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DISOCCUPAZIONE GIOVANILE: si sta facendo qualcosa?
I dati sulla disoccupazione giovanile sono sempre più preoccupanti. E’ lì che si basa il nostro futuro economico. Ed è li che si capisce quanto debole è il welfare italiano (e non solo)
Proprio ieri di è parlato di disoccupazione e di sussidi. Gli USA (diciamo così) stanno vivendo una fase particolarmente positiva (a livello statistico).
Prendiamo l’ultimo report del BLS.
Il tasso di disoccupazione USA, oggi, è al 5.3%, livelli storicamente molto bassi, ed i sussidi di disoccupazione hanno raggiunto il minimo degli ultimi 42 anni. Il che illustra la straordinarietà della cosa.
La disoccupazione giovanile, invece, si trova la 12.1%.
US Youth Unemplouyment rate
Ok, sono il primo a dire che questi dati sono contestabilissimi, che bisognerebbe prendere in considerazione il dato U-6 della disoccupazione ecc. Intanto però, il 12.1% è all’apparenza un buon numero, soprattutto se paragonato a quello espresso dall’Eurozona.
La disoccupazione giovanile in Eurozona
Per trovare qualcosa di simile, dobbiamo rivolgerci ai “soliti noti”. Se la Germania ha un tasso disoccupazione giovanile poco superiore al 7%, poco oltre troviamo Olanda, Austria, Danimarca (oltre che il caso anomalo Malta). Sui 12 punti percentuali c’è l’Estonia ma poi… arrivano i capitomboli.
La media dell’UE in ambito di disoccupazione giovanile oggi è al 20.9%, quasi il DOPPIO (credetemi, è un’enormità) rispetto agli USA.
Ma il peggio deve ancora venire.
Andiamo ai super estremi.
Grecia e Spagna: signori, 1 ragazzo su 2 è disoccupato. E in Italia? Il 42%.
Ora, non so se questi dati sono ben presenti al nostro Governo. Ci si rende conto che questo nostro paese così strutturato e con questo tasso di disoccupazione giovanile NON può avere un futuro? E soprattutto, a parte Jobs Act e tante parole, si fa qualcosa di concreto per cercare di abbattere drasticamente il tasso di disoccupazione giovanile?
Credo sia una problematice enorme e di difficilissima risoluzione (anche perché l’ipotesi di prepensionamenti è irrealizzabile). Non è certo sufficiente, come detto una Jobs Act. Ci vorrebbe forse solo un miracolo. E, sicuramente, tanto tempo a disposizione che però, non c’è…
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chi ha più coraggio e un po’ di professionalità scappa o in Germania o fuori dall’Europa….
Sì, certamente: si propongono contratti per i neo-assunti che prevedono le stesse condizioni del personale già in forza, anche da anni, nonostante i neo-assunti debbano essere formati, quindi con costi aggiuntivi e debbano ancora dimostrare quale ricchezza la loro condizione di “fattore produttivo” sia in grado di concretizzare per l’azienda che li assume.
15 belle mensilità + trattamenti (socialmente nobili e giusti, ci mancherebbe) di malattia ed infortunio + integrazioni varie (in base ai vari contratti, si capisce) a fronte di 8.5 mesi effettivi di lavoro (cifre dimostrabili a chiunque in qualunque momento).
Ci preoccupiamo che stanno giungendo capitali dall’estero per comprare pezzi di Italia, attività, soprattutto medio-piccole?
Questo è ancora niente. Hanno appena iniziato, perchè i valori commerciali sono ancora un po’ troppo altini… il vero incremento nelle acquisizioni e “salvataggi” deve ancora arrivare.
Poi, forza lavoro comune costituita tutta da facce italiane, soprattutto bassi livelli, dirigenza straniera con qualche manager italiano appeso ad un filo, a termine…
Esempi? La città in cui vivo, al nord, ne presenta già tanti: bastava leggere le prime pagine di un quotidiano a tiratura nazionale, circa un mese fa, per avere l’elenco.