BRIC: il futuro è qui?
BRIC come Brasile Russia India e Cina. Per molti, se non per tutti, saranno ancora loro, i cosiddetti stati BRIC, i protagonisti della crescita economica mondiale e, anzi, ne saranno i principali catalizzatori .
Una crescita poderosa, ma cosa sono?
Le economie del BRIC hanno registrato una crescita media superiore al 7% e molto probabilemnte questa crescita continuerà su questi livelli se non oltre anche per il 2007 ed il 2008. Iniziano ad essere sulla bocca di tutti e da non molto addirittura è nato un ETF che investe in tali area geografiche.
Per altri invece…restano ancora un oggetto sconosciuto. Un tale una volta mi disse che per lui il brick è quella confezione in tetrapack che contiene il latte… Ovviamente questo brick è tutta un’altra cosa. I paesi del BRIC invece sono probabilmente i futuri colossi dell’economia mondiale. Brasile-Russia-Cina-India sono le aree che in questo momento stanno facendo la differenza a livello globale e, diciamolo pure, le aree dove la maggior parte delle imprese americane hanno investito e dove oggi fanno camionate di utili (se dovessero solo guardare al mercato interno USA, ci sarebbe da piangere…). Volevo fare un attimo il punto della situazione su quest’area, vedendo lo scenario macro paese per paese.
Cina: Il PIL della Cina nel 1° trimestre 2007 ha accelerato portandosi a +11,1% a/a da + 10,4% del 4° trimestre del 2006. La produzione industriale è risultata in rialzo di +17,6% a/a, dopo il +18,5% di gennaio e febbraio. Il CPI in marzo è cresciuto di +3,3% a/a e il PPI di +2,7%.Le vendite al dettaglio sono cresciute di +15,3% a/a. Gli investimenti in infrastrutture nelle aree urbane hannomostrato un aumento di +25,3% a/a contro attese di calo (+23,4%), e non hanno mostrato quei segnali di rallentamento che erano attesi dopo l’introduzione dellemanovre di contenimento della crescita del credito. Gli investimenti in infrastrutture sono cresciuti di +23,7% a/a. A marzo la Banca Centrale ha alzato i tassi e, ad aprile, il livello della riserva obbligatoria per le banche, misure di raffreddamento dell’economia e contenimento della crescita. Tutto questo però potrebbe non bastare. Infatti io ritengo che un surriscaldamento dell’economia cinese possa essere uno dei più grandi rischi a cui i mercati vanno incontro. E non dimentichiamo che la Cina produce ed esporta quasi totalmente tutto, rispetto invece all’India dove si produce molto ma si consuma anche molto in loco. E che succede se rimaniamo invasi di prodotti cinesi invenduti? E la borsa? Naviga a multipli molto elevati, decisamente superiori alle effettive aspettative di crescita realisticamente ipotizzabili. Bolla sull’azionario cinese? Beh, proprio bolla non direi, anche perché effettivamente stiamo parlando di un paese in forte crescita. Preferirei definirlo un mercato molto caro.
India: E’ una tra le economie più dinamiche dell’Asia, grazie anche ad una serie di riforme che hanno abbattuto barriere commerciali e liberalizzato i mercati. . Nel 2006, l’India ha presentato un tasso di crescita reale del PIL superiore all’8%, in linea con gli ultimi quattro anni. Nel 3° trimestre dell’anno fiscale 2006/07 (da ottobre-dicembre2006), il PIL ha registrato una crescita dell’8,6% a/a (da 9,3% dello stesso periodo del 2005/06). Il settore del Commercio ha mostrato un aumento del 13%, quello Finanziariodell’11,6%, il comparto Manifatturiero del 10,7%, Costruzioni +9,8% e riserve +9,3%. A gennaio, la produzione industriale si è attestata al +10,9% a/a. Rispetto alla Cina, come dicevo prima, consuma molto di più al suo interno. Quindi dovrebbe essere un po’ più immune ad un rallentamento rispetto alla Cina che invece ne sarebbe profondamente colpita. La borsa indiana tratta a multipli non certo bassi, ma secondo me le prospettive per questo mercato restano ottime. Anche se, non dimentichiamo, che buona parte del PIL è prodotto da aziende estere.
Russia: il petrolio ha sostenuto la crescita. E sicuramente il prezzo dell’oro nero sarà ancora fondamentale per questo paese molto petrolio dipendente.. Il PIL è cresciuto del 6,7% nel 2006. Si tratta dell’ottavo anno di forte crescita grazie al petrolio che inizia, però, a risentire deilimitati investimenti effettuati, nonostante la forte domanda interna. Molto attivo il settore delle Costruzioni. Uno degli obiettivi di politica economica è la diversificazione dell’economia, anche perché il governo si sta rendendo conto che non si può solo vivere nella speranza che l’oro nero sia la panacea a tutti i mali. Se si utilizzerà in modo oculato il denaro ottenuto con le materie prime,
la Russia saprà dire la sua a livello globale. E’ fondamentale che le riforme proseguano in modo concreto, e che la malapolitica e la malavita venga quantomeno limitata. E poi, se riusciranno nei loro obbiettivi,la Santa Madre Russia diventerà un colosso planetario
Brasile: Il 2006 si è chiuso con una crescita del PIL del +3,7% atteso in solo lieve rallentamento nell’anno in corso (+3,5%). Ad aprile laBC ha tagliato il tasso di interesse di riferimento Selic di 25pb per la quindicesima volta in 20 mesi portandolo al 12,50%. La decisione è stata dettata dal fatto che i precedenti tagli non hanno completamente sviluppato i loro effetti sull’economia. La decisione era attesa dal mercato, che si aspetta ulteriori tagli nei prossimi 12 mesi con il tasso che si porterà all’11,5%. Atteso a giugno il prossimo taglio di altri 25pb. A marzo, l’inflazione Ipca ha mostrato un incremento tendenziale a +2,96%. Il Governo sta attuando un piano di sviluppo da cui si attende una crescita del +5% del PIL entro il 2008 con investimenti in tutti i settori privati. Un ruolo preminente è assunto dalle imposte fiscali incentivanti, insieme a nuove formule di regolamento dei salari governativi e dei minimi salariali. Debole la previdenza sociale con un deficit nazionale nel 2006 a BRL 40Mld. Nel piano, inoltre, il surplus del bilancio primario è atteso a +4,5% a/a del PIL nel 2007, +5% a/a nel2008 mantenendo tale tasso anche per il 2009 e 2010, contro un consenso di mercato del +3,5% a/a per il 2007. Tra i paesi del BRIC è quello che secondo me rappresenta più dubbi che certezze. E anche i numeri non sono paragonabili agli altri 3 paesi.
Dopo questo excursus la domanda è d’obbligo. Ma conviene comprare oggi i paesi del BRIC? Non dimentichiamo che questi paesi restano economie emergenti e nel caso di un aumento della volatilità sui mercati finanziari, difficilmente queste aree ne rimarranno immuni, anzi, dovrebbero assumere performance negative più forti rispetto ai mercati core. Per il breve io sarei prudente, ma se arriva una bella correzione, credo che siano una eccellente occasione d’acquisto. In particolare l’India, seguita da Russia, Cina e Brasile.La mia scommessa per i prossimi anni? L’ho già detto e lo ribadisco. Il Nord Africa e, forse, i paesi arabi. Ma ora è presto per parlarne. Voi che ne pensate?