WALL STREET: rialzo estivo poco credibile

Scritto il alle 15:00 da Lukas

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Questo rialzo non convince affatto. I volumi sottili ci illustrano un mercato tipicamente estivo con bassa base partecipativa. Confermiamo possibili correzioni in arrivo, ma nulla di catastrofico. Analisi del COT Report del CFTC. [Guest post]

Cari amici, nella settimana appena trascorsa, i mercati finanziari internazionali, dopo i recenti record degli indici azionari Usa, hanno per l’ennesima volta confermato che gli stessi non sono il frutto di una sostenuta crescita economica, bensì l’effetto di un ciclo dell’economia davvero molto particolare, in cui la crescita degli utili aziendali, e di conseguenza delle quotazioni azionarie, sono assicurate, non dalla crescita dei fatturati, quanto piuttosto dalla compressione dei costi dei più importanti fattori produttivi.

Lo scenario intermarket, anche in quest’ultima ottava, ha riproposto, infatti, con forza, tutti i principali trends finanziari degli ultimi anni. Trends rinvigoriti, peraltro, da un improvviso rovescio delle quotazioni del dollar index, che in una sola ottava storna del 2 %. Storno del dollaro che riporta il rapporto di cambio con lo Yen a quota 102, ossia ad un livello difficilmente sostenibile per la già claudicante economia nipponica. Nonostante il rovescio della valuta Usa, le quotazioni delle commodities non rimbalzano, anzi cedono un ulteriore 0,4 %.

Nelle ultime 4 settimane lo storno delle stesse, pari al 6 %, in termini reali, ha assunto nuovamente un ritmo preoccupante, che non fa presagire nulla di buono sul fronte della futura crescita economica. Preoccupazioni, quelle sulla crescita, che trovano purtroppo ulteriori conferme anche negli accadimenti che si registrano nel mercato obbligazionario. I rendimenti sui bonds decennali Usa, infatti, arretrano di altri 11 bps, e raggiungono quota 1,46 %. Molto peggio la situazione in Europa, ove il bund decennale della Germania registra un incredibile tasso negativo pari al – 0,12 %. Dicono che sia frutto del QE di Draghi, ma secondo me è anche molto frutto della stagnazione economica europea che persiste nonostante tutti i sostegni monetari della BCE.

Per non parlare, infine, dei bonds decennali del Giappone che registrano anch’essi un rendimento negativo, pari al -0,19 %, che ben esprime la stagnazione ormai pluridecennale dell’economia del Sol Levante. Tassi obbligazionari negativi in Europa ed in Asia, che favoriscono inevitabilmente ingenti deflussi di capitali verso il mercato Usa, alla ricerca disperata di rendimenti. In tale particolare contesto Wall Street appare infatti come una sorta di oasi rassicurante, uno dei pochi luoghi dove poter assicurare un rendimento accettabile ai propri investimenti. Ma, è comunque una situazione altamente squilibrata, che nell’epoca della globalizzazione economica non potrà durare ancora a lungo.

Ciò premesso, passo ad esaminare i nuovi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:

Commercial Traders : – 60.121

Large Traders : + 67.428

Small Traders : – 7.307

Anche in quest’ultima settimana, si riconferma quindi la non proprio abituale configurazione del mercato dei derivati azionari Usa, in auge ormai da oltre 3 mesi. Nell’ultima ottava si sono registrate movimentazioni pari a 14.101 contratti. In particolare, i Large Traders, notoriamente trend following, alimentano ormai essi stessi il trend, acquistano infatti altri 12.842 contratti long, e portano l’entità della loro posizione Net Long ai livelli più elevati degli ultimi anni. Gli Small Traders, invece, resistono imperterriti alle lusinghe ed alle sirene del mercato azionario, acquistano infatti soltanto 1.259 contratti long, ma riconfermano ancora una volta la loro non usuale posizione Net Short. I Commercial Traders, infine, approfittano del particolare clima di fiducia imperante sui mercati e cedono agli altri operatori l’intero lotto dei 14.101 contratti long, assumendo di conseguenza una sempre più pingue e consistente posizione di copertura, Net Short. Come ho già espresso nei miei precedenti post, a me questa dinamica del mercato dei derivati azionari Usa non piace affatto. I recenti rialzi del mercato azionario Usa, infatti, sembrano poggiare su una base partecipativa molto limitata ed esigua. Le movimentazioni di quest’ultima settimana alimentano, peraltro, ulteriormente i miei dubbi ed il mio scetticismo. Il mercato, tuttavia, ha sinora disatteso e smentito tutte le mie perplessità. Evidenzio, però, che data la notevole forza ed entità ormai assunta dalla configurazione in auge, è molto probabile che la stessa abbia un’estensione temporale più lunga del previsto, ossia che la stessa ci accompagnerà ancora per molte altre settimane, probabilmente per l’intera estate. Ritengo quindi ancora possibile che questa iniziale fase rialzista possa, nelle prossime settimane, esser smentita, ossia che il mercato ritracci e che il nostro benchmark azionario mondiale, l’S&P 500 ritorni ad un livello leggermente al di sotto dei 2.100 punti. In pratica ipotizzo una correzione fisiologica, pari al 4 – 5 %, dai livelli attuali delle quotazioni azionarie Usa.

Futuro che si prospetta, pertanto, ancora molto incerto e volatile, che cercherò, tuttavia, di tradare con il mio originale trading system, fondato sullo sfruttamento e sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi dei professori Jegadeesh e Titman, ed illustrati nel mio sito http://longtermmomentum.wordpress.com/. Dopo quest’ultima settimana, il mio portafoglio, “ Azioni Italia – LTM “, registra una perdita annua pari al 7,49 %. Performance negativa, influenzata dalle particolari difficoltà vissute dal listino italiano, che registra, a sua volta, una perdita annua, misurata dal Ftse All Share, pari al 20,35 %. Conseguita, pertanto, in un contesto di mercato particolarmente avverso, una sovra-performance del 12,86 % che ci fornisce ulteriori conferme sulla bontà delle indicazioni operative derivanti dalle ricerche dei due noti professori Usa. In perfetta coerenza con la mia view di medio e lungo termine, questa settimana riconfermo il posizionamento del mio portafoglio, costituito dall’ 80 % di posizioni long e dal 20 % di posizioni short, ossia una posizione Net long limitata al 60 % del mio portafoglio. Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ Azioni Italia – LTM “ può consultare, se vuole, direttamente il mio sito.

Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di Intermarketandmore buon trading.

Lukas

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