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Disoccupazione: quella giovanile in Italia è drammatica
La finanza è una gran bella cosa. Però è l’economia quella che tocchiamo con mano tutti i giorni. Ed i dati usciti oggi in questo ambito sono sicuramente preoccupanti.
L’ISTAT ha reso noto i dati sulla disoccupazione. I numeri presentati sono da prendere in seria considerazione. Bisogna cercare di far ripartire la macchina economica, altrimenti sarà sempre peggio.
Il numero dei disoccupati cala di 18mila unità, scendendo a 2.584 mila. Su base annua, invece, si registra una crescita del 26% pari a 534mila unità. (…) Se, considerando anche i possibili impieghi estivi, migliora leggermente la condizione dei disoccupati in genere, si fa drammatica invece la situazione dei giovani: secondo i dati provvisori a maggio il tasso di disoccupazione dei 15-24enni ha toccato un record storico salendo al 36,2%. Questo significa che è disoccupato più di un giovane su tre di coloro che partecipano attivamente al mercato del lavoro.
Per quanto riguarda la zona euro, a maggio il tasso di disoccupazione è salito all’11,1%, un decimo oltre il limite di aprile, e 1,1% in più rispetto a maggio 2011. E in tutta l’Unione europea si registrano dati simili: il 10,3% contro il 10,2% di aprile. Un anno fa il tasso era del 9,5%. I dati sono stati forniti con una nota da Eurostat. (…) Tra gli Stati membri si va dai tassi minimi di Austria (4,1%), Olanda (5,1%), Lussemburgo (5,4%), e Germania (5,6%), ai massimi di Spagna (24,6%) e Grecia (21,9% il dato risale a marzo 2012). Per quanto riguarda la disoccupazione giovanile, quella che interessa i ragazzi sotto i 25 anni di età, nel mese di maggio ha registrato un tasso del 22,6% nell’area euro e del 22,7% nell’intera Unione europea. Nel maggio di un anno fa, i due dati erano rispettivamente al 20,5% e al 21%. (Source)
Italia quindi con disoccupazione praticamente invariata, ma in evidente peggioramento su base annua. E soprattutto preoccupa lo stato della disoccupazione giovanile, Siamo ormai a livelli da incubo. 36.2% significa che oltre un terzo dei nostri giovani (tra i 15 ed i 24 anni) è a piedi. Se vi sembra poco…
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DT
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ma volete pure far lavorare i ragazzini tra i 15 e i 24 anni?
ma lasciateli in pace, che si divertano. tanto dovranno lavorare fino a 80 anni, figuriamoci se a 15 anni uno si mette a cercare lavoro…
Hehehe, per certi versi hai ragione… Però sono dati che sono sintomatici e meritano considerazione.
🙂
Il dato medio nazionale e’ allarmante. Ma secondo me e’ ancora piu’ allarmante se prendiamo in considerazione il fatto che non tutte le regioni d’Italia sono colpite allo stesso modo.
Dalle mie parti (Friuli), io di giovani 15-24 che non hanno nessuna attivita’, non ne conosco nessuno.
Mi chiedo quanto grave dev’essere la situazione in altre parti d’Italia, se il dato corrisponde al vero (dovremmo tenere conto della componente di lavoro nero, probabilmente incidente per una percentuale significativa).
Bundì, ho letto tutta la pappardella e il ciclo e riciclo del denaro per la normale vita quotidiana è un argomento chiaro a tutti, ma se io stato devo pagare un tot numero di persone quasi del tutto improduttive ( vedi caso dipendenti statali ) capisci che sono risorse sprecate, molte di queste risorse andrebbero oggi più che mai spese diversamente, se poi qualche dipendente statale viene licenziato non preoccupiamoci troppo in quanto avrà sicuramente già mangiato abbastanza nel corso degli anni passati e in ogni caso sarà comunque sostenuto da qualche forma di welfare, quindi detto ciò non mi legherei troppo la testa.
Il problema fondamentale detto in breve è, ti ricordi quel detto che fà: vivi e lascia vivere, ecco oggi in questa disgregata società, causa evidente la crisi, i margini per vivere e lasciar vivere sono venuti meno e quindi eccoci serviti, proprio un bel casino, ma daltraparte quando in un paese come il nostro per troppo tempo si resta immobili e deboli politicamente ( e questa è la chiave di tutto ) ciò è risultato inevitabile, ora si spera che le cose con il passare degli anni migliorino (“io penso che si vedranno dei sostanziali risultati non prima del 2020” ) in modo tale che si possa vivere più sereni in una società democraticamente sostenibile, trasparente ed equa.
