CITIGROUP SFIORA IL DEFAULT
Per certi versi, avevamo subodorato qualcosa di strano. Nel post di venerdì avevamo segnalato nuove situazioni “anomale” in particolar modo in ambito finanziario con alcune banche nuovamente in difficoltà. E quella che più stava perdendo in borsa era il colosso USA Citigroup.
A schiacciate l’istituto guidato dal “mitico” Pandit, è stata sicuramente la speculazione, il debito in bilancio, la leva finanziaria e il rischio di liquidità.
Immediata la presa di posizione governativa. Citigroup non può e non deve fallire. Questo è quanto è stato chiaramente fatto intendere (leggete anche la sintesi del documento dal sito della Federal Reserve che definisce i termini del salvataggio fatta da gipa69). Tre le strade ipotizzate nel week end:
a) Nazionalizzazione stile AIG
b) Acquisizione con un cavaliere bianco (si parlava di Morgan Stanley e Goldman Sachs, boh….quantomeno fantasiosa)
c) FED in intervento garantista sulla società
d) Ovviamente ultima ipotesi, il fallimento
Il tutto avviene comunque in una situazione veramente strana. Giovedì scoerso, Al Waleed aveva annunciato unìacquisizione di una quota ulteriore della stessa Citigroup. Inoltre il nostro indicatore (certo, opinabile e contestabile, ma sempre meglio del rating…) dei CDS dava una situazione sicuramente difficile ma non da default sempre su Citigroup.
Stamani il CDS su Citigroup a 5 anni viaggia in area 500. Non poco, ma ben lontano da scontare un default. Questo perché?
Citi non può fallire: e allora interviene lo Stato
Perché sempre stamattina il governo USA ha fatto capire che Citigroup non fallirà.
20 miliardi di $ subito a favore della banca USA Il governo aumenterà la sua quota di partecipazione in Citigroup e fungerà da garantista sul suo debito. Questo perché? Perché Citigroup è semplicemente la banca più importante a livello globale: circa 200 milioni di clienti, presente ovunque nel mondo.
Quindi capite che, dopo Lehman Brothers, il Governo USA non poteva assolutamente farsi un altro autogol. Ma questa volta, viste le dimensioni di Citigroup, non sarebbe solo stato un autogol, ma qualcosa di molto più grande, sia dal punto di vista economico che psicologico.
Conclusioni
Il fallimento sfiorato di Citigroup deve comunque farci meditare. E’ la chiara testimonianza che la crisi, anche nel settore bancario, è tutt’altro che terminata. La vicenda Citigroup è probabilmente una delle tante a cui dovremo ancora assistere.
La domanda che dobbiamo porci è la seguente: ma potranno proprio salvare tutto?
Non dimentichiamo che c’è la difficilissima questione dell’industria automobilistica, ci sono ancora moltissimi problemi in anbito bancario assicurativo. E in queste condizioni di mercato, l’effetto domino è la cosa più semplice che può accadere. Un’azienda cade nel baratro e si trascina dietro tute le altre.
Molto probabilmente il governo sosterrà tutto il possibile, a scapito di un rischio inflazione tremendo nei prossimi anni. Ma sia ben chiaro, tutti questi interventi alla fine si pagheranno. E secondo me il prezzo sarà una”spalmatura” del debito nel tempo con un appiattimento dell’economia per anni. Sempre meglio, però, di un crollo sistematico totale. Avremo modo di tornare sull’argomento.
STAY TUNED!
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