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Banche e Leva Finanziaria: livelli assurdi

Scritto il alle 14:13 da Danilo DT

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Come detto in passato a proposito di deleveraging , il processo di diminuzione della leva finanziaria del sistema bancario è un processo lento e difficoltoso. Non è una cosa che si può risolvere in pochi mesi. Per poter assistere ad un deleveraging “efficace” ci vogliono anni.

Però l’impressione che ho (e che ho esternato più volte) è che il sistema bancario, soprattutto europeo, non abbia voluto o non abbia potuto effettuare un deleveraging efficace e serio. Infatti l’esposizione alla leva finanziaria degli istituti europei continua ad essere veramente molto elevata. Sembra quasi che tutto quanto successo non abbia insegnato nulla.

Tutto questo in barba alle raccomandazioni e alle indicazioni degli enti internazionali, non per ultimo il nostro Draghi il quale al FSB ha ribadito l’importanza dei requisiti patrimoniali, anticipando future modifiche al sistema (probabilmente a partire dal 2012). Solo che nel 2012 potrebbe essere troppo tardi.
Comunque sia, anche se arriveremo incolumi al 2012, voglio proprio vedere come faranno a soddisfare e raggiungere questi requisiti patrimoniali in 3 anni.: Core Tier 1 all’8% e ratio totale attività/patrimonio netto tangibile sul 20-25.

Eccovi un aggiornamento sulla leva finanziaria delle più importanti banche Europee. Qui vengono segnalate le banche con un ratio più elevato e quindi più pericoloso.

 

Leva Finanziaria: banche europee

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Come potete vedere ci sono banche, in Europa, con una leva spaventosa! A parte il Banco Espirito Santo, prima banca portoghese, guardate Dexia, a 76.54, o ancora Deutsche Bank, ad oltre 50, e poi tutte le altre.
Per la cronaca, Unicredit, banca italiana con più esposizione alla leva finanziaria, ha un ratio pari a 17 circa. Che in confronto ad altre banche è più che difendibile.
Ma altre situazione non lo sono affatto. E difatti qualcuno inizia a storcere in naso anceh oltre oceano. JP Morgan sostiene che il sistema bancario europeo urge di un sostegno finanziario ingente, pari a 53 miliardi di Euro. Se poi andiamo ad aggiungere i 46 miliardi di euro che RBS deve restituire al governo, con l’aiuto della Lloyd’s, andiamo a 100 miliardi di euro.

Possiamo dormire sonni tranquilli?

Presupposti di bolla finanziaria

 

Interessante la denuncia di Trevor Greethan, direttore di Fidelity International, il quale dice che tutto praticamente è partito con il fallimento dell’hegde fund LCTM (ve lo ricordate?).

Correva l’anno 1998, e la FED mise le basi per la prima grande bolla. Vennero tagliati i tassi di interesse, fu creata una valanga di liquidità che si riversò proprio sul nasdaq creando la famosa bolla tecnologica. E questa volta le cose, secondo Greethan, non sono diverse. L’immane liquidità però non va sul Nasdaq (o meglio, non esclusivamente) ma soprattutto sui mercati emergenti e sulel commodities. E quindi si sta metendo a rischio la stabilità del sistema finanziario anceh perchè, non dimetnichiamolo mai, questo denaro dovrebe essere utilizzato per altri fini, per esempio limitare al massimo il credit crunch. Ma le banche, oggi, se ne infischioano del credit crunch.

Un esempio su tutti? Unicredit. rinuncia ai Tremonti bonds sia per convenienza economica e sia perchè, facendo un aumento di capitale, poi può fare del denaro quel che vuole. Invece coi Tremonti Bonds occorreva giustificare, comunicare, spiegare che il denaro veniva usato per finanziare le imprese. Cosa che Unicredit oggi, considera non così fondamentale, visti i chiari di luna dell’economia e visto che i soldi, oggi, le banche li fanno con la finanza, coi derivati, utilizzando la leva finanziaria.

 

Ultima nota su Unicredit.

 

Mi risulta che stia liquidando buona parte del suo patrimonio immobiliare, tra cui la vecchia sede della CRT in Via XX Settembre a cui sono legato per ragioni “storiche”. Tutto vneduto a prezzi di saldo. Ora addirittura liquida immobili anche a New York dove i prezzi hanno subìto discrete flessioni. Una corsa al recupero di denaro, senza però utilizzare i Tremonti Bonds che come dicevo prima, sono troppo vincolanti. Chissà, questa corsa al denaro, compreso l’aumento di capitale,  significherà qualcosa?

Il cerchio , così, si chiude…

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