Crescita modesta: ottima per i mercati! Ma il quadro economico sta cambiando aspetto.

Scritto il alle 10:30 da Danilo DT

L’analisi intermarket si è dovuta adeguare alle mode del momento. I modelli classici sono stati per forza rivisti, a causa della rivoluzionaria operazione espansiva delle principali banche centrali del globo, che hanno stimolato l’economia e la crescita economicaa qualunque costo”, portando i tassi a zero e soprattutto stampando denaro e ricorrendo al Quantitative Easing in modo massiccio. Il modello per tutti è stato Alan Greenspan, colui che ha contribuito attivamente alla bolla internet del 2000, e il suo degno successore, Ben Bernanke, non è stato da meno. Ma attenzione, non dimentichiamo anche il brillante operato della BOE, di chiara scuola Greenspaniana, e recentemente della BOJ, protagonista di una spettacolare e pirotecnica manovra di sostegno all’economia che merita di essere definita a tutti gli effetti un vero e proprio ESPERIMENTO di politica monetaria.
Già il fatto che si tratta di esperimento, mi fa venir la pelle d’oca. Se poi a fare l’esperimento è un paese che non sa più cosa inventarsi per uscire dalla crisi, allora c’è addirittura da avere paura.

Come bene sapete, a sostenere l’economia è stata innanzitutto la politica monetaria. Tutti ne sono consci. Come tutti sanno BENISSIMO che, nel momento in cui la FED tirerà i remi in banca e alzerà bandiera bianca, ammettendo che tutti gli sforzi sono stati inutili e che, a causa di una situazione che rischia di diventare insostenibile, smettono di stampare e di comprare bonds (quantitative easing), il mercato rischierà di cascare come una pera cotta.

Quindi per certi versi, quanto la FED ha detto ieri sera, rappresenta nemmeno una notizia troppo cattiva per i mercati. Vediamo perché.

L’economia americana cresce a passo “moderato o modesto”, sostenuta in particolare dal buon andamento del comparto immobiliare residenziale e del settore automobilistico. È quanto si legge nel Beige Book, il rapporto sull’economia americana che la Federal Reserve pubblica ogni sei settimane e che fornisce un quadro relativamente migliore rispetto ai singoli dati macroeconomici diffusi in precedenza. “Invariate o in leggero miglioramento” le condizioni del mercato del lavoro, alla luce di “assunzioni più generalizzate nel settore manifatturiero, delle costruzioni residenziali, dell’information technology e dei servizi professionali”. (…) A sostenere la congiuntura è anche l’azione della Federal Reserve, che durante l’ultima riunione ha deciso di proseguire con le misure straordinarie di stimolo all’economia e in particolare con l’acquisto di bond per 85 miliardi di dollari al mese. La durata dell’azione della Fed, già discussa durante l’ultima riunione, sarà al centro del meeting del prossimo 30 aprile-1 maggio. (Source) 

Ora mi prenderete per folle. Come è possibile che un messaggio che inizia con una frase del tipo “crescita modesta” possa essere vista in chiave positiva dai mercati? Il perché è spiegato dopo: La FED ha deciso di proseguire con le misure straordinarie di stimolo all’economia e in particolare con l’acquisto di bond per 85 miliardi di dollari al mese.

Mi spiego meglio.

Il mercato sa che la FED droga l’economia e quindi i mercati. La paura che si ha è che un giorno la FED chiuda i rubinetti. Se la crescita è modesta o moderata, la FED continuerà nella sua politica espansiva, andando avanti col suo programma di QE. Se invece la crescita fosse invece più virtuosa, condizione oggi molto difficile a priori, i mercati potrebbero anche vederla negativamente in quanto, in tal caso, la FED potrebbe ritirare la sua manovra espansiva, interrompendo il QE. Ovviamente questa mossa sarebbe ottima SE ci fosse vera ripresa. Ma tutti sanno che il mondo sta fortemente rallentando e quindi NON esiste vera ripresa. Quindi si tratterebbe di una momentanea fase euforica pronta a rientrare rapidamente.

I bilanci delle Banche Centrali e l’andamento dello SP 500

Non è ancora il momento di diminuire la portata del Quantitative easing da parte della banca centrale americana. La disoccupazione, nonostante la situazione stia migliorando in molti Stati, rimane ancora una delle principali minacce per l’economia a stelle e strisce. Inflazione e situazione degli intermediari finanziari sono sotto controllo, mentre il mercato immobiliare continua a vivere il suo momento florido, anche se al di sotto dei livelli pre-crisi. Come ha notato alcuni giorni fa J.P. Morgan è tuttavia difficile che possano essere toccate le quote raggiunte prima del 2007. «È un mondo che non c’è più», hanno detto gli analisti della banca guidata da Jamie Dimon. (Source)

Quindi tutto bene? Solo in parte, visto che qualcuno sta rovinando le uova nel paniere della FED. Si tratta della BOJ che con la sua chiara manovra di svalutazione competitiva, rischia di mettere in crisi l’economia USA.

