Unione Bancaria: è fatta. Ufficializzato il bail-in e il ruolo dell’ESM

Scritto il alle 17:14 da Danilo DT

Cosa capita in caso di fallimento di una banca e sopratutto come verranno interessati anche i clienti (correntisti, azionisti ed obbligazionisti) della banca.

Eccolo l’accordo sull’Unione Bancaria. Ieri in un post già ho accennato a quello che sarebbe potuto succedere. E diciamo che sono stato abbastanza lungimirante.
E’ quindi stato deciso il meccanismo dell’SRM, ovvero il metodo di fallimento controllato di una banca in crisi, con l’obiettivo di rendere l’evento il meno destabilizzante possibile e nello stesso tempo dividere il mondo banca dal mondo stato, cercando di far tornare la fiducia nel settore. Saccomanni lo acclama come “accordo storico”: senza dubbio lo è in quanto cambia radicalmente le cose e mette un po’ di ordine:

[…] Saccomanni ha parlato di “risultato storico”, paragonabile a “un’altra storica conclusione che era quella dell’unione monetaria”. Anche in questo caso, aggiunge il ministro dell’Economia, “nei prossimi mesi si lavorerà”. E ha sottolineato che grazie a quest’accordo “è stato esorcizzato il pericolo che si ripeta quello che è successo con Lehman Brothers”. […] (Source) 

Incredibile, la soluzione che tutti cercavano. Peccato che si dimentica che in un default bancario qualcuno deve pagare. E nella fattispecie a pagare saranno i clienti della banca. Bella cosa! Inoltre l’effetto contagio è debellato? Su questo ce ne sarebbe da dire…

Ma andiamo a vedere i contenuti dell’intesa.

[…] gli Stati daranno vita ad un fondo salva-banche unico, finanziato con prelievi sugli istituti di credito a livello nazionale. Inizialmente sarà formato da compartimenti nazionali che alla fine confluiranno in un unico fondo nel giro di dieci anni. Nel primo anno, le banche in default controllato potranno attingere solo al fondo del proprio Paese, ma negli anni successivi, man mano che il fondo cresce, ci sarà una mutualizzazione progressiva delle risorse. […]

Quindi prevede la creazione di un fondo unico di risoluzione (Srf) da 55 miliardi di euro in dieci anni, che servirà al sistema bancario per rifinanziare gli istituti europei in crisi. Il fondo Srf, dopo una fase transitoria che comincerà il 1 gennaio 2015, sarà a regime dal 2025.

[…] La seconda componente del meccanismo di risoluzione unico è l’autorità che prende la decisione di far fallire una banca in difficoltà: sarà un board formato da rappresentanti delle autorità nazionali, che agirà su impulso della Bce. Saranno gli Stati ad avere l’ultima parola, perché la Commissione, che avrebbe voluto voce in capitolo, è stata invece in pratica estromessa. La decisione su come e quando “risolvere” una banca sarà presa in 24 ore, come voleva la Bce. Il meccanismo unico di risoluzione si applicherà a tutte le banche supervisionate dalla Bce, entrerà in vigore il 1 gennaio 2015, mentre le regole del ‘bail-in’ si applicheranno esattamente un anno dopo. […]

Già, bail-in, ne abbiamo parlato IERI in questo post… Che dire , un grande successo! Soprattutto per i clienti della banca in difficoltà. Pensate per esempio ad una banca come MPS… Ma i toni sono entusiastici…

«In futuro le crisi bancarie del recente passato saranno gestite in modo completamente diverso – ha detto il presidente dell’Eurogruppo, l’olandese Jeroen Dijsselbloem –. Le banche da ora in poi saranno chiamate a rispondere delle loro perdite e dei loro rischi. Mi sembra un cambiamento molto salutare» (Source) 

Molto salutare! Certo, non c’è dubbio. In linea di massima le banche finanzieranno loro stesse il fondo per eventuali salvataggi. Quindi sono soldi dei risparmiatori. Ma si sapeva. Era il modello “bail-in” quello candidato a diventare ufficiale. Come diventa ufficiale, finalmente, un ruolo per l’ESM:

Il “backstop” o paracadute voluto dall’Italia assicura che nella fase iniziale del fondo, dopo l’auto-salvataggio o ‘bail-in’ delle banche che assegna le perdite ad azionisti, obbligazionisti e grandi depositi, se a una banca serviranno ancora fondi, si potranno avere “finanziamenti ponte” da parte degli Stati o del fondo salva-Stati Esm. Saranno possibili anche i prestiti tra compartimenti del fondo salva-banche. Per Saccomanni il principio è che il sistema sia finanziato dalle banche stesse, ma se c’è necessità possono intervenire garanzie dei governi.