Un salutone e chi vivrà vedrà ciaooo.
Dream Theater
” La finanza è una gran bella cosa. Però è l’economia quella che tocchiamo con mano tutti i giorni. ” Tanta è la confusione tra i non addetti ai lavori che dire finanza o economia si pensa sia la stessa cosa.Credo che ormai la finanza abbia un peso ormai elevato nella composizione del pil che non ne possiamo più fare a meno tanto da dire che la finanza è una gran bella cosa. La finanza dovrebbe far parte dell’economia e non influenzare l’economia e fino a quando non verranno rispettati questi ruoli credo che la finanza ci stia facendo solo TANTO TANTO MALE,se rispettasse il suo ruolo allora si sarebbe una gran bella cosa. La finanza ,grazie a tutto il marcio che la circonda, ormai la paragono ad un ospedale che non rispecchia più la sua funzione di curare gli ammalati e quando entri ci sono più probabilità di uscirne morto che vivo. Purtroppo possiamo dire che la finanza sia un furto legalizzato per spennare polli. E’ pur vero che i polli potrebbero anche informarsi e che se uno vuole qui ce n’è da imparare.
Il tasso di inattività nella fascia 15-24 per area territoriale a fine 2010 era così:
Nord-Ovest 21%
Nord-Est 17%
Centro 24%
Sud 37%
Isole 40%
Purtroppo le serie storiche Istat presenti sul sito, ripartite per fascia di età E regione, arrivano solo al 2010, poi ci sono le variazioni 2010 e 2011 ma divise per fascia di età O regione (o magari ci sono ma non le ho trovate *), comunque non ci sono stravolgimenti.
*bisognerebbe chiedere a lampo, il mago delle ricerche 🙂
sarà drammatica quando accetteranno qualsiasi lavoro. Al momento non è affatto così. Anzi ti chiedono se devono lavorare il sabato.
Quando gli dici anche qualche domenica spariscono
A complicare il quadro che hai descritto c’è la questione dei trasferimenti tra i vari stati, per cui finisce che i ricchi, portando i capitali in altri stati, tolgono la possibilità al governo di operare la redistribuzione. In una situazione di questo tipo ogni tentativo di prelievo dalle classi più abbienti rischia di aumentare i flussi di capitale verso l’estero, nella migliore delle ipotesi, e se attuata in una situazione di crisi come quella attuale, alla cessazione di molte attività e di conseguenza all’aumento della popolazione meno abbiente (disoccupati), provocando un circolo vizioso.
In teoria è più che giusto redistribuire la ricchezza, in pratica allo stato attuale finirebbe così: il governo determina quanto gli serve, guarda chi è che ha e paga e divide. Risultato: eliminazione della classe media e fuga dei capitali.
Certo, si va a colpire chi ha gli immobili, e infatti è quanto ha fatto questo governo (insieme ai risparmi degli onesti).
Per attuare concretamente la redistribuzione delle ricchezze serve:
– abolizione dei paradisi fiscali
– controllo di tutti i flussi di capitale (anche all’interno delle holding)
– eliminazione della globalizzazione
Si può colpire la finanza, sempre in teoria, perchè chi muove i grossi capitali ha i conti a Londra, New York, Zurigo o Singapore…
Oppure si può svalutare, che sarebbe il modo più efficace (perchè più subdolo e meno esplicito), potendolo fare.
(Mia modesta opinione)
hai perfettamente ragione ….. la finanza dovrebbe essere il SUPPORTO dell’economia, e non viceversa, come ormai è consolidato.
la finanza dovrebbe fornire i capitali all’impresa, e non essere l’impresa usata come garanzia per ottenere capitali da giocare nel mondo finanziario ( vedi cosa fece Romiti con la FIAT)
il tuo ragionamento non fa una piega, ma mi spieghi perchè i paesi nordici applicano aliquote marginali che superano il 90% e nessuno scappa?
se è vero che il denaro può sfuggire con una certa facilità, immobili, valori mobiliari (azioni), ad esempio son molto meno facili ta far emigrare….. e poi ci sono loro stessi ….. oltre un certo limite, perchè non considerarlo un furto nei confronti della società e trattarli quindi da ladri ? così scapperebbero ancora meno, anzi sarebbe anche difficile per loro raggiungere i lro denari. Poi , accordi internazionali sipotrebbero anche fare , no ? perchè con la svizzera ci sono riusciti gliUSA, la Germania e la G.B. e noi no ? ovvio che non è la perfezione, ma aspettare a muoversi solo quando le regole son perfette, vuol anche dire star fermi in eterno
per tutti
io credo che noi Italiani siamo malati ( molto interessati ) di perfezionismo, o forse , molto più probabilmente, icapaci di fare cose semplici in modo che ci sia sempre un cavillo per permettere a qualcuno di sgattaiolare.
