Banche in default: i casi antitetici di Islanda e Cipro

Scritto il alle 09:03 da Danilo DT

Una piccola isola del Mar Mediterraneo… Quasi insignificante. Un PIL pari a 18 miliardi di Euro, un debito che è pari a circa il 71% del PIL. Ma che sta per ricevere un ulteriore pacchetto di 17.5 miliardi di Euro, il che porterà il rapporto Debito PIL al 171% in un batter di ciglia.
E così facendo si salva il sistema, lo stato e soprattutto le banche. Evviva quindi! Una buona notizia per l’Eurozona! In realtà proprio per niente. Si accolla al popolo cipriota un debito insostenibile che per forza di cose avvicina Cipro alla Grecia a livello di solvibilità.
Non dimentichiamo che Cipro è agli occhi di tutti un paradiso fiscale utilizzato soprattutto dagli oligarchi russi per riciclare denaro sporco.
E sempre Cipro è al centro di grandi discussioni su cosa occorrerebbe fare.
Non per ultimo dei duri scontri in BCE tra Draghi e Schaeuble su come comportarsi.
Con gli ultimi accordi, Cipro verrà dunque salvata ma…a quale tipo di costo per i ciprioti? E per il beneficio di chi? Beh, ve l’ho detto prima. Salvare banche e depositanti, quindi fondamentalmente i capitali prima descritti.
Non male vero?

(Reuters) – Europe and Russia are getting closer to a deal on how to involve Moscow in bailing out indebted Cyprus after Russian Prime Minister Dmitry Medvedev signaled willingness to help.

Medvedev was quoted as saying on Monday that Russia could provide support to Cyprus under certain conditions but the island itself and the European Union would have to take the biggest share in a potential bailout.

The help could come in the form of an extension to a 5-year 2.5 billion euro loan Moscow granted Nicosia in 2011. 

Il tutto capita proprio nel giorno in cui…l’EFTA ha dato ragione all’Islanda e alla sua politica di far fallire le banche. In sintesi ecco cosa è state deciso. E capirete subito l’enorme differenza con quanto invece sta succedendo a Cipro.

La Corte europea del libero scambio ha respinto il ricorso di Gran Bretagna e Olanda – che chiedevano a Reykjavik 2 miliardi di euro – contro i rimborsi “dimezzati” ai correntisti di Icesave. La diatriba risale al 2009 quando l’isola artica, dopo il crac del suo sistema finanziario, si era rifiutata di restituire i soldi ai 350mila clienti inglesi e olandesi della Icesave, il conto online della banca Landesbanki che aveva attratto 4,5 miliardi di euro di depositi da 350mila clienti stranieri grazie ai tassi d’interessi molto alti.

Le autorità bancarie inglesi e olandesi, dopo un primo braccio di ferro con l’Islanda, avevano deciso di rimborsare al 100% i loro concittadini rimasti con il cerino in mano, riservandosi di rivalersi in sede legale con Reykjavik. Quest’ultima, grazie al recupero della sua economia e al riassetto del suo sistema creditizio, ha nel frattempo provveduto a rimborsare la cifra (20mila euro a testa) prevista dagli accordi Ue. Gran Bretagna e Paesi Bassi non si sono accontentati e hanno fatto ricorso così alla Corte per il libero commercio. Uscendo però sconfitte. La sentenza di ieri garantisce comunque un bel sospiro di sollievo all’Islanda risanata dal crac da 80 miliardi di euro (otto volte il suo pil) delle sue banche. Quest’anno l’economia di Reykjavik dovrebbe crescere del 2,9%. (Source) 

Quindi, notate bene, l’Islanda NON è mai fallita. Sono fallite le banche. Salvando la dignità di un popolo e di una nazione che oggi si sta riprendendo e sta ripartendo.
Avete capito ora quali sono le grandi differenze tra Islanda e Cipro?
Cipro è un paese che conta come il due di picche e veniva sfruttato per affari malavitosi. L’Islanda è uno stato vero, con un popolo ed una dignità che non è presente in Cipro.
E ovviamente di peso politico. Ecco perché a Nicosia non hanno fatto come a Reykjavik. Ed ecco come hanno rubato per INTERESSE di popoli politicamente più potenti, la dignità di una nazione, di uno stato e di una popolazione. Mettetevi nei panni del popolo cipriota (che forse non ha ancora ben capito cosa sta per accadere…)

STAY TUNED!

