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Euro Risk Event Calendar
Il calendario degli eventi chiave dei prossimi mesi
Si apre un nuovo periodo chiave per l’economia e la politica monetaria. In molti mi hanno chiesto via email un piccolo contributo per poter “mettere ordine” e capire quali sono gli appuntamenti clou delle prossime settimane.
Questa semplice, ma essenziale slide, rappresenta la perfetta sintesi di quanto accadrà da qui alla fine dell’anno. Sono riassunti i momenti più critici e determinanti per l’economia e per l’Eurozona.
Si parte ovviamente dall’Euromeeting di Bruxelles del giorno 2 agosto (che sarà anticipato dall’incontro FED), per poi passare ad una serie di importanti appuntamenti (tra cui il famoso voto del 12 settembre della Corte Costituzionale tedesca sulla tematica ESM) che condizioneranno sentiment e tendenze di mercato.
Lo avete visto coi vostri occhi. Basta una parola ben spesa (oppure detta in un contesto sbagliato) a cambiare in modo radicale il sentiment di un mercato.
Sempre nella speranza che dal punto di vista politico cambi realmente qualcosa.
Bando alle ciance, eccovi l’Euro Risk Event Calendar
Il mercato nutre grandi attese per questi prossimi giorni.
Sarà un inizio agosto caldissimo. Tanto per cominciare dopo domani, giorno 1 agosto avremo due evento molto importanti. Il primo è meno noto ma non per questo deve essere trascurato. Si tratta della Tobin Tax che esordirà in terra di Francia. Infatti ecco la nota di Bloomberg sull’argomento:
The 0.2 percent tax, loosely modeled on the ideas of the U.S. economist James Tobin, will be applied to the purchase of shares in 109 French companies with market capitalizations of more than 1 billion euros ($1.2 billion). A similar levy will be imposed on high-frequency trading and so-called naked sovereign credit-default swaps.
A Bloomberg News report recently showed that the tax is larded with loopholes, and the expected revenue is negligible: 170 million euros in 2012 and 500 million euros next year. At worst, it will frighten away investment and curb needed growth; at best, it is a distraction from the heavy lifting that Europe’s second-largest economy must do to revive.
The measures are part of an amended 2012 budget that also includes a special tax on wealth, increased levies on company dividends, and rollbacks of reforms of France’s unsustainable social-welfare system and labor laws by the previous administration. (Source)
L’aliquota sarà pari allo 0,2 %, ed andrà a colpire le compravendite dei titoli azionari di società con capitalizzazione eccedente il miliardo di, oltre che alle operazioni di trading ad alta frequenza (HFT) ed ai credit default swap “naked”, e quindi speculativi.
FED
Ma assieme a questa Tobin tax lo stesso giorno, come ricordato qui sopra, avremo l’importante incontro FED. Ci sarà la famosa “manovra concertata” delle varie Banche Centrali? Staremo a vedere. Intanto però leggendo molti pareri dei più svariati economisti, l’ipotesi di un imminente QE3 (Quantitative easing III) sembra abbastanza remota. Ecco un estratto dei più autorevoli commenti degli ultimi giorni:
–J.P. MORGAN: There’s a less-than-50% chance the Fed will ease at its meeting, says strategist Kevin Hebner, who cites the need for additional labor market data. But he does see action at the September meeting as more likely. Mr. Hebner says he expects that when the Fed does ease, it will announce $500 billion in new asset purchases, likely focused on agency mortgage-backed securities.
–CAPITAL ECONOMICS: Recent U.S. economic data haven’t been weak enough to prompt Fed easing at this week’s policy meeting, says economist Paul Dales. Capital Economics expects the U.S. economy to grow 2% this year, which means that the 1.5% GDP second-quarter growth is only slightly below its potential and that the case for further stimulus is “not clear cut.”
–SOCIETE GENERALE: Economists expect the Fed to wait until September before launching QE3 since the central bank just announced in June the extension of “Operation Twist,” its program to buy longer-maturity Treasurys to lower long-term interest rates. At this week’s meeting, the Fed may extend its time reference for keeping low interest rates beyond late 2014, says head of research Stephen Gallagher.
–MILLER TABAK: Andrew Wilkinson, chief economic strategist, says he “wouldn’t be surprised” if the Fed announced another round of bond-buying Wednesday, adding that the Fed is more likely to act this week than in September. Potentially standing in the way of immediate Fed action are the jobs report for July due out Friday and the central bank’s annual Economic Policy Symposium in Jackson Hole, Wyo., at the end of August, but both events will be “overshadowed by the towering amount of evidence that the economy has slowed rapidly,” he says.
–BARCLAYS: The second-quarter GDP number is unlikely to shift the Fed’s debate over the need for further stimulus, Barclays says. Analysts continue to expect no additional Fed easing at this week’s meeting.
–NOMURA SECURITIES: Nomura doesn’t expect the Fed to announce any new policies this week because the data haven’t been weak enough to gather a strong consensus for stimulus, says strategist Charles St. Arnaud. The Fed is also likely to wait and see if the European Central Bank cuts rates at its meeting Thursday, Mr. St. Arnaud adds.
–CITIGROUP: Anyone looking for aggressive Fed action this week “will ultimately be disappointed” because the FOMC will likely wait for two more rounds of labor market and economic data before it acts, Citi analysts say.
