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Scenario macro: prospettive ed analisi del mercato
Buongiorno a tutti i e ben ritrovati sulle pagine di questo blog…. Mamma mia, oggi mi sono messo a fare il professionale. Forse sto prendendo un po’ troppo sul serio il blog, che è nato soprattutto per aiutare proprio il sottoscritto a fare una serie di ragionamenti (è un po’ come pensare e ragionare a voce alta…). Comunque sia, andiamo a vedere come è la situazione.
Scenario generale: la cosa che più influenza il mercato in generale (mi riferisco come sempre non solo all’equity ma all’intermarket in generale) in questo momento è senza dubbio lo scenario geo politico. Le tensioni tra Iran e paesi anglosassoni hanno procurato una forte volatilità ai mercati soprattutto delle commodities, in primis il petrolio che è tornato a livelli “importanti”. Bene anche il gas che tenta la strada della ripresa. Ma in linea di massima anche le altre commodities non sono state da meno. Bene anche il rame e alluminio, mentre un po’ in difficoltà le soft commodities.
Dagli USA attendiamo, dal punto di vista macro, il dato di mercoledì sull’Ism manifatturiero. Questo dato anticipatore ci darà lo stato di salute dell’economia americana, la quale al momento si è dimostrata tonica e forte, malgrado tutti i problemi legati all’immobiliare ed i rischi di una recessione/inflazione che porterebbe ad uno scenario stagflattivo poco rassicurante per tutto il globo. Al momento però gli amici americani consumano, spendono e continuano a sostenere l’economia. E fin che i consumi vanno alla grande, lo scenario non potrà che essere buono. Non dimentichiamo mai che, rispetto a quanto successo nei precedenti cicli economici, il rischio di un’inversione di tendenza è decisamente meno forte grazie alle “nuove economie asiatiche” (ovviamente in primis Cina e India) che assorbono come delle spugne tutti gli eccessi prodotti dalle vecchie economie. Ed è per questo che difficilmente avremo una vera inversione di tendenza sui mercati, una fase fortemente recessiva ed un deciso rallentamento, in quanto questo scenario sarebbe realistico in un mondo dove ormai la crescita è arrivata alla saturazione. Ma per fortuna, per questo ciclo economico, l’economia ha una valvola di sfogo, o se preferite, come dicevo prima, una “SPUGNA” che è affamata di crescere. Per carità, anche loro hanno i loro bei problemi di surriscaldamento, ma penso di poter dire tranquillamente che se non ci fossero gli asiatici, probabilmente saremmo già qui a parlare di forte rallentamento e di recessione. E anche ISM sarebbe già abbondantemente sotto quota 50, livello di emergenza sotto il quale suonano i campanelli di allarme. Iniziamo a sperare che proprio mercoledì l’ISM si comporti bene e se ne stia in area 52. Per il bene di tutte le economie e di tutti i longhisti. Con questo però non voglio dire che se l’indice ISM sia la chiave di tutto il sistema. E’ sicuramente importante, ma non possiamo dimenticare anche il grosso dilemma che tormenta Bernanke e le piazze finanziare in generale. Inflazione o crescita economica? Il problema sta nella massa di liquidità che ha inondato il mercato. Per fermare l’inflazione occorre alzare i tassi, ma così facendo si frena ulteriormente un’economia che inizia a dare segni di cedimento e che, viceversa, avrebbe bisogno di un taglio dei tassi. Staremo a vedere. Intanto torno a spezzare una lancia sulla borsa giapponese. Continuo a vederla come la migliore occasione d’investimento, sia per una questione industriale che per una questione valutaria.
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