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Migliora il CESI: e ora la Yellen è autorizzata ad alzare i tassi
Se si aspettava una benedizione dalla macroeconomia, possiamo dire che è arrivata. Immobiliare e dati sul lavoro sono stati migliori delle attese. Si, lo so, ci saranno molti di voi che contesteranno la “qualità” di questi dati. Ma a non non importa in questo momento (parliamo di breve periodo). Sappiamo tutti benissimo che il mercato è guidato da sentiment e dalla mano forti del sistema che stanno lavorando unidirezionalmente per mantenere bassa la volatilità.
Come sapete, venerdì la Yellen, presidente della Fed appariva molto meno cauta sulla possibilità di un rialzo dei tassi nell’immediato futuro. Come già spiegato però, difficile ipotizzare un rialzo già a giugno. Se il copione viene rispettato e non succede nulla di particolarmente destabilizzante sui mercati, sarà luglio il mese del +25bp.
Dite che luglio è ancora lontano? Sicuramente si, e di fatti la FED nel frattempo “leggerà” i segnali che i mercati le lanciano, per meglio interpretarli e poi tradurli in una politica monetaria che sia “amica” delle mani forti. In particolar modo antenne sempre belle dritte sui paesi emergenti, vera mina vagante che, come è noto, potrebbero subire la ripercussione più pesante per un eventuale rialzo dei tassi.
Cesi vs SP500
Intanto però occhio a questo grafico. Il CESI già lo conoscete molto bene. E se non ve lo ricordate, ecco qui come rinfrescarvi la memoria. Visti i dati macroeconomici non proprio entusiasmanti degli USA, il CESI era arrivato a toccare, nel mese di maggio, un livello molto preoccupante (motivo per cui i tassi si davano stabili fino a fine anno, cosa già scontata anche dal cross EUR USD? Chissà…). La cosa curiosa era la divergenza, o meglio il GAP che si era creato tra l’andamento della borsa USA (SP500) ed il CESI stesso.
La borsa appariva sempre estremamente fiduciosa, malgrado una macroeconomia che scricchiolava. Adesso arriva la riscossa. Riuscirà il CESI a recuperare completamente il gap con lo SP500? Questo non lo sappiamo. Sappiamo invece che un eventuale recupero comporterà una maggiore probabilità di rialzo dei tassi nel breve. Ma ripeto, non subito. Scommetto su luglio, anche se proprio recentemente un altro importante e pesante dato darebbe ragione ad un rialzo più imminente. Parliamo dei consumi, dai quali poi si muove tutto il resto.
Un 1% che significa il miglior risultato dal 2009 (Agosto). Dite che è fuffa? Dite che sono solo dei flash di luce per il breve periodo. Non sto discutendo sulla qualità dei dati ma sulle motivazioni per cui la Yellen dovrebbe alzare. Se non lo farà a giugno, sapremo che sarà non per motivi legati all’economia USA. Anche se la FED deve innanzitutto curare la salute dell’economia a stelle e strisce, è anche vero che ci sono reazioni indirette su altre piazze che poi potrebbero ripercuotersi negativamente anche su Washington. Quindi meglio aspettare, anche solo di un mese. Appuntamento a luglio.
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