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BTP VALORE 4° edizione. Ma è ancora FUGA del sistema

Scritto il alle 14:45 da Danilo DT

Ed eccoci qui, pronti a ricevere le ultime notizie dal Ministero sulle caratteristiche del nuovo BTP Valore, un’emissione che dovrebbe (condizionale d’obbligo) anticipare quello che è il prossimo taglio dei tassi BCE. Le caratteristiche sono le seguenti:

  • partenza 6/5, termine 10/5 salvo chiusura anticipata
  • durata 6 anni
  • primi tre anni cedola 3.35%
  • ultimi tre anni cedola 3.90%
  • premio fedeltà extra 0.80% a scadenza

Non credo che avremo sorprese sull’argomento (i tassi minimi su illustrati difficilmente cambieranno). Sarà un successo? Un 3.47% medio lordo non è poi nemmeno troppo malvagio. Il Governo lo spera che sia sufficiente a convincere i risparmiatori, anche perché ormai li definisce i BTP patriottici nonché sovranisti, proprio perché si vuole “nazionalizzare” il debito pubblico. Anche perché diciamocela tutta… Qualcuno li deve comprare questi BTP sennò il Bel Paese va in tilt!

Siamo passati dal mitico “Whatever it takes” al boom debito post Covid. A quando una “normalizzazione” con tanto di tiratine di orecchie da parte dell’UE all’Italia?
In quegli anni bui, lo Stato italiano aveva bisogno di qualcuno che gli comprasse i titoli di Stato, e chi si è fatto avanti sono state proprio le banche e ovviamente la BCE.

Tra il 2008 e il 2020, la pancia delle banche si è riempita di BTP e affini, arrivando a quasi 450 miliardi di euro. Ma questa abbuffata ha avuto un prezzo: ogni volta che lo spread saliva, le banche si ritrovavano con perdite potenziali. Per questo, da un paio d’anni è iniziata la dieta: le banche hanno ridotto l’esposizione sui titoli di Stato (circa 100 miliardi in meno). Qualche acquisto recente c’è stato, spinto dai buoni utili del 2023 e dai tassi in rialzo. Ma difficilmente le banche torneranno ad essere i grandi compratori di una volta.

DETENTORI del DEBITO pubblico italiano

Questo grafico parla da solo. Tra i vari buyers, è evidente che si stanno defilando le banche, la BCE e le istituzioni finanziarie. Ma in azzurro guardate l’impennata degli acquisti degli ITALIANI che hanno sostituito come bondholder le istituzioni prima menzionate. Che preferiscono “scaricare” il rischio e lasciare, complice un Governo che sponsorizza in tutti i modi l’investimento, che sia il cittadino italiano, spinto da patriottismo e discreto rendimento, a riempirsi di BTP.

Che quindi l’italiano, padrone tra l’altro di una cultura finanziaria mediamente quantomeno discutibile, la sappia più lunga delle istituzioni, la vedo dura. Ma i fatti parlano da soli. Se mai ci sarà da rimanere con un cerino di mano di chissà quale entità, state pur certi che chi avrò la peggio sarà ancora una volta il cittadino.

Dite che vogliamo la “giapponesizzazione”? Intanto riprendetevi questo POST sull’argomento. E poi non dimenticate che il Giappone ha una sua moneta e non deve rendere conto a nessuno. E che poi stiamo parlando di due realtà non paragonabili. Occhio alle facili similitudini.

Danilo DT

(Clicca qui per ulteriori dettagli)

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