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Equity Risk Premium: come scoprire che il “price earning” fornisce risultati fuorvianti
Il rapporto prezzo utili (price earning) è in linea con la media degli ultimi anni. Ma allora conviene comprare azioni? E cosa è l’ Equity Risk Premium?
Ricevo molte email e commenti di lettori del blog i quali (giustamente) fanno notare che il rapporto prezzo utili (price earning) non è assolutamente proibitivo, il che rende ancora il mercato azionario decisamente interessante.
Si, è vero, il rapporto price earning ci illustra un mercato che all’apparenza è ancora interessante o comunque non caro. Vi porto subito un esempio. Prendiamo il benchmark mondiale, ovvero lo SP500. Qui sotto vedete il grafico del rapporto P/E dello Spoore negli ultimi 20 anni.
Grafico Price Earning dello SP 500
Come vedete, la media del P/E degli ultimi 10 anni è addirittura superiore a quella fatta registrare nelle ultime sedute. Media infatti in area 16.55, oggi P/E a 15.57.
Vogliamo fare un giochetto? Proviamo a proiettare il listino SP 500 al P/E del 16.55. Quanto dovrebbe valere? Esattamente 1685, ovvero un 7% in più di quanto vale ora (poi nemmeno troppo…).
Proiezioni quotazioni SP 500 usando il P/E
Quindi c’è spazio per il long! In realtà un’analisi con SOLO il P/E risulta decisamente zoppa, in quanto occorre fare una valutazione ben più profonda che tiene conto anche dei tassi di interesse in generale. E nella fattispecie, visto che parliamo di mercato USA (per l’Europa l’analisi sarebbe molto simile) occorre quindi un confronto con il rendimento dei titoli governativi USA.
Ho preso come paramento il rendimento del T Note 10yr e con esso ho ponderato il tutto ottenendo il cosiddetto Equity Risk Premium, ovvero il rapporto che lega rendimento dei bonde e rendimento dell’equity.
EQUITY RISK PREMIUM : The return that an investor expects over and above the risk-free rate of return in exchange for investing in common stock instead of U.S. Treasury bonds. The equity risk premium may be calculated as the return such a stock actually earns over a given period. For example, if the interest rate on a Treasury bond is 4% and the stock returns 9%, the equity risk premium is 5%. Whether or not this is worth the investment depends on the cost of the stock, the risk relative to other stocks with similar returns, and the investor’s own risk aversion. The equity risk premium is also called simply the equity premium. (Source)
Equity Risk Premium USA
Come vedete le cose cambiano enormemente. Ora il mercato risulta decisamente drogato dagli acquisti FED e dall’eccesso di liquidità, il che rende il parametro “price earning” assolutamente insufficiente e per certi versi fuorviante.
Ed infatti per i ns portafogli, il P/E è un parametro si, importante, soprattutto come metro di paragone tra i vari titoli, ma non è determinante.
MIX: SP500, PE e ERP
Ma se preferite un discorso molto più semplice, vi lascio questo ultimo grafico, che in modo molto più spartano ci illustra l’Equity Risk Premium. Paragoniamo lo SP 500 con il tasso del decennale USA: il risultato non cambia. I conti NON tornano affatto…
Grafico SP 500 vs TNote10yr yield
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DT
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Parlare di prezzo utili in un momento in cui i mercati sono oggetti di politiche espansive “mirabolanti” diventa, a mio giudizio, molto poco significativo. D’altronde i grafici postati lo evidenziano in maniera decisa.
Andrei ad analizzare piuttosto il CAPE ovvero il “cyclically adjusted price-to-earnings ratio”, ovvero il rapporto prezzo utili corretto per ciclo economico (10 anni) ed inflazione.
Ci dice qualcosa di molto diverso:
http://www.vectorgrader.com/indicators/cyclically-adjusted-price-earnings
Semplificandone l’interpretazione, ogni volta che siamo sopra 20, vuol dire che i prezzi sono alti, mentre sotto 15 sono bassi.
Quindi vedendo il grafico dipende molto da quanto durerà la politica espansiva. Aspetto che conoscevamo già!
Dream
Potresti anche postare il grafico del P/E a 10 anni di Shiller, il quale è molto più veritiero di quello ad un anno.