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Fuga dai paesi emergenti. Meglio puntare sulle certezze “Made in USA”
Una delle tematiche più controverse è sicuramente quella che ha come oggetto i paesi emergenti. Dovevano essere le economie che trainavano l’economia definita “core” al di fuori della crisi. E invece eccoli qui, con forti trend ribassisti, in crisi di identità, a dover fare i conti con modelli economici che erano costruiti su logiche “export oriented” e che devono essere rinnovati.
E dall’altra parte troviamo invece un paese, gli USA che tirano come non mai, con aziende al top dei profitti, con banche risanate col denaro pubblico e con quotazioni dell’equity ai massimi storici.
Benvenuti nel nuovo vecchio mondo.
Ho ripescato per voi il buon CESI, il Citigroup Economic Surprise Index che sicuramente ricorderete. Il sottostante di questo CESI è lo stato USA, e l’ho messo a confronto con il paniere JP Morgan Emerging Markets Currency Index. Superfluo dirvi che questo indice sintetizza le varie valute dei paesi emergenti.
Praticamente ho messo l’uno contro l’altro l’indice della ripresa USA (che sorprende gli analisti, visto che il CESI è ai massimi dal 2012) e la forza delle valute emergenti.
Il risultato è lampante.
CESI vs JP Morgan Emerging Markets Currency Index
La data del grande cambiamento è luglio 2013. In quel momento la correlazione tra queste due asset class salta totalmente e diventa addirittura inversa.
Il momento è topico e da quel giorno paesi emergenti ed economia USA prendono due strade completamente diverse (correlazione inversa) mentre prima andavano a braccetto (correlazione diretta).
Morale: la forza dell’economia USA fa scappare i capitali dai paesi emergenti anche per i motivi che prima ho descritto (più molti altri, ricordate? Ne abbiamo parlato più volte, cliccate qui ad esempio). Perché scommettere su paesi in vistoso rallentamento con modelli economic da rifondare? Meglio investire nelle certezze a stelle e strisce!
Ovvio, questo è quanto crede il mercato oggi.
Fino alla prossima puntata.
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Beh, questo è il punto di vista dell’analisi intermarket che ho cercato di riportare qui. Mi rendo conto che a volte sono cose “impopolari” ma è proprio da queste cose che si “Intercettano” le verità dei mercati, secondo me…
Direi che l’analisi era un pelino azzeccata…
non merito mio ma dell’intermarket….
😉
Ciao Danilo, io direi che se non fosse stata azzeccata l’avresti postata ? Personalmente conoscendo la tua onestà intelettuale penso di si ma ti lascio con il dubbio amletico. Di nuovo ciao e buon fine settimana.
Diciamo che pensavo fosse una view corretta. Poi ovviamente potevo essere smentito. Ma reputazionalmente parlando …”è andata bene”!
Morale: la debolezza dei paesi emergenti fa defluire i capitali nei paesi d’origine, soprattutto negli usa dove vige la certezza del potere fed ( con tassi sui bond relativamente più alti, magari partiti proprio da luglio 2013? ). Punti di vista diversi come le faccie della stessa mdaglia. Ciao Danilo e buon fine settimana.