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Guerra valutaria: tutti contro tutti ma alla fine chi vince?

Scritto il alle 12:34 da Danilo DT

La guerra valutaria rischia di bruciare la già flebile ripresa che il mondo cerca di imbastire. È una sorta di “tutti contro tutti” alla ricerca disperata di stimolare l’esportazioni, di fare ripartire i consumi, di ridare fiato alla produzione industriale. Ma…se tutti utilizzano la guerra valutaria per stimolare l’economia, quale sarà il risultato finale di questa operazione pilotata dalle banche centrali?

Se si tratta di un “tutti contro tutti” alla fine il risultato rischia di essere “zero” dove nessuno vince ma…tutti perdono. O meglio, siamo proprio noi quelli che ne verremo sconfitti.

BOJ: grande protagonista sui mercati

La banca centrale più protagonista in questo momento è senza dubbio quella giapponese. La politica di Abe inizia però ad infastidire le altre banche centrali, e viene accusata di “falsa comprensione” di politica monetaria, creando troppa liquidità e drogando economie e mercati. Ovviamente ci si riferisce alla volontà di portare il tasso di inflazione del Giappone al 2%. Ma Abe reagisce e se la prende proprio con l’Eurozona e ribadisce che l’Eurozona ha un forte deficit commerciale verso il Giappone e quindi un Euro più forte genererebbe ulteriori problemi in uno scenario già in precario equilibrio.

Intanto però la mano della FED è ben visibile sui mercati. Tanto per cominciare lo S&P 500 è tornato a livelli pre-crisi. Siamo ormai in area 1500 punti. Livelli impensabili fino a qualche mese fa. E questa euforia è da addebitare principalmente proprio alla politica monetaria espansiva della FED.

FED: protagonista ormai da tempo…

85 miliardi di USD al mese. Non scordiamocelo mai. Con una Federal Reserve attualmente impegnata in due programmi simultanei di allentamento quantitativo (QE 3 e 4) per un totale di 85 miliardi dollari al mese aventi come sottostante acquisti di mortgage backed security e buoni del Tesoro, la FED droga in maniera palese l’economia. E la correlazione che ne deriva tra espansione di bilancio FED e QE è di un’evidenza lapalissiana.

Con queste condizioni diventa veramente impossibile poter stabilire a tavolino come e quando ci potrebbero essere delle correzioni. Anzi. Dal punto di vista teorico, le munizioni a disposizione dell’arsenale delle banche centrali, potenzialmente ILLIMITATO, potrebbero generare una bolla di dimensioni colossali e contribuire ad un ulteriore aumento delle borse in pieno RISK ON. E quindi area 1560 per lo Spoore potrebbe essere non solo un target di breve ma anche un livello superabile.

2008: realtà nemmeno troppo remota!

E ‘chiaro che la mano invisibile (MA visibilissima!) della Federal Reserve ha il controllo dei mercati in questo momento. Però facciamo attenzione. Voglio riportare alla vostra memoria un anno, il 2008. Ve lo ricordate cosa aveva generato l’eccesso di liquidità con Greenspan? A differenza di allora, il settore immobiliare non è in bolla. Ma la bolla si sta creando su altri asset. E se poi devo dirvela tutta, ci sono molte somiglianze tra il picco del mercato nel 2008 e oggi.
Il Sentiment degli investitori si sta spingendo a livelli estremi, i mercati sono estremamente in ipercomprato, gli utili si stanno indebolendo ma titoli stanno cominciando a spingere grazie a livelli di ottimismo maniacale.


Dice il sempre valido Rosenberg:

“As imperfect souls, we as human beings simply don’t see that the existing situation will somehow be resolved and come to an end, and that in the ensuing three to five years, we will either be belly aching over a new bear market or celebrating a bull phase. And in either case, it’s called ‘living in the moment.’ But the most dangerous thing anyone can do is extrapolate the most recent experience, as enduring as it may seem, into the future. Good, bad or indifferent, we will be talking about something completely different three to five years from now than we have been for the past number of years.”

Indiscutibile il fatto che il mondo sta vivendo una fase di eccesso di liquidità. I mercati potrebbe continuare serenamente il loro rally.
Ma sono convinto che le banche centrali non avranno l’accortezza di ritirare tutta questa massa di liquidità prima di creare danni immani. Oggi non me la sento di dire che la strategia BUY & HOLD può essere vincente. Quello che occorre fare e tenere le antenne molto dritte e monitorare con attenzione la situazione.

…e la BCE?

Ah.. dimenticavo, si parlava di guerra valutaria. Ma la BCE…cosa combina? Beh, lo sapete, se la BCE stampa poi sterilizza proprio perché la Germania non vuole conoscere quella che per il Giappone rappresenta invece un target: l’Inflazione.
Ovvio, nel breve l’economia dell’Eurozona ne patirà il giusto, e gli effetti si vedono già ora con un Euro molto forte (ovviamente). Ma nel lungo termine va a finire che la BCE avrà ragione. La politica monetaria esageratamente espansiva di FED, BOJ e BOE porterà di certo conseguenze. Il problema è che queste conseguenze le pagheremo comunque anche noi. Se scoppia la bolla, le conseguenze saranno globali.

STAY TUNED!

DT

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3 commenti Commenta
alfio200
Scritto il 25 Gennaio 2013 at 13:02

Sì, ma…

contro lo jen l’euro è ancora ben lontano dai massimi (170!!) storici ed è sempre di un buon 50% sotto i massimi nei confronti dell’AUD e della SEK (perchè no?).

Il punto è…non è che l’euro si sta semplicemente “normalizzando” sui mercati dopo il crollo dovuto alle incertezze sul suo futuro (ammesso che al momento vi siano delle certezze)?

ddb
Scritto il 25 Gennaio 2013 at 15:25

Il quadro.
Le Banche centrali USA, GB e JAP stanno stampando moneta, la Cina non ha mai voluto rafforzare la sua.
La BCE è bloccata, ma la situazione economica nella EU è complessa (al limite può portare alla distruzione dell’EURO).
La mia tesi.
La stampa fisica di moneta porta la diluizione del debito e la svalutazione monetaria nei primi tre paesi.
La Cina vedrà rafforzare la sua valuta, ma può sopportarlo.
L’Euro avrà degli scatti in avanti, ma quando si “accorgeranno” (a cicli) dei problemi irrisolti della Grecia, Spagna e Italia, perderà valore riallineandosi (ora avanziamo, vediamo a marzo/aprile quando i mercati si ricorderanno della Grecia).
Il cerchio si chiude, tutti (tranne la EU) pagano i debiti.
Ma la svalutazione?
Il Giappone la ricerca.
L’USA è un paese con le migliori università, attira cervelli, produce brevetti, è esportatore di tecnologia, è autonomo sotto l’aspetto alimentate, tra poco sarà esportatore di energia. I prodotti cinesi faranno sempre meno paura (cambio più favorevole, aumento del costo del lavoro in Cina).
Ritengo che se sapranno dosare la velocità della rotativa, non soffrendo di inflazione importata, potranno tenerla sotto controllo.
la GB se la cava sempre, purché non si faccia scappare la City.
L’Europa? Questa è la vera incognita.

kry
Scritto il 25 Gennaio 2013 at 15:44

Con uno yen oltre 122 e un dollaro oltre 1,34 , più che al vincente , mi preoccuperei del perdente il nostro EXPORT che è quello che più c’interessa.

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