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FED: occhio a non creare STAGFLAZIONE!
Passato il primo trimestre del 2023, cerchiamo di capire a che punto siamo nel ciclo di mercato. Con l’S&P 500 in rialzo del 7% sull’anno, cresce l’ottimismo sul fatto che il peggio sia passato. Ma chi invece è un po’ più pessimista (come il sottoscritto) c’è preoccupazione per l’andamento degli utili e anche per il comportamento del sistema bancario che sta iniziando a sentire gli effetti degli eccessi di politica monetaria. Prima straordinariamente espansiva e poi rapidamente restrittiva.
Per ora, la risposta della Fed alla crisi è stata molto forte con tanta liquidità che sembra mantenere la stabilità necessaria per il sistema finanziario. Ma i timori rimangono: i depositi bancari continuano a ridursi e sono in calo di quasi $ 1 trilione da quando la Fed ha iniziato ad alzare i tassi un anno fa.
E adesso siamo vicini alla nuova stagione degli utili, quella del 1° trimestre che partirà tra due settimane. La stima di consenso è per una contrazione dell’8% del tasso di crescita degli util, seguita da una contrazione del 6% nel 2° trimestre.
Se poi la contrazione degli utili sarà davvero modesta, il mercato potrebbe guardare oltre, a condizione che la Fed faccia perno creando un contesto di liquidità più favorevole.
Ma è chiaro che la svolta della Fed, quando arriverà, sarà determinata dall’inflazione. Il mercato dei TIPS continua ad aspettarsi una rapida normalizzazione e, fortunatamente, il rapporto della scorsa settimana ha confermato questa direzione. Il tasso di variazione PCE core ha raggiunto il picco del 5,42% lo scorso giugno ed è sceso al 4,60%. Questo è ancora molto al di sopra dell’obiettivo del 2% della Fed, ma sta andando nella giusta direzione.
Ma quindi possiamo aspettarci una FED aggressiva che addirittura va a tagliare i tassi adesso proprio per dare questo quadro di sicurezza e di copiosa liquidità?
La risposta è NO. Perché se lo fa, si tratterebbe di un autogol pazzesco. Per quale motivo? Perché il rischio stagflazione sarebbe altissimo.
Certo, abbiamo un tasso inflazione che sta migliorando ma è ancora fortemente OLTRE le quote di sicurezza e quindi il rischio di un ritorno inflattivo sarebbe molto alto.
Se poi fosse confermato lo scenario che io temo, ovvero di rallentamento se non di recessione, allora significa appunto STAGFLAZIONE. E il mercato non è poi così convinto. Guardate il CME FedWatch Tool – CME Group.
Praticamente una spaccatura. Per il 50% i tassi resteranno fermi e per il 50% avranno ancora un ritocchino verso l’alto. E credo possa essere la soluzione migliore per l’incolumità dei mercati e dell’economia.
Volete vedere cosa sconta il mercato? Eccovi serviti.
STAY TUNED!
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