prendete la giustizia.
un accusato di 3 reati va a processo quando i pubblici ministeri hanno indagato su tutti e 3.
negli USA, preparato il primo, lo si processa per quello, lo si condanna e intanto si indaga sugli altri.
da noi, accade che un indagato, allorchè si avvicini la conclusione delle indagini si autodenunci per un quarto reato, mandando così in prescrizione anche i primi.
è vero che la perfezione è auspicabile, ma noi rinunciamo al bene per inseguire il meglio …. che sovente non raggiungiamo mai.
andrea.mensa@finanza: mi spieghi perchè i paesi nordici applicano aliquote marginali che superano il 90% e nessuno scappa?
Non conosco la tassazione dei paesi nordici, quindi non ti so rispondere. Ma se parliamo di tassazione sui redditi è un discorso, io mi riferivo alla tassazione dei patrimoni, quindi delle ricchezze accumulate nel tempo. Tassare i redditi secondo me è più efficace perchè per sfuggire uno dovrebbe cambiare nazionalità.
Un’idea potrebbe essere quella di tassare i patrimoni di chi viene scoperto a evadere.
In Italia quanto proponi (tassare immobili e azioni) è già stato fatto da Monti, ma per tutti e non solo per i capitali più alti…
Sull’accordo con la Svizzera hai perfettamente ragione.
andrea.mensa@finanza: gainhunter, il tuo ragionamento non fa una piega, ma mi spieghi perchè i paesi nordici applicano aliquote marginali che superano il 90% e nessuno scappa?se è vero che il denaro può sfuggire con una certa facilità, immobili, valori mobiliari (azioni), ad esempio son molto meno facili ta far emigrare….. e poi ci sono loro stessi ….. oltre un certo limite, perchè non considerarlo un furto nei confronti della società e trattarli quindi da ladri ? così scapperebbero ancora meno, anzi sarebbe anche difficile per loro raggiungere i lro denari. Poi , accordi internazionali sipotrebbero anche fare , no ? perchè con la svizzera ci sono riusciti gliUSA, la Germania e la G.B. e noi no ? ovvio che non è la perfezione, ma aspettare a muoversi solo quando le regole son perfette, vuol anche dire star fermi in eterno
correggimi se sbaglio, ma i contatti con la svizzera sono stati avviati proprio dal governo Monti.
per quanto riguarda la tassazione nei paesi nordici, ricordati che da loro i servizi NON sono i nostri.
es. :se debbo fare una visita medica con urgenza, faccio prima a pagarmela. soprattutto se desidero andare dallo specialista che voglio io.
per il resto, come già qui detto da Gainhunter, “tassare immobili ed azioni è già stato fatto da Monti”.
ottofranz: sarà drammatica quando accetteranno qualsiasi lavoro. Al momento non è affatto così. Anzi ti chiedono se devono lavorare il sabato. Quando gli dici anche qualche domenica spariscono
Sottoscrivo e aggiungo: non credete che tutta questa propaganda sulla disoccupazione giovanile faccia il gioco di questa generazione di giovanotti svogliati, pretenziosi, presuntuosi che non vogliono sporcarsi le mani con lavori “meno nobili” ed aspettano che mamma o papà gli trovino qualcosa che “li faccia sentire realizzati”??? O forse è anche un alibi per i genitori che rendendosi conto di avere figli lazzaroni e poco propensi a sacrifici, li giustificano per non guardare in faccia alla realtà??? Io la penso esattamente così e penso che i media, invece di enfatizzare sempre questo cavolo di dato, dovrebbero elencare parallelamente tutti quei lavori che i giovanotti non vogliono fare, facendo capire loro che i tempi sono cambiati e che le vacche grasse sono finite.
Io credo ci sia una grave carenza al giorno d’oggi da parte dei genitori che crescono i loro bimbi in una dorata campana di vetro, proteggendoli, coccolandoli, trovando continui alibi alle loro mancanze. Un figlio va cazziato, svegliato, spronato ed è necessario inculcargli la cultura del sacrificio, altrimenti avremo sempre più una generazione di piccoli presuntuosi che alla prima difficoltà corrono da mamma e papà e loro…… pagano.
