Bonds anticiclici: analisi delle obbligazioni CMS

Scritto il alle 11:25 da Danilo DT

Un gentile lettore del blog mi ha scritto nei giorni passati un’email dove mi chiede un parere su un prodotto che fino a qualche anno fa andava molto di moda, in quanto offriva sulla carta dei rendimenti ottimi, legati a delle cedole certe iniziali molto interessanti e poi con cedole meno certe legate a parametri diversi. Sto parlando di diverse emissioni di obbligazioni strutturate, alcune legate al tasso swap, altre legate al differenziale CMS 10-2 e così via. L’amico lettore mi dice che possiede 2 tipi di  obbligazioni: il primo è un bond che ha pagato per 3 anni un’ottima cedola fissa e che ora, fino al 2015, pagherà l’80% del tasso swap 10 anni. Questa obbligazione resta comunque meno peggio di tante altre cose, in quanto ha fatto godere al risparmiatore delle ottime cedole iniziali ed oggi permette di avere un rendimento, come si è detto , pari all’80% del tasso swap 10 anni, il che significa circa un 3.35 % lordo. Per carità non è un tasso proprio ottimo. Purtroppo la piattezza della curva dei tassi, come già detto nei post precedenti, non privilegia le scadenze lunghe (che continuo a ritenere non interessanti) e quindi non c’è premio sulla duration. Il che si traduce con rendimenti molto simili tra le scadenze brevi e lunghe. E voi capirete bene che, in assenza di premio, meglio stare su scadenze brevi. Ben altro discorso invece bisogna fare per un’altra obbligazione. Il cliente ha in portafoglio un’obbligazione che è così strutturata: il bond ha pagato per il periodo 2004-2007 un tasso fisso del 5% e poi dal 2008 la cedola diventa pari alla differenza del tasso CMS 10 anni con il CMS 2 anni, il tutto moltiplicato 4 volte. Bene, forse ho confuso le idee…. Per semplificare, andiamo sul concreto. Il tasso CMS 10 yr è pari a 4.14%, il CMS 2yr è pari a 4.10%. 4.14-4.10=0.04. Il risultato si moltiplica per 4 e quindi: 0.04 x 4 =0.16%. Signori, il bond paga 0.16% ! (Volete controllare? L’ISIN è XS0205174179). Capirete bene che a confronto con il bond trattato precedentemente qui la situazione è molto più complessa. Voi direte… Ma allora che se ne fa di tali bonds? Li venda ! Facile a dirsi…difficile a farsi. Difatti, oltre ad un evidente problema di liquidità, il bonds ha dei prezzi che lo parificano quasi ad uno zero coupon… Capirete che a quel punto il cliente si pone la domanda: che faccio? Mi tengo un bond che non rende nulla oppure vendo, incasso 80 a cui sommo le varie cedole incassate e abbandono la nave? Questa scelta non è facile da farsi. Ma andiamo ad analizzare la domanda che mi fa l’amico lettore, il quale mi chiede? Che prospettive ci sono? O, per meglio dire, cosa deve succedere per far si che il bond riacquisti valore? Per far si che riacquisti valore, deve riacquistare redditività. E per riacquistare redditività il differenziale 10-2 deve allargarsi. Ovvero, si deve tornare ad una curva dei tassi “fuori controllo” dove il tasso a breve è almeno di 100 bp (1%) più basso del tasso a lungo. Così facendo il differenziale potrebbe diventare quantomeno decente. Ma la questione è la seguente: cosa deve succedere per far si che il differenziale diventi così elevato? Prima l’ho accennato ed ora lo spiego meglio. I tassi devono finire “fuori controllo” a causa di  una serie di problematiche macroeconomiche. E questo scenario si chiama RECESSIONE, guidata da bassa crescita, alta inflazione e rallentamento economico. Ciò significa che sono bond validi per una strategia anticiclica, con recessione, stagnazione o peggio ancora stagflazione, e quindi tutto quello che nessuno si augura.  Spero di aver risolto qualche dubbio all’amico lettore e  anche a qualcun altro.


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