Il quadretto che ne deriva non è certo brillantissimo. Come ho già detto ci ritroviamo con la deflazione, con la recessione e..con qualcuno che inizia ad essere irritato dal QE. E allora che succede se la FED si trova costretta, suo malgrado, a rallentare il QE? Un bel disastro.
Intanto però i mercati iniziano aprendere seriamente posizione e a confermare il quadretto sopra descritto:

a) deflazione
b) rallentamento economico globale
c) rischio rallentamento fase espansiva FED

troviamo il brusco movimento correttivo delle commodity.

E a ruota iniziano ad arrivare le borse…nella più classica correlazione intermarket. Se poi la correzione si farà più decisa, allora sarà il tempo del ritorno al Dollaro USA e…occhio al mercato obbligazionario! Nello scenario RISK OFF gli spread torneranno ad allargarsi e tutti i rischi che oggi il mercato non prezza verranno riconsiderati con gli interessi.

Catastrofismo? Direi proprio di no. E’ sempre troppo facile filosofeggiare sullo stato della crisi, senza poi dare indicazioni più chiare. Credo che nel mio piccolo, qui sopra, ho dato una certa serie di idee assolutamente personali ed opinabili non di poco conto.

STAY TUNED!

DT

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13 commenti Commenta
kry
Scritto il 18 Aprile 2013 at 11:17

L’economia americana cresce a passo “moderato o modesto”, sostenuta in particolare dal buon andamento del comparto immobiliare residenziale e del settore automobilistico.—- Allora, io interpreto che l’economia è sostenuta dal buon andamento di un comparto e un settore che sono attivi grazie a finanziamenti tra privati. Quello che mi sfugge è il perchè dovrebbe esserci un ritorno all’investimento sul dollaro alla luce di quanto evidenziato. Per quanto riguarda gli spread ritorneranno ad allargarsi in base alle mode o ai dati reali, perchè non credo che sia tanto reale la quotazione attuale dello spread tra francia e germania.

john_ludd
Scritto il 18 Aprile 2013 at 13:23

kry@finanza,

La voce principale dell’export USA è il dollaro stesso. Le banche USA possono disporre di una quantità infinita di dollari a costo zero che non possono impiegare in casa non essendoci più opportunità nell’economia reale da almeno 10 anni (ma sono assai di più), il dato che maggiormente lo dimostra è la percentuale di occupati sul totale della popolazione unito all’andamento del potere d’acquisto del cittadino medio, tutto ai minimi storici. L’enorme quantità di dollari si riversa allora all’esterno, si vendono dollari e si comprano attività in zone dove si presume vi sia un differenziale economico favorevole. Infatti, le multi nazionali che fanno il grosso degli indici USA fatturano più all’estero che in casa e beneficiano di un dollaro debole e non il contrario. Se però l’economia mondiale rallenta questo flusso si inverte e i dollari tornano a casa ovvero si vendono i non dollari e si ricomprano dollari. C’è di più. L’economia mondiale è un sistema in partita doppia come ogni altro quindi il flusso finanziario netto è sempre zero. Quando il flusso di dollari verso l’esterno sale, sale quindi il flusso di dollari che i paesi produttori rimandano negli USA per acquistare titoli di stato e per essere riciclati dalla grande piovra di Wall Street che li rimanda in giro x il mondo nelle forme più disparate inventate da una perversa ma fervida fantasia . Per funzionare questa distorta economia mondiale ha quindi necessità di un continuo flusso di dollari che vengono creati dal deficit USA che da decenni è il motore della crescita economica mondiale. Si sono quindi create distorsioni immani, con un paese che produce molto meno di quello che consuma e altri che consumano molto meno di quello che producono ma che sino a oggi hanno preferito questo modello guidato dall’export per sostenere il proprio sviluppo. Questo ha funzionato sino al 2008 quando il gioco si è rotto per sempre ed è alla radice dei problemi mondiali che non si ricomporranno ma anzi peggioreranno sempre più se i paesi produttori non cambiano il loro modello di sviluppo, privilegiando la crescita interna che pretende tuttavia grandi cambiamenti come per esempio la graduale introduzione di sistemi di welfare e la caduta dei gruppo di potere che beneficiano di questo modello. In estrema sintesi, il sistema attuale lasciato così com’è porterà all’implosione dell’economia, a deficit sempre maggiori in USA e incorreggibile inflazione nei paesi produttori che si trovano ad avere una moneta che per loro scelta è sottovalutata e a utilizzare il dollaro per l’acquisto di energia dai paesi arabi ben presidiati dalle armate USA. Il sistema non può comunque non tendere a un inevitabile riequilibrio. 50 anni fa gli USA producevano oltre il 40% dell’output mondiale quindi il ruolo del dollaro come moneta di riserva era del tutto giustificato e ovvio. Oggi producono il 20% e stante la dinamica demografica e il differenziale di crescita economica, produrranno solo il 10% entro una generazione, sempre a valore del cambio attuale. Ci sono evidenti segnali di disgregazione della capacità di sostenere lo status quo a lungo: gli accordi commerciali bilaterali tra nazioni importanti per utilizzare la loro moneta al posto del dollaro e di recente la ribellione delle autorità giapponesi a sottostare ai dettati del loro protettore. E’ possibile quindi nel medio/lungo termine un crollo del dollaro ma assai più probabilmente vedremo prima la crescita del confronto militare tra nuovi imperi e vecchi imperi. Nel breve è invece possibile il suo opposto ovvero un rafforzamento del dollaro che le autorità americane sono ben consapevoli rappresenti una minaccia mortale di lungo periodo. Certamente il mondo diverrà ogni giorno meno sicuro e verranno a sparire (lo sono già) i cosiddetti porti sicuri. Siamo ormai in una era di nuovi conflitti combattuti con le armi veri nei paesi abitati dai poveracci e con le armi non convenzionali della finanza e dei media tra paesi troppo armati per affrontarsi direttamente.

