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PASSAGGI di TESTIMONE: politica fiscale prende lo scettro
Dopo anni dove la politica monetaria dominava, oggi il testimone passa alla politica fiscale. Sia per la crescita economica e sia per un aumento del tasso inflazione. La massa monetaria (M3) parla chiaro.
Per anni siamo stati (e lo siamo ancora) un po’ affascinati e un po’ preoccupati per l’evoluzione soprattutto della politica monetaria. Arrivare a navigare in “terreni inesplorati”, sperimentando soluzioni che in passato non si erano mai viste, soprattutto a livello dimensionale. Banche centrali che però col tempo cambiano i loro ruoli, oggi più concentrate al mantenimento dello status quo e della crescita economica, in passato invece sempre vigili sui tassi di interesse e tasso inflazione.
Proprio sull’inflazione vorrei fare due ragionamenti con voi.
Visto tutto quanto è accaduto e sta accadendo, possiamo ancora dire che le varie FED, BOE, BCE, BOJ ecc influenzano ancora l’inflazione operando attraverso strumenti come i tassi di interesse, l’offerta di moneta e le riserve bancarie, oppure anche in questo ambito qualcosa è cambiato?
In realtà occorre ammettere che nel mondo post-COVID 19, coi tassi di interesse quasi a zero ovunque, l’ago della bilancia potrebbe spostarsi ed essere la politica fiscale che andrebbe quindi a svolgere un ruolo più decisivo nello stimolo e nel controllo dell’inflazione.
Proprio in questi giorni, sia la BCE (tramite la Lagarde e Lane sopratutto) che la FED (con il solito Powell) interverranno sull’argomento.
Euro Area M3
Guardate in Eurozona, la massa monetaria M3, aggregato che comprende i depositi bancari ma esclude le riserve presso la banca centrale. Un’impennata che negli ultimi mesi ha toccato il 10% di aumento anno su anno a luglio, e avvicinandosi ai livelli record osservati prima della crisi finanziaria del 2007-08.
Tale crescita è principalmente ascrivibile come è facile immaginare, a QE e prestiti elargiti dal sistema bancario.
Chart by PIMCO
Questo grafico è molto interessante perché ci fa vedere COME era alimentata questa M3 prima della crisi finanziaria. Visibile la domanda del settore privato, mentre attualmente l’incremento dell’aggregato è invece sospinto dalle politiche monetarie e fiscali espansive adottate in risposta (ed a compensazione) alla caduta della domanda del settore privato cui dicevo prima.
E mancando la domanda interna, i soldi dove sono finiti? Nel risparmio.
Quindi, se parliamo di aumento del tasso inflazione, faccio fatica, soprattutto in Europa, a vedere un concreto aumento dell’inflazione, come paventato timidamente dalla Lagarde.
Forse voleva solo “accodarsi” a quanto detto dal suo amichetto Powell?
Intanto le banche centrali avranno nei prossimi mesi un compito molto complesso: cercare di tenere i tassi sempre in area zero, per evitare che il “sistema finanziario” salti perché a rischio insolvenza, vista la massa di debiti oche abbiamo creato negli ultimi anni.
Chi potrà in effetti muovere l’inflazione sarà quindi la politica fiscale. Se ragionate un attimo, infatti, è proprio grazie a defiscalizzazione ed interventi diretti che si permetterà al denaro di circolare in modo più “virtuoso”.
Ora capite perché la stessa FED chiama a gran voce l’intervento del Congresso, che con nuovi stimoli dovrà ridare ossigeno all’economia.
E la politica monetaria ha finito la sua mission? Ovviamente no, e già prima ve l’ho anticipato, ma è sicuro (e se ci ragionate, lo stiamo già vedendo) che le banche centrali hanno perso quella verve e quell’effetto stimolante per l’economia.
A loro adesso tocca l’attività di manutenzione e controllo. Per il resto la palla passa alla politica fiscale.
Quindi Congresso USA e Recovery Fund, tanto per battezzarli tutti e subito. E la conferma ce l’abbiamo proprio con la chiusura a Wall Street di ieri sera.
(…) U.S. benchmark stock indexes fell Tuesday after President Donald Trump said he would end negotiations on a new fiscal stimulus package, sending jitters into investors who hoped Washington lawmakers would strike a deal soon. (…) [Source]
Si sperava in una chiusura a breve sugli stimoli fiscali ed è bastata qualche rumors e qualche parola in merito che il mercato ha subito invertito di brutto.
Il bello sarà il “dopo”
Questo percorso che fino ad adesso ho descritto mi sembra abbastanza difendibile. Però sarebbe da stolti pensare che le due leve, quella monetaria e quella fiscale, possano durare all’infinito.
Quindi come si agirà quando l’emergenza sarà finita (o meglio, sarà meno “urgente” visto che in Italia non credo finirà facilmente)?
Come sarà gestita l’exit strategy? E sarà possibile programmarla in modo metodico e il più possibile indolore?
Questa sarà la prossima sfida del futuro ma al momento possiamo dire che “abbiamo ancora un po’ di tempo per pensarci”, perché il sistema si muoverà, come detto, usando la leva fiscale. Nella speranza che, nel frattempo, non ci siamo delle brutte sorprese.
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STAY TUNED!
Danilo, quando scrivi : ” è sicuro (e se ci ragionate, lo stiamo già vedendo) che le banche centrali hanno perso quella verve e quell’effetto stimolante per l’economia. ” non fai che confermare quanto scrissi in un commento al tuo post del 21 Settembre u.s. e cioè :
” Secondo me il PICCO ASSOLUTO è stato già raggiunto….. e se qualcosina a livello numerico ci sta ancora , tali ulteriori aumenti saranno vanificati dalla inevitabile “UTILITA’ MARGINALE DECRESCENTE”
Questa inesorabile legge fa sì che il testimone debba obbligatoriamente passare adesso alla Politica Fiscale, gli interventi della quale sono più farraginosi e meno immediati (soprattutto nell’approvazione degli stessi)…. ma necessari, come il pane…..
Le variabili che muovono le Borse USA e di concerto le altre, non sono più quelle classiche ma la certezza/speranza di nuovi stimoli …. come è successo ieri sera