Morale, ora lo sapete. Se avete delle obbligazioni subordinate o convertibile, avete in mano PURO capitale di rischio. Da tempo è chiara la nostra posizioni sulle subordinate. Oggi, questo provvedimento, conferma tutti i nostri timori su questa categoria di bonds.
Almeno però, ora, c’è un po’ più di chiarezza di cosa potrebbe succedere in caso di grossa banca in crisi.

STAY TUNED!

Danilo DT

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9 commenti Commenta
ilcuculo
Scritto il 19 Dicembre 2013 at 18:27

Perchè il capitale investito in obbligazioni bancarie dovrebbe essere tutelato dalla fiscalità generale ?

Se compro obbligazioni di una azienda mi accollo il rischio dell’emittente.

completamente diverso è il discorso dei clienti della banca nel senso dei depositanti. , cosa si dice in proposito ? A me non è chiaro.

italiapersempre
Scritto il 19 Dicembre 2013 at 18:35

ilcuculo@finanza,

esatto

ma si sapeva che l’ unione bancaria era un problema per azionisti e obbligazionisti, non tanto per il semplice correntista e depositante

va da sé che in questo modo chi sottoscriverà più obbligazioni di una banca?

giardin
Scritto il 19 Dicembre 2013 at 19:31

Ci sono migliaia di persone ignare di avere in portafoglio obbligazioni SUBORDINATE.
Questo perchè le banche non si fanno scrupolo di rifilare tali prodotti .
Molti hanno sottoscritto obbligazioni soprattutto in passato non quotate e con regolamenti capestro .La cosa penso sia più frequente di quanto si pensi .
Forse prima di una legge salva banche si sarebbe dovuta fare una legge salva cittadini truffati dalle banche .
In pratica l’Europa ha detto alle banche :”continuate a fare i vostri porci comodi,tanto poi quando sarete sull’orlo del fallimento potrete mettere le mani sui soldi degli investitori che ve li hanno prestati .COMODO E FACILE.

casualmente
Scritto il 19 Dicembre 2013 at 19:39

in sostanza non dovrebbe cambiare molto per le obbligazioni subordinate,rispetto a prima…
ma cosa succede per le obbligazioni senior e la liqudità di 100k?grazie e complimenti a DT 😉

buf
Scritto il 19 Dicembre 2013 at 20:19

casualmente@finanzaonline,

Direi che in percentuali minori tutti vengono colpiti…anche i senior se la banca finisce male potranno perderci qualcosa.
Quindi d’ora in poi piu che mai diversificazione fra Assett e diversificazione fra Istituti…più che mai. Ovviamente per quei fortunati che hanno certe disponibilità.

snapjibe
Scritto il 19 Dicembre 2013 at 21:32

Qualcuno ha trovato da qualche parte un documento ufficiale, anche solo un comunicato stampa a riguardo ?

Non ho trovato niente nelle Open Sessions

http://www.consilium.europa.eu/council/open-sessions?lang=en

Ma solo un generico comunicato

http://www.consilium.europa.eu/ueDocs/cms_Data/docs/pressData/en/ecofin/140193.pdf

dove si parla del fondo ma niente sul coinvolgimento di azionisti, obbligazionisti e correntisti.

Non è che stiamo commentando una notizia NON avvenuta ?

Ciao

italiapersempre
Scritto il 19 Dicembre 2013 at 22:02

snapjibe@finanzaonline,

interessante e da valutare, ma saccomanni ha parlato

Scritto il 19 Dicembre 2013 at 23:15

Abbiamo cantato vittoria troppo presto?
Il Parlamento Europeo vuol dire la sua sull’Unione Bancaria e potrebbe non accettare “tout court” quanto discusso nelle ultime ore.
Secondo me è cine, difficilmente vista la complessità dell’accordo cambierà qualcosa, IMHO.

A meno di 24 ore dall’annuncio dell’Ecofin sull’unione bancaria, il parlamento europeo ha voluto dire la sua.
Ci ha pensato il gruppo parlamentare del Partito popolare europeo, che ha messo «in guardia contro l’indebolimento delle nuove regole per il fallimento delle banche voluto dal Consiglio». (…) Sulla stessa linea anche Martin Schulz, che ha definito l’accordo sul meccanismo di risoluzione bancaria «molto lontano» dalla posizione del parlamento Ue. L’approccio multilaterale adottato dall’Ecofin «non è pragmatico». Con l’Eurocamera «il negoziato sarà molto lungo» e la discussione «durissima». Tuttavia l’accordo rappresenta «un primo passo». La «questione centrale», ha detto il presidente dell’Eurocamera, è «avere un metodo comunitario e intergovernativo» nell’organo decisionale, che secondo Schulz coinvolgerebbe «124 persone». «Se arrivate in ospedale e siete feriti», ha esemplificato Schulz, «ma prima che intervengano i medici si deve consultare il consiglio di amministrazione dell’ospedale, dubito che sopravvivereste».

http://www.lettera43.it/politica/unione-bancaria-il-ppe-l-accordo-non-c-e-ancora_43675118247.htm

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