutte le conseguenze che possiamo immaginare) o presto dovremo dichiarare bancarotta (e non saremo i soli).
Visto, quindi, che siamo comunque avviati verso un impoverimento generale, tanto vale fare piazza pulita di chi ci ha portato a questo punto: così almeno potremo ricominiciare con la speranza di aver chiuso un brutto capitolo della nostra storia in modo definitivo.
Ripuliamo il Parlamento e le istituzioni di tutti quei mangia-mangia a tradimento e smettiamola di credere a quello che dicono giornali e televisioni: sono in mano al potere.
Anche Grillo lo ha capito, peccato che lo abbia solo adesso!

idleproc
Scritto il 20 Marzo 2013 at 12:09

Vincent Vega,

Personalmente mi è totalmente indifferente il sistema socio economico in cui vivo e se sia basato sulla proprietà privata dei grandi mezzi di produzione o meno. Posso assicurarti che anche molti imprenditori della vecchia guardia non la pensavano tanto diversamente.
Esistono alcune precondizioni che possono rendere o meno il sistema accettabile, vivibile e positivo.
Sono state le conquiste rispetto al precedente sistema feudale fatte dalle rivoluzioni borghesi e queste sono le cosiddette libertà democratiche individuali e sociali di espressione etc. così ben descritte nella costituzione degli US e in altre costituzioni occidentali e lo sviluppo delle forze produttive.
E’ abbastanza evidente e non da oggi che l’attuale sistema si sta involvendo e degenerando, le leggi economiche che ne sanno descrivere correttamente la dinamica sono quelle elaborate da Marx e dei pochissimi successori padroni della comprensione dialettica dei processi socio-economici. Ovviamente stalinisti esclusi. Nessuno di loro può definirsi marxista. Tutto ciò piaccia o non piaccia. Una teoria economica la usi quando funziona per spiegare i processi reali, non per mascherarli ideologicamente o a fini di propaganda. Manca totalmente il “progetto” di una struttura sociale alternativa al capitalismo. Quelli tentati finora sono stati fallimentari. L’attuale fase di crisi sistemica e di involuzione a mio giudizio, certa, illiberale e antidemocratica sta demolendo con la concentrazione del capitale nel sistema finanziario le basi stesse ideologiche su cui si fonda. Ormai e visibilissima la prevalenza dell’usura parassitaria rispetto allo sviluppo socio-economico come l’eliminazione del capitale distribuito che è la base stessa delle libertà individuali borghesi.

alfio200
Scritto il 20 Marzo 2013 at 12:26

paolo41,

Ecco vedi…il fatto è che nell’ultima guerra la scoppola l’ha presa comunque l’intera Europa da parte di Stati Uniti e Unione Sovietica (pensa ai paesi dell’Est).

Pat Buchanan intitola un suo libro sull’inutilità della seconda guerra mondiale (che si poteva evitare):

“Come la Gran Bretagna ha perso l’impero e l’Occidente ha perso il mondo”.

Anzi…forse chi alla distanza ne è uscita peggio è la Gran Bretagna che adesso è sull’orlo del collasso, deindustrializzata e indebitata sia nel pubblico che nel privato. Se vai sul sito della rivista finanziaria (inglese) Money Morning, troverai un sacco di articoli su “come salvarsi dal collasso della Gran Bretagna.

Churchill, subito dopo la fine della guerra, disse, sconsolato, la famosa frase “Abbiamo ucciso il porco sbagliato”.

Stia attenta l’Europa a non uccidere ancora una volta il porco sbagliato!!

Non è che sono filotedesco. Sono filoeuropeo e soprattutto pratico (dal mio punto di vista, ovviamente).

alfio200
Scritto il 20 Marzo 2013 at 12:27

Scusa, la rivista è Money Week.

alfio200
Scritto il 20 Marzo 2013 at 12:58

Gigi,

Condivido le tue osservazioni.

E’ giusto che il dissesto riguarda anche altri paesi oltre all’Italia, solo che la nostra nazione è (o almeno era) una potenza industriale che si ritrova nella cake perché mal gestita con particolare, ma non solo, riferimento alla folle gestione del Meridione o dell’energia. E questo è dovuto principalmente all’inefficienza della classe politica di cui tu vorresti fare piazza pulita. Più che d’accordo, ma come? Io lavoro nell’editoria e non si parla nemmeno di abolire quell’assurdità che è l’ordine dei giornalisti per non parlare dei finanziamenti ai giornali (160 Mln. contro i 140 Mln dei finanziamenti ai partiti).

