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ATLANTIA al test del mercato: prospettive legate anche alle concessioni

Scritto il alle 07:42 da Danilo DT

 

Atlantia (ex Autostrade SpA) rappresenta per il mercato azionario italiano, la classica “utility” con ricavi abbastanza prevedibili, ottima redditività, dividendi elevati, insomma un titolo da cassettista che aveva multipli in linea con i sui “peers”.
Fino a ieri.

Un titolo che tratta (usiamo il presente anche se da oggi bisognerebbe usare il PASSATO) ad un PE a 13 volte con un dividend yield che sarebbe dovuto passare da 6,1% al 7,4% nel 2020. E poi c’è l’integrazione con Abertis che farebbe di Atlantia il piùgrande operatore del settore.

Ma ora tutti i conti dovranno essere rifatti.
Ieri la borsa era chiusa e quindi per il titolo azionario Atlantia non c’è stata la “Prova del mercato” dopo il disastro del ponte Morandi. Ma già si è visto il comportamento per il bond Atlantia quotato anche su piazze internazionali, come antipasto di quanto vedremo oggi in borsa.

(…) Dopo il disastro del crollo del Ponte Morandi e le minacce del governo di ritirare le concessioni, le obbligazioni con scadenza luglio 2027 cedono il 4,01% a 92,8 mentre il bond da 700 milioni con scadenza settembre 2029 scivola del 4,3% a 91,79. I credit default swap, gli strumenti che assicurano contro un default del debito di Atlantia, sono schizzati ai massimi da 5 anni. Martedì Atlantia aveva perso il 5,4% dopo diverse sospensioni per eccesso di ribasso con una caduta delle quotazioni che ha toccato anche il 9-10%. Ciò significa che in una sola seduta il valore della società è diminuito di oltre un miliardo e la sua capitalizzazione è scesa a 20 miliardi circa. (…) E ora la stessa Atlantia si appresta a diventare il primo operatore al mondo completando l’acquisizione della spagnola Abertis realizzata attraverso un’offerta congiunta con Acs-Hochtief: la società comune, di cui Atlantia avrà la maggioranza con oltre il 50% (ed esprimerà l’amministratore delegato) sarà attiva da settembre. (Source

In questa sede non voglio aprire un processo contro Atlantia. Di certo avrete avuto modo di leggere mille articoli e preferisco lasciare la parola a chi ne sa molto più di me. Però la cosa che vorrei capire è quanto è realistica la possibilità di revoca della concessione alla rete autostradale. Immaginatevi cosa significa per la valutazione del titolo. Pensate quanto può incidere sulla sostenibilità del suo debito. Di certo la volatilità su Atlantia per un po’ di giorni non mancherà, e visto il suo peso anche sul nostro listino (oltre che l’ovvio effetto contagio su banche e sistema finanziario) il FTSEMIB dovrà nuovamente patire grossa debolezza.
Sullo spread credo ci sia nel breve, un destino già scritto.

In 2015, the latest year for which figures are available, Italy spent 76% more on fixing old roads than it did on building new ones—the highest ratio in the OECD. The country has long devoted a large share of its GDP to maintaining its decaying avenues, motorways, tunnels and bridges. The 0.55% that it managed in 2015 was the fourth-biggest portion in the OECD, even as its government battled to reduce public spending and tame the budget deficit. Unfortunately, that austerity applied the brakes to investment in new roads. In 2006, Italy devoted 0.92% of GDP to such projects, putting it in the OECD’s top third. By 2015 the share had fallen to 0.31%, the fifth-lowest in the group. [Source]

Quello che al momento però è di massima urgenza, è l’esigenza di NOI italiani, che è quella della SICUREZZA, in un paese che ha evidenti problemi strutturali, è necessario un piano di emergenza che vada a sanare quanto possibile la difficile situazione sulla nostra rete viaria. Ma la storia è sempre la stessa, la coperta è corta, mancano le coperture, ci vuole l’aiuto dell’UE, un circolo vizioso da cui non se ne esce (vivi).

Grafico Atlantia ATL via Tradingview

STAY TUNED!

Danilo DT

(Clicca qui per ulteriori dettagli)

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5 commenti Commenta
paolo41
Scritto il 16 Agosto 2018 at 14:29

atteggiamenti “giacobini” da parte dei politici, dichiarazioni di colpevolezza anche da parte di magistrati prima di aver effettuato analisi e valutazioni sono semplicemente fuori luogo….
Questo è il momento di pensare alle vittime, alle loro famiglie e a chi ha perso o sta perdendo la casa…..
Ogni altro commento è fuori luogo, inopportuno e meschino !!!!!!

vuvuzela
Scritto il 16 Agosto 2018 at 18:47

Allora anche il tuo commento da tipico cassettista avvoltoio sulla pelle del prossimo è inopportuno e meschino.
Questo è il momento di pensare al sistema delinquenziale che rende conveniente per tutti (tranne le vittime e i cittadini comuni) il crollo di un ponte rispetto alla sua manutenzione, con contratti segreti che, a quanto pare, non permettono di mettere in galera l’assassino (come è stato per le banche), ma staremo a vedere. Lo Stato che vende la vita dei piu’ deboli per interesse di pochi. Spero che questa società di bestie (Atlantia) fallisca e spero che colui che gli ha affidato meschinamente il proprio gruzzolino faccia la stessa fine con enormi perdite, altro che 20%. Secondo te chi è colpevole se tu guadagni miliardi facendoti pagare il passaggio su un ponte che hai in gestione e che crolla? Chiederanno il pedaggio anche a quelli sotto le macerie? Sono gli esseri che ragionano come te ad aver devastato la nostra nazione, i buonisti per convenienza e col soldino al sicuro, vergogna.
pao­lo41,