Diciamo che si potrebbe cominciare da qui. E perchè no?
A queto punto mi sa che la Montessori ha fatto più danni della Merlin
http://www.lettera43.it/foto/8-parco-giochi-della-paura_4367556135_8.htm
già sarebbe un passo avanti, quanto affermi, ma mi dici a cosa possono servire grossi patrimoni, se non a danneggiare la collettività ? il problema poi, non riguarda solo chi evade OGGI, come non interessa SOLO il deficit di bilancio, ma tutto il pregresso.
io ragiono in termini di etica, e, dato che una ricchezza non è altro che un CREDITO nei confronti della società, ha senso che una persona ne accumuli oltre una certa misura ?
vorrei che non mi considerassi un fautore dell’appiattimento sociale ( verso il basso), ma io lo vedrei come la garanzia di poter vivere col proprio tenore di vita finchè si campa, e anche un po oltre, ma nulla di più !
mi dici che senso ha che Monti possieda 17 appartamenti ?, e che la Severino paghi 4 milioni di irpef all’anno per cui il lordo non dovrebbe distare troppo dai 9 milioni. ma per “guadagnare 9 milioni all’anno lavorando 12 mesi, 200 ore al mese vuol dire fatturare circa 3750€ all’ora, per ognuna di tali ore. cosa può dare una persona alla società per ricevere tale cifra? se la sua attività la stima a quel livello così tanto perchè il pane devo pagarlo 5€ al kg, come l’ultimo poveraccio ? Qui non si tratta di egualitarismo ad oltranza, ma giustizia sociale, visto comunque che per definizione, ad ogni ricchezza corrispondono delle povertà? forse il mio discorsoè troppo filosofico, ma forse dovremmo provare a discuterne un po di più, non trovate ?
già ….. e quel pazzo furioso di Monti vuol tagliare 10.000 impiegati statali così da creare altri 10.000 disoccupati. Con i consumi, alimentari compresi, in calo chissà cosa crede di ottenere !!!
in compenso non vedo comparire traccia, dell’unica azione che potrebbe invertire il trend… appena scritto stamattina lo riporto integralmente.
Equilibrio monetario di uno Stato.
Uno Stato che adotti un sistema monetario a quantità fissa, come il “gold standard” nel quale la quantità di denaro è determinata dalla quantità di oro, o preziosi, destinato a costituire la moneta, la quantità di denaro circolante, ovvero quella destinata all’acquisto dei beni reali, è data semplicemente dalla quantità totale emessa, meno quella risparmiata, tesaurizzata, ditelo come volete, ma comunque sottratta alla circolazione, ed archiviata per usi futuri.
L’eccesso di risparmio, quindi, superata la fase in cui un aumento della velocità di circolazione ( numero di scambi che la stessa quantità di denaro permette nell’unità di tempo ) compensa una diminuzione della quantità di denaro, inizia una fase deflattiva in cui il denaro circolante, sempre più scarso, aumenta di valore relativo rispetto ai beni reali con i quali è scambiato.
In ambiente di moneta “fiat” ovvero creata dal sistema bancario, la stessa azione svolta nel sistema precedente dal risparmio, è invece svolta dalla paura.
Essendo tale tipo di denaro creato ma IMPRESTATO, necessita sempre di qualcuno che lo chieda in prestito, ma tale tendenza è ad esempio limitata dal timore di non avere in futuro mezzi sufficienti per restituire il debito.
Inoltre, anche quando ci sia qualcuno che lo chiede, occorre che la banca lo giudichi capace di onorarlo, prima di concederlo. La perdita di fiducia nelle possibilità future, agisce quindi nei due sensi di ridurre le richieste, ma anche di ridurre poi le concessioni.
Ma in assenza di prestiti da parte del sistema bancario, tende a sparire il denaro, ma attenzione, non spariscono i debiti contratti al di fuori del sistema bancario.
Il maggiore utilizzatore di denaro, che è anche il più gran debitore, è lo Stato, soprattutto quegli stati che non hanno saputo nel tempo, raccogliere e far pagare tasse sufficienti a coprire le proprie spese, e, che quindi, per avere i mezzi per far fronte agli impegni presi, si sono indebitati.
Al limite, se tutti i debitori verso le banche, rendessero i loro prestiti, sparirebbe il denaro, e quindi sparirebbe anche il MEZZO per onorare gli altri debiti.
Ora occorre fare un salto nell’ambito della società, per capire come i flussi di denaro operano. Queste righe presenteranno il quadro in modo approssimato, ma almeno potranno dare un’idea di quanto avviene.