Quanto al patrimonio pubblico, è giusto quello che dici, ma il fatto è che non si è ancora incominciato a fare niente e poi, come spiego in un precedente intervento, è meglio svendere gli immobili dello Stato che prelevare direttamente i soldi dai conti correnti dei cittadini.

paolo41
Scritto il 20 Marzo 2013 at 13:01

alfio200@finanza,

non metto in discussione quali siano state le conseguenze (i cosidetti effetti collaterali, generalmente mai analizzati quando gli eventi precipitano) del conflitto, su cui ovvimente concordo.
Le mie considerazioni si limitavano a denunciare quali siano stati i motivi che hanno scatenato i fatti drammatici che portarono al conflitto: erano essenzialmnete fattori economici che sfociarono in moti sociali, dei quali i più importanti furono in Russia e Germania.
Ho semplicemente commentato che c’è il pericolo che tale evento possa verificarsi ancora una volta: per il momento suonano solo i campanelli, non vorrei che domani suonassero ancora una volta le armi…

gainhunter
Scritto il 20 Marzo 2013 at 13:52

Immagino già i bancari di DB: “Ha visto cosa è successo a Cipro? Ormai è pericoloso tenere i soldi sul c/c, guardi, abbiamo questa nuova obbligazione strutturata…”
E via col passaggio del cerino.

bergasim
Scritto il 20 Marzo 2013 at 13:59

Ftse mib +1,7, la cina annette cipro in barba ai russi :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:

kry
Scritto il 20 Marzo 2013 at 13:59

gainhunter,

Io invece immagino da pasqua al 1° maggio quanti turisti a Portorose, Capodistria e Pirano.

Vincent Vega
Scritto il 20 Marzo 2013 at 16:47

idleproc@finanza,

non riesco a risponderti con le dovute competenze, la filosofia applicata all’economia non la conosco e non ci perdo tempo sopra perchè discrezionale e culturale.
Semplicemente l’uomo reagisce agli stimoli e notoriamente ha infiniti bisogni e limitate disponibilità. Senza proprietà privata privata, evitavo di iniziare a lavorare quando avevo 13 anni e vivevo del sussidio (o chiamalo come ti pare) cercando di fare meno fatica possibile anzichè farmi il c*lo.
Ora che mi vengano ad aggredire i miei sudati risparmi (cosa ho lavorato a fare?) non mi piace e che i politici provino a tastare il terreno tanto meno.
Che a Cipro ci sia un problema di ipertrofia finanziaria non c’è dubbio, ma se tocchi i risparmi < 100k secondo me c'è un problema tra quello che è accettabile e non lo è; possono tirar fuori tutte le teorie economiche che gli pare, far leva sul senso etico bla bla, ma se ho lavorato e ho deciso/potuto risparmiare non devono venire a scassarmi le OO.

_______________________

visitina a miss lagarde 😆
http://www.ibtimes.co.uk/articles/448380/20130320/lagarde-christine-lagarde-sarkozy-tapie-bernard-tapie-nicolas-sarkozy-french-police-arbitration-imf.htm

idleproc
Scritto il 20 Marzo 2013 at 18:17

Vincent Vega,

Ovviamente concordo con te ma questo sistema ha una dinamica che porta a situazioni come questa e che sono cicliche. Il mercato va in crisi come queste ed è normale. Se poi tarocchi il mercato come stanno facendo da più decenni e cerchi magari di spostare il problema più in avanti, il risultato può essere disastroso. In certe situazioni ci si può trovare a decidere se mantenere il sistema o salvare la pelle per qualche conflitto che le stesse dinamiche interne al sistema determinano.
Dal mio punto di vista, non ne conosco i tempi, stiamo andando in quella direzione…
Comunque è errato definire Marx un filosofo, come non lo è Adam Smith, Ricardo e gli economisti della scuola austriaca che da un punto di vista teorico sul funzionamento del mercato avrebbero perfettamente ragione, peccato che il tutto sia stato superato storicamente dagli attuali livelli di concentrazione del capitale e dagli oligopoli sovra continentali.
In sostanza il liberismo è morto, viene usato solo ed esclusivamente verso il basso e dove fa comodo, non esiste più la sua base materiale.
I tuoi risparmi, il frutto del tuo lavoro viene attaccato proprio da questi settori “sistemici” che decidono e fanno la politica economica. Hanno creato un bel po’ di fasullo e ti espropriano usando gli stati e la moneta. In un sistema capitalistico teorico, sarebbero falliti e i bancarottieri andati in galera, il fasullo costruito si sarebbe azzerato come le allocazioni di capitale fuori mercato e il sistema avrebbe ripreso la sua corsa.
Si sono autodichiarati Too Big to Fail da soli, si fanno regole e leggi e determinano la politica economica globale dato che ormai sono anche sostanzialmente indifferenti agli stati d’origine essendo globali.

perplessa
Scritto il 20 Marzo 2013 at 19:16

maurobs@finanzaonline,

non è esatto quello che scrive Wall Street Italia, ho letto l’articolo del Pays, e su un altro quotidiano http://www.lavanguardia.com/economia/20130319/54369430032/montoro-impondra-tipo-moderado-depositos-bancarios.html
si scrive che “El Govern aprobó en diciembre una tasa sobre depósitos bancarios que “no afectará a clientes”, che no afectera a clientes, vuol dire che non colpirà i clienti,ma la banca. Chiaro come qualche lettore sottolinea, ” ci prendono per tonti”, perchè poi si ripercuoterà sul cliente. Non è proprio un esproprio.

gainhunter
Scritto il 20 Marzo 2013 at 21:54

alfio200@finanza: Come dire, se non fossimo entrati nell’euro, la pacchia continuava all’infinito (ammesso che negli ultimi 20 anni si possa parlare di pacchia in Italia).