DT

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9 commenti Commenta
paolo41
Scritto il 29 Gennaio 2013 at 09:41

….se qualcuno ha la memoria corta, ricordo che una parte di commentatori di questo blog era in favore dell’idea di lasciar fallire anche la Grecia.
L’intervento egoistico del Duo Merkozy (con la richiesta di far intervenire i “privati”!!!!) scatenò la mancanza di fiducia degli investitori internazionali con le conseguenze che oggi viviamo.
Bel colpo!!!!

kry
Scritto il 29 Gennaio 2013 at 10:30

Definizione di STATO. Lo Stato:è formato dal popolo, stanziato su un territorio definito, che è organizzato attorno a un potere centrale.—– L’Islanda è uno stato vero, con un popolo ed una dignità che non è presente in Cipro, Grecia,Portogallo,Spagna…………….. Italia. —– Cipro è un paese che conta come il due di picche e veniva sfruttato per affari malavitosi, lo stesso vale per gli altri paesi precedentemente citati cambierà solo il motivo dello sfruttamento:schiavi per e della produttività.

tommy271
Scritto il 29 Gennaio 2013 at 10:46

L’Islanda è uno Stato che ha preferito rubare ad altri, salvaguardando l’argenteria di famiglia.
Non mi pare un buon esempio … di correttezza.

Per quanto riguarda l’aiuto che lo Stato dovrebbe dare alle banche per le operazioni di ricapitalizzazione, la modalità non è ancora definita (infatti i TdS di Nicosia non sono crollati…)

Nelle ipotesi peggiori in debito/PIL dovrebbe essere proiettato tra il 140-150%.
Quindi insostenibile, secondo i parametri del FMI.

La discussione è aperta sui possibili salvataggi che – probabilmente – saranno meno “traumatici” di quelli sperimentati in Grecia.

Non vi è dubbio che Cipro se la caverà … come al solito si tratta di stabilire chi pagherà il conto …

kry
Scritto il 29 Gennaio 2013 at 11:19

tommy271@finanza,

Generalmente chi ruba va in prigione e mi sembra che in Islanda i responsabili siano stati processati e imprigionati. Non mi sembra che in altri paesi avvenga lo stesso. Continuiamo a dire che il sistema bancario è marcio e fallito ma l’unica soluzione che si trova è quella di cercare di salvare senza far pagare i responsabili ( questo non mi sembra un buon esempio di correttezza)…… e come dici si tratta di stabilire chi pagherà il conto.

tommy271
Scritto il 29 Gennaio 2013 at 11:30

kry@finanza:
tommy271@finanza,

Generalmente chi ruba va in prigione e mi sembra che in Islanda i responsabili siano stati processati e imprigionati. Non mi sembra che in altri paesi avvenga lo stesso. Continuiamo a dire che il sistema bancario è marcio e fallito ma l’unica soluzione che si trova è quella di cercare di salvare senza far pagare i responsabili ( questo non mi sembra un buon esempio di correttezza)…… e come dici si tratta di stabilire chi pagherà il conto.

Se avrei dato i miei soldi all’Islanda, non mi accontenterei di sapere che due o tre persone sono in prigione… vorrei indietro quello che mi sarebbe stato rubato.
Mi pare un problema di diritto.

Tra l’altro l’Islanda ha potuto farlo, per via del suo “isolamento”, di un’economia sussistenziale e di un abnorme sistema finanziario. Si trattava di “tagliare” alla radice.
Questo è stato fatto.

kry
Scritto il 29 Gennaio 2013 at 12:11

tommy271@finanza,

Sul diritto dei correntisti concordo. Vedremo come andrà a finire. Ciao.

gainhunter
Scritto il 29 Gennaio 2013 at 21:23

L’Islanda ha la corona islandese, Cipro l’euro. Quanto incide questo sul mandare a quel paese i creditori?

tommy271
Scritto il 30 Gennaio 2013 at 10:04

gainhunter:
L’Islanda ha la corona islandese, Cipro l’euro. Quanto incide questo sul mandare a quel paese i creditori?

Incide in maniera notevole … qui però i “creditori” delle banche sono gli stessi ciprioti che hanno investito in titoli di stato greci (poi swappati) e massivamente in titoli di stato di Cipro.

Scritto il 30 Gennaio 2013 at 10:21

kry@finanza,

Permettetemi però una piccola annotazione. Chi ha investito sui conti on line di queste banche islandesi che pagavano tassi MOLTO superiori alle medie di mercato, magari un piccolo ALERT doveva suonargli nella testa, non vi pare?

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