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CONCESSIONE del CREDITO: banche USA stringono la cinghia
Hanno sicuramente scatenato il panico anche se per un arco temporale limitato. In molti le hanno considerate il Cigno Nero che può cambiare le dinamiche del mercato. Ma poi è arrivata al FED ed ha spento tutti gli incendi.
La fuoriuscita dei depositi (bank run anche se non così eclatante grazie all’intervento delle banche centrali) si è trasformata in un’alluvione e questo aggraverà la contrazione del credito, un processo già in atto ben prima dello scoppio dell’ultima crisi. Il credito alle imprese più piccole e, in generale, al settore commerciale immobiliare ne risentirà: è doloroso, ma fa parte del processo di trasmissione monetaria.
L’irrigidimento delle condizioni di credito implicherà che la Federal Reserve non dovrà probabilmente alzare i tassi ufficiali più di tanto.
E di questo ho scritto nel post precedente.
E difatti, i mercati si aspettano forti tagli dei tassi prima della fine dell’anno e prevedono che inizino presto le azioni nuovamente espansive con tutte le criticità già descritte.
Piccola nota a corredo NON di poco conto: in Europa lo squilibrio normativo è assente (quindi certi agreements di cui godevano le banche regionali USA grazie a Trump non esistono) e quindi non si è verificato lo stesso deflusso di massa di depositi.
Ma in questa sede mi concentro ancora sul settore creditizio USA, sicuramente il più interessante in questo momento. Un grafico di Creative Planning è secondo me illuminante per fotografare perfettamente la situazione.
Riporta come sia arrivato ormai da tempo l’inasprimento delle condizioni di concessione di credito negli USA.
E dopo l’ultima bastonata con le banche regionali, siamo tornati proprio in quell’area che rappresenta la “linea spartiacque”, oltre la quale il settore bancario diventa troppo restrittivo, il mondo del credito ne risente e l’economia…cade in recessione.
Da monitorare con attenzione.
STAY TUNED!
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