Se l’euro non fosse esistito (euro inteso come qualsiasi sistema di cambi fissi), e l’UE con le regole di Maastricht sì, probabilmente oggi l’Italia sarebbe la prima potenza economica e industriale d’Europa. Io ne sono estremamente convinto, perchè è evidente che da Maastricht l’Italia ha iniziato a ridurre il debito/pil (uno tra i pochi paesi virtuosi in questo senso), e l’arma (vera e propria) della svalutazione sarebbe stata usata solo quando necessario proprio per la presenza dei paletti e degli obiettivi fissati nella UE. E al contempo il grande malato d’Europa dei primi anni 2000 non avrebbe potuto farsi pagare i costi della riunificazione dai “partner” europei perchè il guadagno di competitività dovuto alla svalutazione salariale sarebbe stato compensato dall’aumento del marco, e di conseguenza non ci sarebbe stato quello spostamento di produzione verso la Germania che si è potuto verificare solo grazie alla presenza dei cambi fissi.

In altri casi (euro sì ma senza Italia, euro no e Maastricht no) non saprei, magari hai ragione: se uno inizia a svalutare e ci prende gusto poi finisce come l’UK.

gainhunter
Scritto il 20 Marzo 2013 at 22:24

kry@finanza,

Mi sa che dopo le ultime notizie staranno già arrivando le disdette delle prenotazioni 🙂

kry
Scritto il 20 Marzo 2013 at 22:39

gainhunter,

……con relativa chiusura dei c.c., sempre che trovino le banche aperte. Cipro insegna, sembra che le riaprano martedì prossimo.

Gigi
Scritto il 21 Marzo 2013 at 13:44

alfio200@finanza,

Sui finanziamenti ai giornali “…(160 Mln. contro i 140 Mln dei finanziamenti ai partiti)…” sfondi una porta aperta: sono mesi che invito DT a fornirci i numeri di questo enorme e vergognoso spreco di cui non si parla mai, ma senza successo.
Del resto i giornali sono posseduti dai partiti (tramite banche e/o De Benedetti) quindi il finanziamento ai giornali é – di fatto – un finanziamento ai partiti.
Quanto al “….meglio svendere gli immobili dello Stato che prelevare direttamente i soldi dai conti correnti dei cittadini….” é vero, ma solo fino ad un certo punto: se svandendo hai la certezza di risolvere tutti i problemi del nostro debito pubblico allora va bene; se non hai questa certezza allora non va bene, perché dovresti comunque tornare a prelevare dai conti correnti dei cittadini.
Nel caso italiano temo che il prelievo sarebbe comunque pesante, senza contare che il nostro patrimonio pubblico svenduto finirebbe tutto in mani estere (che sia questo il vero obiettivo di qualcuno?).

kry
Scritto il 31 Marzo 2013 at 18:27

gainhunter,

Mi sa che non arriveremo al 25 aprile, è che questa volta ci bussano alle porte di casa e di italiani coinvolti tra privati e aziende sembra ce ne siano per 7,5 miliardi €.

Scritto il 1 Aprile 2013 at 12:10

Gigi,

come ho già detto allora, non dispongo di questi numeri. Se voi li avete, ben volentieri, posso anche farci un post! Fatemi sapere!

kry
Scritto il 2 Aprile 2013 at 17:16

Dream Theater,

Businesscommunity Scrive:
2 aprile 2013 alle 17:05
Andrea, non tutti i giornalisti rientrano nelle tue due categorie…
solo quelli dei grandi giornaloni e delle testate TV.
Il problema di quest’ultima è che quando vai in una trasmissione e cerchi di argomentare un discorso, ti tolgono sistematicamente la parola e, se non fai parte della parroccchietta, non ti chiamano più.
Esperienza personale. E sui quotidiani non ti danno spazio se non come foglia di fico contornato da vaccate. Semplicemente, si viene ignorati o trattati come mosche fastidiose.
Inoltre, come ho già qui scritto, per la maggior parte dei miei “colleghi”, vale il detto che ” i giornalisti stanno a grafici e dati come i vampiri ad aglio e crocefissi”.
Troppa fatica studiare e informarsi. Meglio conformarsi.
Claudio. PENSO CHE TI POSSA AIUTARE PER FARE il POST. La mail chiedila ad Andrea ( icebergfinanza ).

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