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WALL STREET: il mercato sembra appiattirsi
Il quadro del mercato sembra destinato ad una lateralizzazione che potrebbe durare anche molto tempo. Uno scenario che potrebbe portare un po’ di volatilità ma alla fine un certo immobilismo sul mercato. [Guest post]
Cari amici, dopo la settimana appena trascorsa, è divenuto sempre più evidente che tutti i mercati finanziari internazionali sono ormai entrati in una fase di lateralizzazione.
Lateralizzazione che esprime indecisione, nonché attesa di comprendere meglio quale sarà l’evoluzione futura dell’economia mondiale. Lo scenario intermarket testimonia in maniera abbastanza palese l’attuale fase di stallo. In particolare, sul mercato valutario, notiamo che il dollaro Usa avrebbe intenzione di svalutarsi, ma nonostante i suoi sforzi, per ora non ci riesce. Esso è infatti allo stesso livello di sei mesi orsono. Per le autorità Usa è molto difficile riuscire nell’intento, poiché sia l’area euro che lo yen godono ancora di ingenti QE ad opera delle loro Banche Centrali.
Anche il mercato delle commodities, se lo si esamina in un ottica di medio periodo, appare in fase di evidente lateralizzazione. Lo storno degli ultimi 4 mesi, pari al 7,7 % in termini reali, segue infatti una precedente fase di apprezzamento, tant’è che le stesse negli ultimi 12 mesi presentano un saldo positivo pari al 3,85 %. Lateralizzazione che, da almeno sei mesi, investe anche il mercato obbligazionario. I rendimenti del bond decennale Usa, dagli inizi di novembre si muovono, infatti, in un range molto ristretto, ricompreso tra il 2,15 % ed il 2,60 %. L’ultimo mercato a capitolare verso l’unanime scenario laterale è stato, in ordine di tempo, il mercato azionario. E’ dall’inizio di marzo, infatti, che il nostro benchmark azionario di riferimento, l’S&P 500, staziona un po’ noiosamente, tra i 2.330 ed i 2.400 punti. Situazione diversa per l’equity europeo, che nelle ultime settimane ha nettamente sovra-performato, grazie all’effetto Macron.
Ciò premesso, passo ad esaminare i nuovi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:
Commercial Traders : – 33.197
Large Traders : + 36.157
Small Traders : – 2.960
Si conferma quindi, la nuova configurazione del mercato dei derivati azionari Usa. In quest’ultima ottava registriamo, infatti, limitate variazioni nelle posizioni dei diversi operatori pari a soli 6.777 contratti. In particolare, i Large Traders, notoriamente trend-following, sembrano voler prender atto della minor forza del mercato, cedono infatti l’intero lotto dei 6.777 contratti long, e riducono di pari entità la loro posizione Net Long. I Commercial Traders, invece, non sembrano molto propensi agli acquisti, si limitano infatti ad acquisire 1.828 contratti long, e riducono leggermente la loro abituale posizione di copertura Net short. Gli Small Traders, infine, si mostrano questa settimana i più ottimisti, acquistano infatti il residuo del lotto, ossia 4.949 contratti long, ma restano ancora, seppur di misura, in posizione Net Short.
Le movimentazioni di quest’ultima settimana, limitate nell’entità, appaiono molto coerenti con quanto avviene nel mercato primario e nell’intero scenario intermarket. Al momento, infatti sia i Large che gli Small traders non sembrano aver la forza, né l’intenzione, di trascinare il mercato a nuovi record. I ribassisti pensano che ci troviamo in una fase di distribuzione, ma la posizione Net Short degli Small Traders contrasta con tale assunto. A chi infatti le Mani Forti starebbero distribuendo le loro azioni sopravvalutate ? Non certo agli ingenui e sprovveduti Small traders tuttora Net Short. Probabile pertanto che si sia, invece, in presenza di un’ennesima fase di accumulazione. In realtà il mercato dovrebbe effettuare una limitata ma salutare correzione. La mia personalissima retta di regressione evidenzia infatti una sopravvalutazione dell’S&P 500 di circa 115 punti, ossia pari al 5 % rispetto agli attuali livelli. Ma il mercato non sembra allo stato avere l’intenzione e la voglia di effettuare tale correzione.
C’è pertanto il rischio concreto che la sopravvalutazione in parola venga assorbita mediante una prolungata ed estenuante fase di lateralizzazione. E questa non è certamente un’ipotesi allettante per la maggioranza degli investitori.
Futuro prossimo che si prospetta, quindi, ancora incerto, che cercherò, comunque, di tradare con il mio originale trading system, fondato sullo sfruttamento e sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi e nelle ricerche dei professori Jegadeesh e Titman, ed illustrati nel mio sito http://longtermmomentum.wordpress.com/. Da inizio d’anno il mio portafoglio denominato “ Azioni Italia – LTM “, registra una performance positiva, pari al + 12,38 %. Performance ampiamente positiva, ma ancora inferiore a quella realizzata dal Ftse All Share, pari, nel contempo, al + 13,68 %. Una sotto-performance del 1,3 %, che non fa, comunque, venir meno la fiducia nel nostro approccio operativo, che negli ultimi 4 anni ci ha regalato una sovra-performance media annua pari al 20,8 %. In coerenza con l’analisi di mercato esposta e con la mia view d’ordine generale, questa settimana, confermo sostanzialmente l’assetto del mio portafoglio, Net long per una percentuale pari al 65 % ( 82,5 % di posizioni Net Long e 17,5 % di posizioni Net Short ). Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ Azioni Italia – LTM “ può consultare, se vuole, direttamente il mio sito.
Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di Intermarketandmore buon trading.