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OBBLIGAZIONI: QUALE FUTURO?

Scritto il alle 10:31 da Danilo DT

eurodollar.jpgBuongiorno cari lettori!

Mi sembra corretto scrivere due righe su un mercato che resta sempre il più importante per il risparmiatore medio, ovvero il mercato delle obbligazioni. In questi ultimi mesi, abbiamo assistito ad una forte evoluzione di questo mercato. Ad aver portato un forte cambiamento è stato senza dubbio il cambiamento (ipotizzato) di politica monetaria da parte di Bernanke, il quale, finalmente, dopo tanti tagli, ha forse capito che la situazione inflattiva iniziava ad essere “out of control”.
Chi segue da più tempo il blog, ricorderà sicuramente i tanti articoli scritti in merito a questa tematica.
Tagliare solamente i tassi non è la soluzione. In questo tipo di mercato, con commodities sempre più forti, si crea una forte inflazione che, alla fine, farà danni notevoli. Lo scenario stagflattivo non è mai da scartare, tutto può ancora accadere. Ed è certo, vista l’inflazione attuale, Ben non può più tagliare. Deve correre ai ripari e fare quanto farà Trichet prossimamente. Alzare i tassi.
Non voglio andare oltre (per non andare fuori tema).
Come potrete ben capire, questa situazione ha comportato dei forti cambiamenti anceh seulle curve dei tassi, che si sono subito adeguate. E fu cosi che lo scenario per i bonds è decisamente cambiato.

Area Euro: rialzo in arrivo

Nell’ultima riunione (5 giugno) la BCE ha confermato, come ampiamente atteso dai mercati,
il tasso di riferimento al 4%. Il livello dei tassi è stabile ormai da un anno. La retorica della Banca Centrale Europea è stata molto più aggressiva del previsto e ha sorpreso il mercato che pure era assolutamente consapevole che il controllo dell’inflazione resta l’obiettivo principe della BCE. Trichet ha aggiunto che nella riunione del 5 giugno i membri non hanno votato all’unanimità lasciando intendere che alcuni propendevano per un immediato rialzo. Segnale molto chiaro su cosa accadrà nella prossima seduta.

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Titoli di Stato e curva invertita

dollaro-bernanke.jpgVolatilità: questa è la parola d’ordine con cui descriverei il mercato obbligazionario delle ultime settimane.
Negli USA abbiamo assistito ad una vera e propria esplosione dei rendimenti a fine maggio (con appiattimento della curva) poi discesa degli stessi ad inizio giugno e poi… nuovo balzo nei giorni scorsi. Da mal di mare. La somma delle parti ci porta a dire che comunque sia i rendimenti sono sensibilmente saliti.
In area Euro la situazione è più chiara. Forte rialzo dei rendimenti, soprattutto a breve. un titolo a 2 anni oggi ha un
rendimento di 70pb superiore a quello di metà maggio, un decennale solo di 30pb superiore. Ma l’evento ancora più rilevante è un altro: la curva dei tassi di interesse si è invertita (un titolo a 2 anni rende il 4,63% annuo, un titolo a 10 anni rende il 4,50%). Questi movimenti sono il risultato di una serie d’eventi, alcuni che coinvolgono globalmente il
mercato dei titoli di stato. L’inflazione e il prezzo del petrolio sono stati il tema dominante per il comparto Governativo e a questi si sono uniti dati di crescita modesti ma non drammatici sia negli Stati Uniti che in Europa, il downgrade dei
principali broker bancari da parte di S&P, le parole di Bernanke sul dollaro e sui tassi e le dichiarazioni di Trichet (si confronti lo scenario macroeconomico delle pagine precedenti). Resta comunque il fatto che, quando una curva dei tassi inverte, non è mai un bel segnale per l’economia in generale. Ma forse noi avevamo già capito che qualcosa non andava….

Strategia: come comportarsi?

Sul mercato USA non posso negare che lo scenario continua ad essere negativo (vedi “la Bussola dei Mercati”). Inoltre, ulteriori sorprese sul fronte dei prezzi, nuove oscillazioni del petrolio e nuovi deprezzamenti del dollaro (che ha assunto un ruolo molto rilevante nella funzione di reazione della Fed dopo le parole di Bernanke) potrebbero accelerare il movimento verso l’alto della curva dei rendimenti. E poi, il 25 giugno è in agenda una riunione dell’FOMC: dopo l’ultimo discorso del Governatore è estremamente probabile che il comunicato riporterà l’attenzione sui rischi d’inflazione piuttosto che su quelli di crescita. Morale: credo sia superfluo dire che al momento conviene mantenere un atteggiamento prudente sui bonds Made in USA, ovviamente in ambito di duration.
In altre parole, è consigliabile mantenere in portafoglio titoli con una duration finanziaria bassa (o comunque prodotti finanziari con all’interno titoli NON a lunga scadenza) per evitare perdite in conto capitale in caso di aumento di tassi.
In ambito Euro il discorso è…identico. Non sono da escludere giornate difficili sul mercato dei titolidi stato durante l’estate. Nonostante l’attenzione si fosse già focalizzata sull’inflazione, l’aggressività delle dichiarazioni di Trichet ha decisamente spiazzato il mercato. Quindi mi aspetto volatilità e debolezza . I tassi sul mercato
monetario ora incorporano un rialzo di 25pb a luglio con una probabilità del 100% e non escludono che questa mossa non sia isolata bensì sia l’inizio di un ciclo di restrizione della politica monetaria. L’interpretazione che dà il mercato, attraverso l’inversione della curva, a questa posizione della BCE è decisamente pessimistica: la banca centrale persisterà la sua lotta all’inflazione. Ma forse è presto per parlarne,anche perché ci sono delle tematiche che, come dicevo prima, sono assolutamente determinanti. Un esempio? Basterebbe che le commodities scendessero rapidamente di prezzo per normalizzare la situazione e frenare un nuovo ciclo rialzista.
Ammetto che questo scenario risulta, oggi, un po’ utopistico. Quindi, anche per i titolo In Euro, è consigliabile un atteggiamento prudente in ambito di duration. Meglio stare con scadenze brevi in portafoglio.
Come potete vedere, il porto sicuro dei Bonds, a volte, diventa un po’ meno sicuro…
STAY TUNED!

 

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Grazie e buona lettura!
DT

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