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CINDIA: gli equilibri mondiali stanno cambiando

Scritto il alle 10:13 da Danilo DT

cindia

BRIC e non solo. Non voglio scrivere un post autocelebrativo, anche perché in tasca non me ne viene nulla. Però chi ha buona memoria (verba volant, scripta manent) avrà letto in passato alcuni post aventi per oggetto due paesi emergenti che sono destinati a diventare, col tempo, due grandi colossi.  India e Cina.
Che ci crediate o no, le nazioni che stanno tenendo in piedi buona parte dell’economia mondiale sono proprio questi due stati.
Quindi voglio provare a fare un discorso “ a braccio” su Cina ed India, ribattezzate  Cindia  da alcuni operatori e giornali. E  la mia attenzione non è a caso proprio sulla Cina e sull’India. Qui secondo me c’è il futuro.

In particolare la Cina sta producendo numeri di tutto rispetto. Tanto che alcune analisi previsionali ci dicono che proprio il paese con gli occhi a mandorla, la Cina, nell’arco di pochi anni supererà volumetricamente il PIL degli Stati Uniti d’America. Analisi che per certi versi sono molto ottimistiche, ma non assurde. E questo perché? Perché gli equilibri mondiali stanno drasticamente cambiando.

Deglobalizzazione?

Con queste mie affermazioni, non voglio scommettere su un’economia che si “deglobalizzi” ma in un mondo finanziario che abbia pesi differenti.

La tendenza delle economie e dei mercati, continuerà ad essere univoca. Quindi cambieranno molto probabilmente le performance di alcuni mercati, ma le tendenze a livello direzionale, continueranno ad essere simili. E’ secondo me una nuova rivoluzione economica. Un mondo che cambia. Una nuova cultura economica che sta tuttora colonizzando l’occidente e che colonizzerà ancora le Vecchie Economie. Diminuirà quindi il peso economico degli USA, dell’Europa, a scapito appunto della nuova potenza asiatica. Ma , badate bene, tutto questo avverrà , secondo me, in modo non traumatico ma graduale. I cinesi sono tutt’altro che stupidi e sanno che comportare shock sul mercato sarebbe addirittura controproducente. E molto probabilmente, la Cinada sola non vuole diventare il nuovo “centro del mondo” ma vuole semplicemente prendersi un posto in prima fila, poter far capire a tutti che la Cina non è più un paese emergente ma è una grande potenza. Ed i mezzi per poterlo fare, ci sono tutti.

Ormai il pareggio è alle porte

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Guardate questo grafico.  Rappresenta la crescita del PIL mondiale in miliardi di $. E’ evidente un forte recupero delle economie emergenti nei confronti dei paesi sviluppati. E la situazione non potrà che continuare, fino ad arrivare al sorpasso. Oggi siamo vicini alla parità ma nel giro di qualche decennio la situazione potrebbe decisamente capovolgersi. E lo sapete perchè?

Equilibri demografici sfasati

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Guardate questo conteggio. Nei paesi sviluppati è presente il 14% del totale della popolazione mondiale, nei paesi restanti abbiamo invece l’86%. A prescindere da analisi macroeconomico, non possiamo non considerare questi fattori.

ETF MSCI Bric

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A testimonianza di un modo che cambia e che proprio nei paesi BRIC la crescita economica, come detto in passato, sta dando maggiori performance,basta guardare l’ETF di riferimento, l’ETF Ishare MSCI BRIC Index.

Siamo già oltre la MM 200 ed ha già violato il canale di accumulazione. La tendenza al momento continua ad essere positiva. Certo, arriveranno le correzioni, ma secondo me il dado è tratto…

 Mobius: “Solo gli Emergenti fuori dalla crisi”

Secondo il guru di Templeton, Mark Mobius, i paesi emergenti continueranno a crescere e ritmi ben più elevati dei mercati sviluppati. E  questa crescita porterà ad un “assorbimento” del gap che separa i paesi “core” dal resto del mondo. E come  detto prima, le potenzialità di sono tutte. Anche perchè la crisi finanziaria ha solo “sfiorato” queste aree. Non dimentichiamo inoltre che la Cina, ad esempio, ha un rapporto deficit/PIL risibile. E quindi ha tutti i mezzi per sostenere in modo concreto l’economia, colpita certo in modo violento dalla recessione, soprattutto dei paesi verso i quali esportava prodotti e beni, ma si tratta comunque di uno scenario diverso rispettoa  quello presente negli USA o in Europa.

Poi, per carità, sarà il tempo a dire se ho ragione. Al momento restano sempre Paesi Emergenti, con una volatilità  superiore ai listini benchmark mondiali. Ma il tempo farà secondo me giustizia verso quei paesi che hanno gli strumenti necessari per cambiare gli equilibri economici mondiali.

 

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