Non pretendo che quello scritto sopra sia vero e soprattutto esauriente ma compatibilmente con l’ampiezza concessa da un commento in un blog, è quello che penso. A chi interessa, le tesi di cui sopra sintetizzano all’estremo quanto proposto dall’economista Yannis Varoufakis autore del grandioso testo “The Global Minotaur” di cui potete seguire il blog, tra i migliori o forse il migliore di tutta la rete:

http://yanisvaroufakis.eu/

Per gli aspetti geopolitici il riferimento sono le tesi di Robert Mearsheimer e del suo “The Tragedy of Great Power Politics” edito nel 2001 e tra i più importanti testi nel settore degli ultimi 50 anni.

paolo41
Scritto il 18 Aprile 2013 at 14:50

john_ludd@finanza,

ritengo che tu abbia sintetizzato in maniera concisa ma efficace la situazione economico-finanziaria e geopolitica che ci circonda. Ho letto il tuo commento con attenzione due volte e mi ci ritrovo totalmente.

Scritto il 18 Aprile 2013 at 15:41

paolo41,

john_ludd@finanza,

In questi mesi, john ha sempre dimostrato di essere uno dei migliori commentatori del blog dando sempre l’impressione di essere una persona molto seria ed equilibrata. Ed ahimè anche realista.

Spero di poterti incontrare a Milano al ns meeting di giugno 2013 (assieme a tutti gli altri amici lettori che vorranno partecipare!)

kry
Scritto il 18 Aprile 2013 at 15:51

john_ludd@finanza,

Grazie John del commento e della tua continua disponibilità.

john_ludd
Scritto il 18 Aprile 2013 at 17:37

Dream Theater,

però a volte sono intemperante e sbrocco !

dipende dalla meteorologia, se c’è il sole è ok, se piove per una settimana sono intrattabile 😀

ciromot
Scritto il 18 Aprile 2013 at 18:04

john_ludd@finanza,

Complimenti , gran bel commento……ho tanto da imparare da te 😉

john_ludd
Scritto il 18 Aprile 2013 at 18:55

ciromot@finanza,

volgarizzo solamente riassumendolo sino a renderlo troppo semplice il lavoro del grande economista greco di cui ho fornito il collegamento. La lettura dei sui post e soprattutto del suo testo più famoso appena ristampato e ampliato richiede un minimo di dimestichezza con la macro economia ma niente di trascendentale. Nessuno a mio parere è riuscito a fornire una descrizione così convincente della ragione della crisi del 2008. Yannis è anche insieme a De Grauwe il più lucido analista della crisi europea, un vero MAESTRO.

john_ludd
Scritto il 18 Aprile 2013 at 19:07

Questo è un post recente di Yannis dove presenta la sua tesi sul Minotauro Globale:

