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CRISI HEDGE FUNDS: TRA LEVA E MARTELLO
E gli hedge funds, nel bene e nel male sono stati dei testimoni chiarissimi dell’evoluzione del mondo finanziario, senza negare loro una forte responsabilità sulle violenti debacle di questi giorni sui mercati finanziari.
Su questo argomento vi propongo di leggere i post scritti qualche giorno fa, che spiegano i motivi di questa responsabilità.
Fino a qualche mese fa gli hedge funds regalavano ai loro clienti montagne di utili in performance, ma oggi, invece, inanellano signori perdite.
La media del settore è di circa il -20% da inizio anno. Il settore ha perso circa 100 miliardi di dollari, il che ha obbligato i gestori a vendere assets sul mercato, per creare liquidità (causa richieste di riscatto), creando uin vero e proprio effetto domino, coi risultati che tutti sappiamo.
Il peso di questi Hedge Funds è tale che proprio qualche giorno fa, cinque grandi gestori di hedge, nomi del calibro di Soros e J. Paulson per farne due a caso, sono stati convocati dal Governo USA, proprio per capire cosa si poteva fare nell’ambito della regolamentazione, al fine di mettere delle regole che fossero chiare ma non troppo stringenti per i nuovi veicoli d’investimento.
Hedge al banco degli imputati
Non possiamo certo negare il fatto che il divieto di fare Short selling abbia creato non pochi problemi agli hedge funds, buona parte dei quali viveva proprio con questa strategia. Ma quello che più di tutto ha influito sui mercati era l’esagerata leva che veniva utilizzata dagli hedge funds.
Lo scenario attuale di diminuzione di tale leva, il cosiddetto “deleveraging”, è tutt’altro che semplice ed indolore.
In questa sede vorrei dire il mio parere sugli hedge funds.
Secondo me non è corretto dire che gli hedge funds sono il cancro dei mercati. Ritengo quindi che uno strumento come gli HF nono sia da criminalizzare. Piuttosto è il modo con cui vengono utilizzati e gestiti che è (probabilmente stato) criminale, con un utilizzo della leva finanziaria in modo assolutamente esagerato.
E perché questo è successo? Semplice. Eccovi la chiave di tutto: la mancanza di una regolamentazione condivisa da tutti, un pugno di regole chiare ed efficienti che mettano ordine.
Ed è proprio qui che bisogna arrivare.
Se mi danno una Ferrari su un rettilineo, probabilmente supero i fatidici 90 km/h. se però c’è una normativa che mi vieta tale comportamento, nel caso di una violazione, dovrò pagarne le conseguenze. Invece oggi gli Hedge “Ferrari” Funds non avevano di queste normative. L’unico elemento di giudizio era il rendimento da presentare ai clienti.
Emorragia del sistema
Oggi però sono alle prese con un grande problema: una quantità di richieste di rimborso che sta diventando ingestibile. Addirittura alcuni Hedge Funds stanno bloccando i rimborsi, altri li dilazionano. Una cosa è certa. Questi blocchi/limitazioni hanno sicuramente una funzione “stabilizzante” sui mercati (blocco ai rimborsi = blocco alle vendite). Sarebbe ottimo riuscire quantomeno a dilazionare o posticipare tali rimborsi. Ma ovviamente i clienti vogliono fare valere i loro diritti…
Conclusioni
Il settore ed il mercato degli Hedge Funds è uno dei primi che deve essere regolamentato da una normativa condivisa tra i vari operatori. Molto si sta facendo ma molto si deve ancora fare. E come con gli Hedge Funds, anche per i derivati occorre trovare soluzioni comuni. E non solo per evitare che ci sia in futuro un’altra “bolla” (tanto prima o poi…) ma per mettere ordine già fin da subito in un settore vastissimo e che influenza tremendamente tendenze e mercati.
Altrimenti…quante zone Cesarini dovremo ancora vedere?
STAY TUNED!
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