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BIG MAC INDEX: e ora la parola alla guerra valutaria

Scritto il alle 15:00 da Danilo DT

big_mac_index_2011

Tra i tanti elementi che costituiscono un rischio sistemico io metto anche quella che ultimamente è un po’ sottovalutata, ma rischia di esplodere nel momento in cui le banche centrali ed i governi non sapranno più che inventarsi per difendere la crescita economica.
Mi sto riferendo alla cosiddetta “currency war” o se preferite “guerra valutaria”. Se ci pensate un attimo, è proprio a causa della svalutazione dello Yuan che quest’estate è esplosa la volatilità sui mercati. Diventa quindi difficile poter capire se una valuta è “sottovalutata”, pilotata, oppure sopravvalutata.

Tempo fa utilizzavo, per poter stabilire quale sia il corretto valore di una valuta, un metodo molto spartano ma altrettanto efficace: il cossiddetto “Big Mac Index”.
Cos’è il Big Mac Index? E’ un indice che monitora il prezzo del famoso hamburger americano in diversi paesi e lo converte in dollari. La logica è la seguente: basandosi sulla teoria della parità del potere di acquisto (PPP), utilizzando lo stesso bene che è universalmente conosciuto e diffuso, si può capire quanto una valuta sia sopravvalutata o sottovalutata. La scelta è caduta sul Big Mac proprio perché è conosciuto ovunque ed è fatto nello stesso modo in tutti i paesi.
Ma cosa ci racconta oggi il Big Mac Index?

BIG-MAC-INDEX-2016-PPP

Questa slide tratta dall’ Economist spiega tutto. La valuta più costosa tra le principali divise globali è il franco svizzero. E la cosa non ci sorprende. Mentre la più “conveniente” è il bolivar venezuelano. Anche in questo caso non ci sembra una sorpresa, in Venezuela le esportazioni di petrolio rappresentano il 95% dei ricavi.
Ma guardiamo all’Euro. Analizzando il Big Mac Index, la Moneta Unica sembra quotata, oggi, ad un valore equo. Mentre invece lo Yen giapponese…sembra persino conveniente. Il Dollaro USA invece, alla fine, risulta un po caro nei confronti di tutti.
E la valuta cinese? Anche il renminbi cinese (Yuan) appare sottovalutato in base all’indice: e di certo il momento di mercato non sta favorendo la valuta di Pechino.

Ma dopo aver visto questa analisi, possiamo dire che chi è sottovalutato, recupererà terreno e viceversa? In realtà nessuno lo può certificare. Anche nella logica il discorso potrebbe avere un senso, oggi con le banche centrali così determinanti nel “pilotare” i cross valutari, tutto può diventare relativo. Ecco perché in apertura vi parlavo di un nuovo grande tassello che arriverà prima o poi, nel confusionario scacchiere dei mercati. La guerra valutaria.

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Danilo DT

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1 commento Commenta
paolo41
Scritto il 17 Febbraio 2016 at 19:07

penso che la guerra valutaria è partita subito dopo il fallimento Lehman con i primi QE, con le prime dichiarazioni di Draghi, le svalutazioni dello Yuan e l’Abenomics, etc. Al riguardo inviai un post nel Dicembre del 2014 e da allora è stato un continuo inasprimento.
Come scrissi allora non ci illudiamo che con la svalutazione delle valute migliorerà l’esportazione e l’economia ; per ottenere ciò occorrono fattori e circostanze ben più importanti che un semplice abuso delle valute.

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