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Appello per l’EUROPA (ma la vogliamo veramente una nuova Unione Europea?)

Scritto il alle 09:45 da Danilo DT

europea-unione-rinnovo

Il vertice di Ventotene dovrebbe essere l’inizio di una nuova Unione Europea. Questo è quanto un sentimentalista speranzoso potrebbe dire, anche se poi, nell’effettivo, l’incontro tra Hollande, Renzi e Merkel, che a conti fatti (a livello volumetrico) rappresentano la maggioranza dell’Unione stessa, è stato un classico episodio di propaganda politica.

“L’UE no è finita con la Brexit”. Ma c’è mai stata una vera UE?

Ma poi di Brexit se n’è parlato a Ventotene? Non mi risulta. E quindi di cosa si è parlato? Beh, indovinate un po’. L’Italia che chiede flessibilità, la Germania che assicura il suo appoggio per i progetti del “Migration Compact” ma sempre strizzando un occhio ad Erdogan, con cui vuole mantenere buoni rapporti (vista anche l’alta percentuale di turchi presenti in Germania). La Francia che invece (e questa sarebbe più UE) annuncia più controlli alle frontiere, uno schiaffo agli accordi di Schengen.

E poi?

Finito il vertice di Ventotene. Certo, non si poteva pensare che qui venissero riscritti in pochi minuti tutti i trattati, ma una parola di conforto sull’argomento non sarebbe stata malvagia. Alla fine, sembra evidente che “alla faccia di una nuova UE”, ognuno tende addirittura a concentrarsi di più al suo giardinetto, fregandosene degli altri.

E non è certo la rapidissima visita alla tomba di uno dei padri dell’Europa Unita, ovvero Altiero Spinelli, a cambiare i connotati della visita.
Che l’Europa Unita fosse stata creata in fretta e furia lo sappiamo, che poi ci siano stati grossi disequilibri in corso d’opera è altrettanto evidente (basta guardare questo grafico per rendersene conto). Ma ora siamo davanti ad un bivio. L’evento BREXIT rappresenta questo bivio. qualcosa deve cambiare per forza.

Joseph E. Stiglitz, premio Nobel e docente alla Columbia University, vede necessarie quantomeno 7 modifiche:

• Abbandonando i criteri di convergenza, che richiedono deficit inferiori al 3% del PIL;
• Sostituzione di austerità con una strategia di crescita, sostenuta da un fondo di solidarietà per la stabilizzazione;
• Convergere agli Eurobond o qualche meccanismo simile;
• Una migliore gestione dell’inflazione, con paesi (sopratutto del Sud Europa) che fanno salire i salari e aumentano la spesa fiscale, facendo in modo che i loro prezzi possano aumentare più velocemente che nei paesi con disavanzi delle partite correnti;
• Cambiare il mandato della Banca centrale europea, che si concentra sull’inflazione, a differenza della Federal Reserve, che prende in considerazione l’occupazione e la crescita.
• Stabilire l’assicurazione comune dei depositi, ovvero istituire una vera “unione bancaria”;
• E incoraggiare anzichè proibire politiche industriali volte a sviluppare le conomioe del Sud Europa, strutturalmente più deboli.

Cose forse stranote e banali, ma rappresentano quelle che dovrebbero e potrebbero essere le basi di una nuova UE. Problema: propaganda politica a parte, c’è la volontà reale di realizzarla questa nuova Unione Europea? E sopratutto, i signori governanti si rendono conto che mantenere questo “status quo” genera uno stillicidio progressivo che porterà solo evidenti peggioramenti?
Secondo il sito BI, il rischio vero per l’Europa, oggi si chiama ITALEXIT.

