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WALL STREET: rischio correzione? E allora le mani forti comprano!

Scritto il alle 16:04 da Lukas


Se il mercato sembra sul procinto di una correzione, dopo una lunga fase rialzista, sarebbe lecito trovarsi coi Commercials che prendono un po’ di profitto. E invece no, perchè gli stessi aumentano ulteriormente la posta in gioco. (Guest post)

Cari amici, nella settimana appena trascorsa, i mercati finanziari internazionali hanno registrato una pausa del trend al rialzo, in voga ormai da molti mesi. In particolare, l’S&P 500, storna dello 0,71 % e retrocede a quota 3.906,71 punti. La cosa nuova è che contemporaneamente stornano anche le quotazioni dei bond. Una combinazione piuttosto rara in quest’ultimo ventennio. E c’è già qualcuno che comincia a paventare un ritorno sulla scena del fenomeno inflattivo. Inflazione intesa e vista come un nuovo pericolo per la tenuta delle attuali quotazioni di mercato. Allarmi e preoccupazioni, a mio avviso, del tutto prematuri ed ingiustificati. Veniamo infatti da un quindicennio caratterizzato da una terribile e persistente deflazione, come non si osservava da circa un secolo, e che la nostra generazione non aveva mai visto e conosciuto. Quanto accaduto negli ultimi mesi rappresenta quindi solo un parziale recupero e riequilibrio di quanto accaduto negli ultimi 3 lustri. Recupero e riequilibrio da intendere e considerare con favore e non come un pericolo. La risalita dei prezzi delle commodities permetterà infatti di remunerare più giustamente tutti i paesi e tutti i popoli che le producono, gravemente penalizzati in questi ultimi anni. Basti pensare che ancor oggi le stesse quotano circa il 50 % in meno di 15 anni orsono. Anche il tanto temuto rialzo dei rendimenti obbligazionari, và visto con favore. Molti risparmiatori riceveranno infatti finalmente delle cedole positive dai propri risparmi. Il rialzo dei tassi, inoltre, annuncia sempre un incremento del tasso di crescita dell’economia, e Dio solo sà di quanto ne abbiamo ora bisogno. Un livello di inflazione più elevato consentirebbe altresì di gestire meglio l’immane mole di debito esistente nell’economia, notevolmente cresciuto nel periodo pandemico. Insomma quanto osserviamo al momento non và affatto considerato negativamente, anzi tutt’altro. Dopotutto sono ormai 15 anni che tutte le autorità monetarie hanno come obiettivo principe quello di reflazionare il sistema, ed ora che sembrano cogliersi i primi frutti di quest’immane sforzo si grida al pericolo ? Eppoi, diciamocela tutta, di quale pericolo inflattivo parliamo con un CPI Usa pari oggi all’1,4 % ? Ciò che potrebbe far deragliare i mercati, e le loro quotazioni, è un iper inflazione e non certo gli attuali risibili livelli. I disfattisti e ribassisti per professione, devono quindi attendere ancora del tempo, per veder forse esaudire una piccola parte delle loro nefaste previsioni, nel frattempo saranno notevolmente invecchiati ed incanutiti, visto che attendono, del tutto invano, già dà quasi 12 anni.  .

Tralasciamo, quindi, per il momento, pericoli del tutto ipotetici, ed andiamo ad esaminare, cosa ci indica, al momento, lo  scenario intermarket. Il dollar index, nell’ultima ottava resiste con fatica, nel senso che cede solo lo 0,13 %, e retrocede a quota 90,34. Un declino lento e persistente, che speriamo Biden riesca ad arrestare ed invertire. Le commodities, come già accennato, continuano invece a lievitare, crescono infatti di un altro 1,35 % in termini reali, scontando probabilmente una forte fiducia in una rapida ripresa dell’economia. Segnali in tale direzione giungono, anche dal mercato obbligazionario. Il rendimento del bond decennale americano cresce infatti di altri 13 bps e raggiunge quota 1,34 %. Fermo invece, il rendimento dei bond a 2 anni, a quota 0,11 %. L’inclinazione della yield curve Usa, pertanto si amplia sino a 123 punti, il massimo degli ultimi anni, e ciò ci dice che anche il mercato dei bond s’attende una rapida e forte ripresa dell’economia globale. Il  mercato azionario, come detto, s’è preso una pausa di riflessione, ma resta sempre in prossimità dei propri massimi storici. Ha scontato ancor prima degli altri una forte ripresa dell’economia che credo ben presto vedremo.

Tanto premesso, passo ad esaminare gli ultimi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati solo ieri sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:

Commercial Traders : + 1.213

Large Traders :  – 9.152

Small Traders : + 7.939

In sintonia con quanto sopra detto, cambia anche la configurazione del mercato dei derivati azionari Usa. Rispetto alla scorsa settimana, le variazioni, nelle posizioni dei vari operatori, sono state pari a 3.721 contratti. In particolare, le MANI FORTI, ossia i Commercial traders, mostrano una forte fiducia in un’imminente e forte ripresa dell’economia,  acquistano infatti altri 2.332 contratti long, ed abbandonano la loro abituale posizione di copertura Net Short, e passano Net Long. I Large traders, invece, cedono l’intero lotto dei 3.721 contratti long, ed accentuano la loro solitaria posizione Net Short. Gli Small traders, infine, acquistano i residui 1.389 contratti long, e rinsaldano la loro sempre cauta posizione Net Long. Le movimentazioni di quest’ultima ottava ci dicono che gli operatori di mercato si sono ormai convinti che la ripresa economica è ormai davvero alle porte. Non a caso le Mani Forti rompono gli indugi, ed abbandonano addirittura la loro proverbiale ed abituale posizione di copertura Net Short. Non sentono più alcun bisogno di coprirsi. Hanno evidentemente molta fiducia nella campagna vaccinale, e di conseguenza in una forte ripresa dell’economia. Speriamo che essi abbiano ancora una volta ragione, e che qui in Italia si possa presto ripartire L’attuale e nuovo assetto del mercato dei derivati azionari Usa è storicamente quello che ha sempre preannunciato forti rialzi sui mercati primari. Di conseguenza, riconfermo, con accresciuta fiducia, la mia ormai storica e datata view rialzista sull’andamento prossimo venturo dei mercato azionario.

Mercato dunque che intravvede finalmente la ripresa, e che cercherò di tradare con il mio originale trading system, fondato sull’analisi del Cot Report, nonchè sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi dei due professori Usa, Jegadeesh e Titman, ed illustrato nel mio sito https://longtermmomentum.wordpress.com/. Nel corso di questo inizio del 2021, il mio portafoglio,   denominato “ AZIONI ITALIA – LTM “, ha conseguito un guadagno dell’1,23 %. Il nostro benchmark di riferimento, il Ftse All Share, ha invece registrato un guadagno del 4,11 % . Conseguita pertanto, sinora, una sotto-performance del 2,88 %. Negli ultimi 8 anni il mio trading system ha invece conseguito una sovra-performance media annua del 9,9 %, e presenta un’equity line in progresso del 165 %. In perfetta coerenza con quanto sopra esposto, questa settimana muto leggermente l’assetto del mio portafoglio, innalzo cioè dal 70 al 75 % le mie posizioni long, e riduco nel contempo, dal 30 al 25 % delle mie posizioni short, ovvero assumo una posizione Net Long pari al 50 % del mio portafoglio. Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ AZIONI ITALIA – LTM “ può, se vuole, consultare direttamente il mio sito.

Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di intermarketandmore buon trading.

LUKAS

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