–DEUTSCHE BANK: The GDP data confirm the prevailing view that “the Fed can wait for more clarity on the economy from the next two employment reports” before potentially launching another round of easing at its September meeting, says currency strategist Alan Ruskin. He notes that gold, which is often a gauge of QE expectations, has “appropriately come off a touch.”
–HIGH FREQUENCY ECONOMICS: Economist Jim O’Sullivan says new asset purchases by the Fed are more likely in September since much of this week’s economic data won’t be available to the Fed before the meeting ends, especially the July unemployment data coming Friday. The Fed will extend its rate guidance at this week’s meeting to mid-2015 from late 2014, Mr. O’Sullivan predicts. (Source)
Un PIL non stellare ma leggermente migliore delle attese (1.5% vs 1.4%) ed u’inflazione al 2% rappresentano un piccolo “freno” al nuovo QE, dando la possibilità a Bernanke di “rinviare” l’espansione monetaria a settembre (nuovo FOMC 12-13 settembre).
BCE
E poi il 3 settembre. Il giorno clou, dove Draghi dovrà dimostrare che non è un fantoccio ma un Governatore serio ed affidabile.
Cosa aspettarsi? Bella domanda… Si spera che qualcosa succede anche se nel dettaglio non è facile fare previsioni.
In primis si parla della riattivazione del SMP e del programma di riacquisto dei titoli di stato, ormai fermo dai tempi del primo LTRO. Ma meglio non dar nulla per scontato, anche perché Draghi potrebbe decidere di NON riattivare l’SMP e lasciare poi l’operatività di acquisto al “nascente” ESM, corte costituzionale tedesca permettendo.
E poi ci sono le ipotesi più disparate, compreso l’acquisto di titoli NON di stato.
Qualcuno sui mercati ipotizza quindi alcune varianti. Per esempio che la Bce stabilisca un tetto (dichiarato o no) sui rendimenti dei bond italiani e spagnoli, e regoli i suoi interventi di conseguenza. O addirittura che passi a una forma di quantitative easing tipo quella della Federal Reserve o della Banca d’Inghilterra. Ma in entrambi i casi la presumibile spaccatura del consiglio della Bce sarebbe assai più grave che sull’Smp, con danni forse irreparabili. Un’altra possibilità sono acquisti diretti, probabilmente da parte delle banche centrali nazionali, di obbligazioni emesse dal settore privato, banche o corporate, un mercato però, soprattutto quest’ultimo, limitato. La Bce potrebbe combinarla, secondo Valla di Goldman Sachs, con un ulteriore allentamento dei requisiti per il collaterale e nuova liquidità a lungo termine alle banche (Ltro). Al momento tuttavia un’altra Ltro, dopo il limitato successo delle precedenti, e dato che la liquidità è già abbondante, non sembra opzione che soddisfi le attese dei mercati. (Source)
Infine resta l’ultima ipotesi, quella del taglio tassi (con tasso sui depositi in negativo). In bilico tra finanza e fantafinanza. Staremo a vedere cosa ci regaleranno le banche centrali e, conseguentemente, che effetti avremo a livello di sentimenti di mercato.
STAY TUNED!
DT
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Ubs: profitti in calo del 58% nel secondo trimestre. Pesa investment banking
Ubs, il principale istituto di credito in Svizzera, ha annunciato di avere chiuso il secondo trimestre 2012 con utili pari a 425 milioni di franchi svizzeri, in flessione di quasi il 60% dai 1,02 miliardi registrati un anno fa. Il mercato indicava un dato pari a 1,09 miliardi. L’utile ante imposte è invece sceso a 951 milioni da 1,3 miliardi. A pesare sono le performance della divisione investment bank che riportato nel trimestre in esame una perdita ante imposte di 130 milioni rispetto ai profitti per 730 milioni dei primi tre mesi del 2012. Nella nota diffusa questa mattina il gruppo bancario elvetico sottolinea che il giro d’affari è sceso in maniera significativa nell’area securities a causa delle difficili condizioni di mercato. Non solo, Ubs spiega che “i ricavi sono stati impattati inoltre da una perdita di 349 milioni relativa all’Ipo di Facebook”.
Potrò risultare stupido, ma godo eccome se godo. Immagino che questi dati siano stati scritti a caratteri cubitali dai giornali inglesi dando la stessa importanza se i dati fossero stati di banche italiane.
Deutsche Bank: utile netto II trim. in forte calo a 661 mln, Core Tier 1 ratio al 10,2%
Deutsche Bank ha chiuso il secondo trimestre con un utile netto in forte calo a 661 milioni di euro rispetto agli 1,2 miliardi registrati nell’analogo periodo di un anno fa. L’utile per azione risulta così essere pari a 0,68 euro per azione contro l’1,24 euro dell’anno scorso. Sui profitti hanno impattato gli effetti della crisi del debito sovrano dell’eurozona. In flessione del 6% i ricavi netti che si sono attestati a 8 miliardi di euro rispetto agli 8,5 miliardi del secondo trimestre del 2011. Dal punto di vista patrimoniale, il Core Tier 1 ratio della banca tedesca è ammontato al 10,2%, in rialzo rispetto al 10% di un anno fa.