Già ho scritto che i beni reali hanno una vita, un ciclo, essi vengono creati, scambiati, usati, ed infine distrutti.
Parlo di ogni bene reale, fisico e non. Tra i fisici un ceppo di lattuga, un’automobile, una casa, sono beni fisici reali con cicli che vanno da pochi giorni a anni a secoli, mentre una lezione d’inglese, ad esempio è un bene reale ma immateriale, che costituisce un vantaggio per chi la riceve, che poi usa tale lingua, e scompare con la morte della persona.
Quindi il lavoro crea nella maggior parte dei casi, dei beni reali, e la vendita di tali beni, costituisce il ricavo per chi li ha creati. I quali possono , con esso, ottenere altri beni creati da altre persone o entità.
Questo è il meccanismo permesso dal denaro, il quale, facilitando gli scambi, consente anche che possano avvenire in tempi e valori diversi.
Nel ciclo che va dalla creazione dei beni, all’acquisto di altri beni da parte di chi li ha creati, si inseriscono altre entità che operano un prelievo del denaro usato per tali scambi.
Il principale è lo Stato, mediante la tassazione diretta ed indiretta, ma esso, se i suoi bilanci sono in rosso o al massimo in pareggio, spende immediatamente con l’acquisto per la comunità quanto, e sovente più, di quanto raccolto.
Pertanto il denaro sottratto dallo stato con la tassazione, ritorna in tal caso immediatamente NEL mercato dei beni reali, speso da coloro che sono stati appunto pagati dallo stato.
Ma in tutto questo giro, si inseriscono anche operatori che si fanno pagare, o sottraggono mediante aumenti del prezzo del loro apporto, ben più di quanto loro necessiti per vivere. In altre parole si arricchiscono.
Non avendo bisogno quindi di aumentare le loro spese nei beni di largo e comune uso e consumo, impiegano tale profitto, nell’acquisto di beni reali che vengono così accumulati ma non usati ( vedi immobili) , oppure in beni di nicchia, creando bolle ( vedi borse), ma comunque in beni o attività che esulano dai normali mercati.
Tali arricchimenti, se non spesi, aumentano il denaro risparmiato in loro possesso, diminuendo così quello circolante. In condizioni non di crisi, maggiore ricorso al credito, con la creazione di nuovo denaro, compensa tale sottrazione al mercato, mentre in clima di crisi, tale fatto peggiora le conseguenze della crisi stessa, visto che la sottrazione è praticamente fissa, mentre la quantità complessiva di denaro destinata all’acquisto dei beni di largo e comune uso e consumo cala in modo proporzionale a quello complessivamente emesso.
Essendo tali persone o entità le più ricche e quindi le più agguerrite nella conservazione dei loro privilegi, la contrazione viene così a scaricarsi essenzialmente sulle classi più deboli, come appunto sta accadendo in questi periodi.
Contrazione di disponibilità che causa contrazione dei consumi, che causa contrazione delle produzioni, quindi licenziamenti o riduzione nelle produzioni, con conseguente calo nelle disponibilità di chi crea ricchezza reale, in una spirale che si auto alimenta.
Se poi i governi, aumentano la tassazione indiretta, che grava in modo proporzionale sulla popolazione, non fa altro che peggiorare la situazione complessiva ottenendo un calo dei consumi, che accentua proprio quella crisi che vorrebbero curare.
Questo è il clima in cui occorrerebbe che lo stato facesse una forte azione di redistribuzione delle risorse, operando prelievi anche patrimoniali su chi dispone di ricchezze che possono rendere sicura non solo la vita del loro possessore ma 100 vite, scaricando dai prelievi in tassazioni, le classi più povere.
Sembrerebbe un ragionamento ovvio e banale, ma la forza di controllo che possiedono le classi più ricche, nei confronti dei politici e dei media, impedisce a tale governo di fare l’unica azione davvero decisiva per superare la crisi.
I governi tendono quindi ad operare SOLO su parametri monetari per cosa riguarda le eventuali carenze di circolante, e inasprire la tassazione indiretta che è la più immediata per reperire risorse aggiuntive.
Ma questo, pesando in modo anomalo sulle classi già più povere, non fa altro che ridurre ulteriormente i consumi, riagganciando la spirale perversa, e rimandando comunque una soluzione che dovrà necessariamente cambiare il paradigma di queste società.
Prima avverrà e meno doloroso sarà. Speriamo in bene !!