pdf79
Scritto il 16 Agosto 2018 at 23:59

I responsabili devono essere puniti nei modi opportuni e indipendentemente dalla revoca o meno del gestore si può sicuramente far aumentare la spesa per manutenzione (mi spiace per i piccoli azionisti ma se ne faranno una ragione), detto questo come sempre sottolineo l’importanza di ognuno di noi ad occuparsi della cosa pubblica, i soldi sono sempre una risorsa scarsa (anche se non ci fossero i vincoli europei ecc. dato che trasporti,difesa, giustzia scuola e, sanita è meglio che siano pubblici è oppotuno averne cura), se ognuno segnalasse i problemi invece di voltarsi dall’altra parte il nostro paese sarebbe migliore, porto un esempio diretto nel mio paese erano in ritardo a completare la segnaletica orizzontale ho mandato una pec al comune segnalando la pericolosità per i pedoni e magicamente (o forse è stata una casualità) due giorni dopo hanno completato le strisce, segnalo inoltre che i nostri amministratori locali di qualsiasi colore politico sono molto attivi e sensibili ai social (e ai documenti protocollati come un email pec) per cui, con educazione e garbo si può segnalare il problema e vedrete che una risposta ci sarà o perlomeno si metterà in imbarazzo o nei guai l’amministratore in adempiente.
Perchè le soluzioni ci sono, porto un altro esempo, il cavalcavia di Lecco che è crollato un anno fà è invia di ricostruzione e poi verrà usato per far passare i carichi eccezionali alleggerendo quello dei cavalcavia pù vecchi ancora presenti e aumentando la sicurezza complessiva del tratto viario, se fosse stata presa subito la decisione di rifare un solo cavalcavia per utilizzarlo ai carichi eccezonali il costo sarebbe stato inferiore (ponte +danni >ponte) e non ci sarebbe stato il morto.

paolo41
Scritto il 17 Agosto 2018 at 11:18

vuvuzela@finanzaonline,

non capisco perché il mio commento abbia suscitato da parte tua una così offensiva risposta nei miei confronti; innanzitutto non sono affatto un cassettista e per gravi problemi in famiglia che mi gravano sulle spalle da più di trenta anni (senza alcun aiuto dallo Stato) non mi posso permettere di correre rischi eccessivi negli investimenti finanziari.
Ma sono anche ingegnere e ho una discreta esperienza su quello che può succedere alle infrastrutture e ti posso assicurare che non sono stati i carichi statici o le manutenzioni a far cadere il ponte di Genova. Tutti i ponti sono sistemi elastici soggetti a carichi di fatica in funzione di vari parametri ( volume del traffico, peso del traffico, esposizione ai fenomeni atmosferici, etc)
Questo ponte progettato 50 anni fa , con tecnologie discutibili e con traffico fatto da Fiat 500 e carri come l’Iveco 682 e con una frequenza di 300 vetture all’ora si è trovato da solo (perché non c’erano percorsi alternativi) a sopportare traffici 10 volte superiori e camion e bilici 10 volte più pesanti. Qualsiasi coefficiente di sicurezza sia statico che di fatica è stato superato e a detta di tutti, esperti e/o cittadini aveva una morte annunciata !!!!! Andava chiuso e sostituito con altre soluzioni come la Gronda osteggiata dai partiti del NO inclusi i MS5 con Grillo in testa che aveva dichiarato ad alta voce che sarebbe andato avanti altri cento anni. La prima responsabilità quindi è dei tecnici del Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture che erano perfettamente a conoscenza della situazione e in secondo luogo del concessionario che doveva chiedere la chiusura del ponte, certo sollevando un vespaio dove avrebbe avuto contro associazioni, partiti, sindacati e gran parte dei cittadini. Caso ami è qui che si può pensare che la decisione di non chiudere il traffico sia stata influenzata dal mancato introito dei pedaggi !!!!! Non c’era manutenzione che potesse salvare il ponte….. andava sostituito !!!!!!

paolo41
Scritto il 17 Agosto 2018 at 15:22

vuvuzela@finanzaonline,

“se sei un radicale, sfascista e rottamatore non leggere questi commenti” !!!!
La mia opinione è che un Ministro dello sviluppo economico, a seguito della tragica evenienza occorsa in Genova, dovrebbe prendere subito il pallino in mano per programmare finalmente un nuovo piano delle infrastrutture per dotare Genova di un centro intermodale che permetta al più importante porto italiano una facile e snella viabilità delle merci da e verso i paesi del centro e nord Europa. E suggerisco, a ragion veduta, che la maggior parte del trasporto dovrebbe essere su rotaia (circa l’80% del trasporto merci è oggi su gomma che rallenta e ingorga il traffico, è pericoloso e inquina) come avviene in tutti i paesi europei più avanzati che hanno decisamente limitato il traffico delle merci su gomma.
In un mio precedente (prima della recente tragedia) commento su questo e altri blog suggerivo ai novelli (e inesperti) ministri di passare un mese di stage al porto di Rotterdam o in Giappone dove avrebbero appreso come impostare il piano suddetto che ovviamente non deve escludere una soluzione per favorire il traffico turistico altrettanto basilare per l’economia della Liguria.

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