Europe has seemingly coped well with its recent Brexit shock, but now looms the prospect that Italy might be heading for the Eurozone’s door.
This should be of great concern to European and global economic policymakers.
While it is possible to think of a Europe without the United Kingdom, it is difficult to conceive that the Euro in anything like its present form could possibly survive the departure of Italy, the Eurozone’s third largest member country. (Source) 

E a spingere l’Italia fuori dall’Europa sono proprio i deludendi dati economici, sopratutto dall’arrivo dell’Euro, con un progressivo peggioramento economico a causa anche della mancanza di flessibilità sotto tutti i punti di vista: cambio, fiscale, bilancio ecc.

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Otto anni dopo la grande recessione economica del 2008-2009, l’economia italiana è ancora circa a – 6% al di sotto del picco pre-2008 e il suo tasso di disoccupazione rimane fermo sopra l’11%. Altrettanto preoccupante è la proiezione del Fondo monetario internazionale che vede un ritorno sopra i livelli del 2008 solo nel 2025. Con tutti i problemi che poi ha l’Italia, banche in primis.

ITALEXIT: sogno o incubo?

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Poi è ovvio, capire se l’Italia ha la forza di rimanere in piedi da sola…questo è un altro paio di maniche. E voi tutti sapete cosa penso in merito. Non dimentichiamoci mai che le dimensioni del Bel Paese lo rendono l’ “elefante nella stanza dei cristalli”, che il debito pubblico italiano è pari ad oltre 2 miliardi di Euro e cge le banche italiane hanno patrimoni pari a 4 miliardi con NPL pari a circa 360 miliardi. Un debito, che VOGLIO SOTTOLINEARE, è pari al 133% del PIL e che continua a crescere, malgrado un COSTO a livello di interessi dello stesso che è ai minimi storici. Immaginatevi che succede se….

debito-pil-italia-costo-btp

Una crisi politica (Renzi che perde la sua sfida referendaria) potrebbe velocizzare l’emergenza, con evidenti conseguenze anche per i mercati finanziari. E se invece il referendum porta fortuna a Renzi allora bisognerà andare spasmodicamente alla ricerca della crescita economica.

E allora…torniamo all’inizio, visto che ci sono dei patti europei… Abbiamo la volontà politica in UE di prendere mano a questi Mandati oppure no????

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Danilo DT

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3 commenti Commenta
draziz
Scritto il 23 Agosto 2016 at 18:48

Italexit?
Magari…
Almeno facciamoli ca…re addosso! Muoia Sansone con tutti i Filistei! Proviamoci!
Il sistema così va rifiutato!
A questo punto cosa abbiamo da perdere?
Un’Europa così combinata non va bene a nessun abitante che non abbia un ritorno finanziario o che non sia inserito in un circuito elitario, il che mi pare pochino…
Siiii, siii, la libera circolazione delle persone…ma che ti circoli? Che non hai i soldi per arrivare a fine mese…
Vantaggi? Quali? Quelli di poter aprire una fabbrica in Polonia perchè il costo del lavoro e la tassazione sono più competitivi?
Aspettare cosa? I prossimi 11 anni per vedere risalire asfitticamente il PIL?
Qui l’idea è di abbassare le possibilità dell’operaio Italiano per…raggiungere quello polacco, o sloveno e via dicendo, non il contrario…
L’alternativa? Istituire il TotoLavoro o il TotoOnorevole…giocate di pochi Euro ogni 6 mesi…
Estrazioni pubbliche dei numeri come per la “smorfia”…e chi vince si becca un posto di lavoro o una cadrega da onorevole per gli altri 6 mesi, con relativo stipendio ed annessi…
Ripresa dell’economia? sì, de me nòna…

perplessa
Scritto il 23 Agosto 2016 at 22:46

la situazione attuale la tireranno avanti finchè possono perchè le masse sono ignare, non so quando emergerà un bivio, questo è il mio parere. prima o poi i nodi verranno al pettine e individualmente cercare di non essere travolti

albertopletti@gmail.com
Scritto il 25 Agosto 2016 at 16:22

Credevo ottimisticamente che brexit avrebbe dato una scossa positiva all’Europa, ma non è così: mi pare che si stia procedendo verso uno sfaldamento.

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