ANNO NUOVO, CORRELAZIONE VECCHIA (II): growth o value?

Scritto il alle 13:45 da Danilo DT

Nel post precedente vi ho spiegato come la correlazione tra equity e bond sia pressochè totale, rendendo difficile ragionare anche in logica di diversificazione.
Dal punto di vista obbligazionario già vi ho detto della gestione della duration. Invece per il mondo equity?

Ammetto di essere un grande estimatore del padre del value investingBenjamin Graham, ma nel tempo ho sviluppato un approccio più equilibrato e pragmatico perché investire, come molte cose nella vita, è più complicato di quanto possa sembrare a prima vista. Solo puntare sui titoli value in certe situazioni, comporta la perdita di grandi opportunità.

È assiomatico che i mercati rialzisti siano guidati dai titoli growth, in genere società che presentano nuovi prodotti o tecnologie che promettono una grande crescita. Con l’aumento dell’entusiasmo per il mercato rialzista, crescono anche i livelli di valutazione dei titoli growth. Proprio come è successo in questo fine 2023,

I titoli value tendono invece ad essere storie di società che mostrano prospettive di crescita molto più lente, che sono magari grossi colossi legati alla “old economy”. Quindi meno aggressivi e soprattutto meno “trend follower” quando il mercato tira.

Quindi, indirettamente possiamo affermare che la valutazione relativa tra i titoli growth e value fornisce un’utile prospettiva sul punto in cui ci troviamo nel ciclo di mercato, come illustrato dal grafico allegato.

Oggi i titoli growth raggiungono la loro valutazione relativa più elevata rispetto ai titoli value in corrispondenza e, guarda caso, siamo in prossimità di importanti picchi di mercato, o in prossimità dei picchi di mercato, mentre i titoli value raggiungono i valori relativi più elevati rispetto ai minimi di mercato growth o in prossimità di essi. Di conseguenza, possiamo sviluppare la regola empirica secondo cui dovremmo essere investitori growth durante i mercati rialzisti e investitori value durante i mercati ribassisti.


Nessuno può dire con certezza se oggi i mercati sono arrivati al “picco” ma di certo la valutazione relativa del grafico ci illustra una realtà quantomeno interessante. Ci troviamo in un momento in cui gli investitori dovrebbero prestare attenzione, poiché i titoli value sono attualmente scambiati ai livelli più bassi rispetto alla crescita dal picco del mercato poco prima dello scoppio della bolla di Internet.

Certo, il rialzo delle growth stock può continuare ma facendo un ragionamento logico, oggi investire in titoli value è quantomeno molto meno rischioso.

STAY TUNED!

Danilo DT

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