Almost two years have passed since the first edition of The Global Minotaur was written. Its prognosis for our tormented beast was not good. Have events since confirmed that the Global Minotaur’s wounds were too deep to allow it to continue to perform its miraculous global surplus recycling? Is this still the best explanation available as to why the American, the European and, indeed, the global economies are stuttering? Of why generalised insecurity has become the ‘new normal’? These are the questions posed by the book’s Second Edition…

http://yanisvaroufakis.eu/2012/11/10/a-world-without-the-global-minotaur-why-is-the-world-economy-failing-to-recover/

Raccomando a chiunque di scorrere il blog di Yannis, parte di quello che scrivo l’ho “preso” da Yannis.

pinco14
Scritto il 18 Aprile 2013 at 20:13

john_ludd@finanza,

Un grazie anche da parte mia per questi splendidi post
E’ raro trovare tanta competenza in un blog anche se di elevato livello come questo
Da te abbiamo molto da imparare

lampo
Scritto il 18 Aprile 2013 at 21:11

john_ludd@finanza,

C’è sempre da imparare o alzare le antenne dai tuoi commenti.

L’aspetto che mi preoccupa di più non è il verificarsi in tempo più o meno rapidi di quello che hai spiegato, riassumendolo dalle tue letture, ma di cosa cercheranno di fare a tutti i costi perché non succeda!

Che equivale a far succedere qualcosa di peggio, cioè un continuo altalenare di fasi di “finta” crescita a fasi recessive, articolare da guerre valutarie, finanziarie, fallimenti improvvisi, introduzione di norme che rimettono in discussione gli assunti di garanzia dei capitali che l’investitore medio aveva (Cipro e la Grecia ne sono un esempio come le CAC sui titoli di stato introdotte in Europa), ecc., ecc.

Senza contare il terrorismo che scorrerà sempre più sul web tentando di carpire segreti industriali, finanziari, forzare i firewall di istituzioni “a protezione” dei cittadini e dell’interesse comune (almeno questa dovrebbe essere l’apparenza), ecc.

In tutto questo devono anche trovare il sistema di far lavorare la gente… in maniera da non ridurre eccessivamente il sistema di welfare. Altrimenti, sopratutto in Europa è ovvio che quest’ultimo sarà ridotto drasticamente (leggevo per esempio che in Germania vogliono introdurre un sistema di pensionamento variabile a seconda della professione che svolgi. Se usurante vai in pensione pochi ani rispetto ad adesso… altrimenti oltre i 70 anni, ovviamente volontariamente senza forzarti… solo che se vai prima hai un bello sconto di pensione!)

I giovani, con quello che vedo in giro, per certi versi sono già abituati a questo clima, vista la disoccupazione giovanile divagante… ma la generazione dei loro padri assolutamente no!

Non vado oltre.

john_ludd
Scritto il 18 Aprile 2013 at 22:06

lampo,

Sai alla fine il prezzo di questo o di quello, il fatto che il patrimonio finanziario personale salga o scenda, persino che ci sia più o meno lavoro è importante certo, merita che se ne parli ma il problema vero, quello che ci sta portando lentamente e inesorabilmente alla rovina è questo:

http://www.huffingtonpost.com/maria-van-der-hoeven/the-push-for-clean-energy_b_3092291.html

Quando a lanciare questo segnale tragico è la IEA ovvero l’Agenzia Internazionale dell’Energia forse parlare di scoramento è il minimo. Io ho 50 anni passati e me la sono passata benissimo e auspicabilmente continuerò a farlo ancora x un pò, ma in che mondo vivranno i ragazzini di oggi ? Si parla solo di finanza… cioè di soldi… lo sterco del demonio un essere forse non tanto mitologico che al caldo ci sta benissimo, noi meno.

lampo
Scritto il 18 Aprile 2013 at 23:09

Cio’ probabilmente è legato anche alla motivazione per cui gli USA stanno buttando una marea di soldi in un progetto per acchiappare un asteroide.
http://edition.cnn.com/2013/04/08/us/nasa-asteroid
Altro che protezione da casi simili a quello russo.

Qua si tratta di estrarre metalli prezioni, che vengono usati principalmente come catalizzatori di reazioni chimiche o impiegati nelle future batterie delle automobili che sostituiranno sempre più i combustibili fossili.

Poi non vorrai che ci arrivino prima le società private a togliere l’esclusiva agli USA?
http://www.sciencedaily.com/releases/2012/04/120426134927.htm

Ne vedremo delle belle!

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