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Altro che exit strategy!
Quante volte ne abbiamo parlato e quante volte lo abbiamo temuto. Ora sta diventando realtà.
Dopo aver accumulato una quantità immane di Treasury bonds, il governo giapponese inizia a smantellare il suo bel malloppo di titoli governativi USA. Ebbene si, l’Asia inizia a vendere i suoi bei titoli in Dollari USA.
Il governo giapponese venderà (e in parte lo sta facendo) la bellezza di 100 miliardi di $ di obbligazioni USA, dopo essere stato proprio in questo 2009 il maggior acquirente di bonds made in USA e quindi il maggior finanziatore del deficit USA. Il tutto, come potete ben immaginare, non è casuale.
Si pensava alla exit strategy…
Sempre in questi giorni, la BoJ, Bank of Japan, ha regalato al mercato la bellezza di 77 miliardi di euro, che la cambio attuale significa 115 miliardi di dollari USA. Tutto questo va ovviamente in contraddizione a qualsiasi politica di exit startegy. Qui si torna al quantitative easing, altro che storie!
Il mercato deve essere sostenuto, la crisi si fa sentire sempre più forte nel paese del Sol Levante, anche a causa di uno Yen sempre più forte. E, fate ben attenzione, il Giappone nel lontano 2001, se non erro, fu propri il primo paese a partire con la politica del quantitative easing. Chissà ancora che i vari paesi, oggi politicamente indirizzati verso una corposa exit strategy, non si ritrovino di punto in bianco a dover nuovamente far ricorso al quantitative easing.
Parere personale: questa ipotesi è tutt’altro che avventata.
E infatti la BoE continua imperterrita col QE
A conferma di quanto detto sopra, la Bank of England non solo non parla di exit strategy, bensì continua imperterrita da sempre la sua politica di sostegno con il quantitative easing. Proprio qualche giorno fa parlavo dell’importante cifra messa a disposizione dei colossi anglosassoni del credito, per evitare nuove crisi del settore.
Invece FED e BCE sembrano in stand by. Per certi versi vorrebbero cominciare un serio programma di exit strategy. Ma devono scontrarsi con una realtà che non permette loro grosse illusioni.
Ma torniamo per un attimo all’economia giapponese. Se fino a qualche mese fa, lodavamo il Giappone come nuove economia virtuosa, oggi ci si rende conto che tali risultati erano dovuti al forte stimolo statale, senza il quale però l’economia rischia una nuova recessione, anche a causa di un nuovo problema, il super yen. Probabilmente il Governo di Tokyo dovrà anche intervenire in questo ambito.
Ma certo è che il dietro front repentino dall’ipotetica exit strategy e il necessari ritorno al quantitative easing restano secondo me un segnale molto chiaro delle difficoltà ancora presenti e di cosa accadrà quando anche in Europa e in USA il sostegno pubblico cesserà i suoi effetti. D’altronde, come ho detto prima, il Giappone è stato il primo paese a dar vita al quantitative easing e quindi ne è il precursore.
Se se l’iter visto col Giappone si ripeterà anche per Europa e USA, allora abbandoniamo pure da subito l’idea di una ripresa economica e abituiamoci non solo alla Giapponesizzazione, ma anche ad anni di noiosa ed anemica crescita economica, con un debito pubblico sempre più soffocante. O per lo meno, questo è quanto penso io…
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